Economia

L’Ocse rivede al rialzo a +0,8% le stime sul pil italiano 2024 ma anche quelle sull’inflazione. Nel 2025 crescita a +1,1%

L’Ocse rivede leggermente le stime sul pil italiano migliorando quella di quest’anno e ribassando quella del 2025. Secondo le nuove previsioni dell’Interim report dell’Economic Outlook dell’organizzazione con sede a Parigi, nel 2024 la crescita segnerà +0,8%, contro lo 0,7% previsto a maggio (0,1% in più) e nel 2025 +1,1% contro il precedente 1,2% (0,1% in […]

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L’Ocse rivede leggermente le stime sul pil italiano migliorando quella di quest’anno e ribassando quella del 2025. Secondo le nuove previsioni dell’Interim report dell’Economic Outlook dell’organizzazione con sede a Parigi, nel 2024 la crescita segnerà +0,8%, contro lo 0,7% previsto a maggio (0,1% in più) e nel 2025 +1,1% contro il precedente 1,2% (0,1% in meno rispetto alla stima di maggio). La crescita del Pil mondiale dovrebbe invece stabilizzarsi al 3,2% nel 2024 e nel 2025. In generale l’Ocse osserva che la “crescita del prodotto mondiale è rimasta solida” ma avverte che “permangono rischi significativi”, dato che “le persistenti tensioni geopolitiche e commerciali potrebbero danneggiare sempre più gli investimenti e far aumentare i prezzi delle importazioni”.

L’inflazione invece dovrebbe attestarsi all’1,3% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha quindi rivisto al rialzo dello 0,2% le stime sia per quest’anno che per il 2025. L’inflazione core – che esclude i beni più volatili come alimentari e l’energia – è attesa al 2,3% al 2024, invariata rispetto alla stima precedente, e al 2,2% al 2025, rivista al rialzo dello 0,1%.

La crescita globale secondo il report “potrebbe rallentare più bruscamente del previsto a causa del raffreddamento dei mercati del lavoro e le deviazioni dal previsto percorso di disinflazione regolare potrebbero innescare perturbazioni nei mercati finanziari. Sul versante positivo, la ripresa dei redditi reali potrebbe dare maggiore impulso alla fiducia e alla spesa dei consumatori, mentre un ulteriore calo del prezzo del petrolio accelererebbe la disinflazione”, osserva l’organizzazione.