È Roberto Romboli, consigliere laico in quota Pd, il nuovo componente della Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, il tribunale interno – composto da sei membri – che giudica sugli illeciti deontologici di giudici e pm. Romboli, professore emerito di Diritto costituzionale all’Università di Pisa, è stato eletto con 25 voti al posto di Rosanna Natoli, l’avvocatessa di FdI dimessasi dall’incarico a luglio dopo lo scandalo che l’ha travolta per aver incontrato in privato una giudice sotto processo disciplinare, dandole suggerimenti sulla strategia difensiva, rivelandole i “retroscena” della camera di consiglio e affermando di essersi interessata al suo caso perché “amica degli amici” (l’audio).

Natoli, indagata per rivelazione di segreto d’ufficio, è stata sospesa dal Csm l’11 settembre scorso, ma non si è mai dimessa dal ruolo di consigliera. In teoria il suo posto alla Sezione avrebbe dovuto essere preso da un altro laico di centrodestra – si era parlato del costituzionalista di FdI Felice Giuffrè – ma nessuno si è dichiarato disponibile: il ruolo di giudice disciplinare, infatti, è considerato tra i più “faticosi” del Consiglio, perché implica uno studio approfondito dei casi (che vengono discussi in contraddittorio in apposite udienze) e soprattutto la scrittura delle motivazioni delle sentenze.

Al momento quindi la Sezione disciplinare ha un solo componente espressione dei partiti di maggioranza, cioè il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli (Lega), che la presiede di diritto: oltre a Romboli – che assumerà il ruolo di vicepresidente del collegio al posto di Natoli – gli altri giudici sono quattro togati, Roberto Fontana (indipendente progressista), Antonino Laganà (della corrente “moderata” di UniCost), Genantonio Chiarelli (dei progressisti di Area) e Paola D’Ovidio (dei conservatori di Magistratura indipendente).

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