Il piccolo sarebbe morto a nemmeno 16 mesi per una patologia cardiaca
Nero di pelle, occhi azzurri, figlio di cugini. Voilà l’identikit del neonato del Paleolitico ritrovato in una grotta pugliese. Grazie ad uno studio internazionale in collaborazione tra Università di Bologna, Firenze e Siena pubblicato su Nature Communications sono state ricostruite con grande precisione le caratteristiche biologiche e somatiche di un neonato vissuto nel Sud Italia circa 17.000 anni fa (Paleolitico Superiore). Il piccolo sarebbe morto a nemmeno 16 mesi per una patologia cardiaca.
“I geni suggeriscono che il bambino, di sesso maschile, avesse occhi azzurri, pelle d’ebano e capelli ricci e scuri: un mix di caratteri piuttosto frequente nelle popolazioni dell’Europa centrale e sud-occidentale del periodo”, ha ricordato Alessandra Modi, dell’Università di Firenze, coautrice della ricerca con Owen A. Higgins dell’Università di Bologna. Per arrivare a un così raffinato risultato sono stati utilizzati pochi milligrammi di polvere di osso prelevati dalla rocca petrosa, una porzione dell’osso temporale del cranio. “L’analisi genetica ha evidenziato una stretta parentela tra i genitori del bambino, suggerendo che fossero probabilmente cugini di primo grado: un fenomeno riscontrato di rado nel Paleolitico, ma più comune durante il Neolitico”, hanno concluso i ricercatori.