Andrea Orcel tira fuori dalla tasca un ramoscello d’ulivo. Dopo mosse aggressive che hanno portato la sua Unicredit a salire sopra il 20% di Commerzbank, come ha detto il ministro delle Finanze Lindner “sconvolgendo i soci”, il manager spende parole ireniche. “Non c’è un’offerta è un investimento e non altro”, ha detto Orcel, nel corso della Bofa ceo conference.

“Qualsiasi strada abbiamo davanti richiede di continuare il dialogo e avere un dialogo”, ha poi risposto alla domanda se avesse informato il governo tedesco sull’acquisto delle azioni Commerzbank. “Siamo molto interessati a riaprire un dialogo su Commerzbank”, ha indicato, Il banchiere ha parlato di “dialogo costruttivo con tutti gli stakeholders” anche perché, ha ricordato, “abbiamo 3,5 miliardi investiti in Commerzbank”.

Il banchiere ha precisato che Unicredit non chiederà posti nel consiglio di Commerzbank. “Siamo un investitore” e “di solito non credo che gli investitori abbiano un posto nel consiglio di amministrazione”, ha spiegato. “La mossa su Commerzbank è un test di prova per l’Europa“, ha poi sottolineato. Al di là del capitolo Commerzbank, Orcel ha detto che l’utile netto di Unicredit quest’anno sarà di ‘“oltre 9 miliardi di euro”. L’amministratore delegato ha alzato così l’asticella rispetto alle indicavano il risultato netto sopra 8,5 miliardi.

Dallo stesso palco il responsabile finanziario di Deutsche Bank, James von Moltke ha spiegato che la sua banca si tira fuori dalla partita su Commerzbank. “Penso che abbiamo ancora del lavoro da fare prima di essere veramente posizionati per partecipare al consolidamento”, ha dichiarato “Ad essere onesti, trarremo un po’ di vantaggio, almeno nel breve periodo, dalle turbolenze di due dei nostri concorrenti”.

Martedì la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto che la questione Commerzbank “non riguarda il governo”. Oggi il governo tedesco ribadisce invece la sua contrarietà all’operazione. Berlino invoca “la massima indipendenza possibile” per la seconda banca della Germania. “Stiamo considerando come possiamo trovare una soluzione che sia buona per Commerzbank e molto buona per il governo federale, mentre rispettiamo l’indipendenza di Commerzbank”, ha dichiarato il segretario di Stato alle Finanze, Florian Toncar.

Poi una piccola “correzione” di rotta. “Noi non siamo attori. Il governo detiene delle quote”, afferma il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, rispondendo alla domanda se il governo Scholz intenda evitare l’acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit. “Non c’è una ulteriore riflessione per evitare qualcosa e questo dipende adesso dagli attori del mercato dei capitali”.

Da Commerzbank continuano ad arrivare messaggi ostili. Il vice presidente sindacalista Uwe Tschaege si è detto contrario all’ acquisizione da parte di Unicredit. “Non la vogliamo”, ha tagliato corto. Stefan Wittmann, membro del consiglio di sorveglianza di Commerzbank e sindacalista dei Verdi, ha messo in guardia sul rischio di una significativa perdita di posti di lavoro con un’acquisizione ostile. A Cnbc Wittmann ha detto di sperare di “poter evitare” un’acquisizione ostile da parte della banca italiana. Ma se “è inevitabile, pensiamo che due terzi dei posti di lavoro spariranno, che ci sarà un altro taglio significativo alle filiali”.

Ben diversa la posizione dei principali quotidiani tedeschi. Dopo Handelsbalatt anche la Faz apre ad Unicredit. “Separazione dei rischi bancari e nazionali: questo obiettivo è stato mancato dopo la crisi finanziaria” ma “Unicredit è ancora in una posizione solida e non merita alcuna recinzione di confine da parte dei politici”, scrive in un editoriale il giornale di Francforte.

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