Cronaca

Shock anafilattico, mancano gli autoiniettori di adrenalina per un problema di produzione: “Rischio che il farmaco sia introvabile”

Sono centinaia di migliaia le persone che utilizzano l’adrenalina come farmaco salvavita contro gli shock anafilattici e che ora rischiano di non aver più accesso a questi trattamenti indispensabili per la loro sicurezza. L’allarme è stato lanciato dalla Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic) e dall’Associazione allergologi immunologi italiani territoriali e ospedalieri (Aaiito): gli autoiniettori di adrenalina sono sempre più difficili da reperire sul territorio nazionale a causa di un problema di produzione della compagnia farmaceutica che rifornisce le aziende sanitarie. “Ora stiamo sfruttando le scorte, ma già a fine settembre la carenza sarà molto grave ed entro l’inizio del 2025 il farmaco rischia di essere introvabile”, spiega a ilfattoquotidiano.it Mario Di Gioacchino, presidente della Siaaic. Secondo la compagnia produttrice, il farmaco tornerà disponibile solo a partire da giugno 2025. “Il ministero della Salute e l’Aifa si adoperino per far sì che venga garantita la sicurezza dei soggetti che soffrono di gravi allergie – dichiara Di Gioacchino -, evitando che i pazienti debbano acquistare privatamente, a loro spese, un prodotto salvavita”.

La carenza riguarda in particolare il farmaco Chenpen, soprattutto nella formulazione da 500 mcg. È una sorta di penna che può essere conservata nel taschino della camicia e che, a differenza di quanto avveniva in passato, può essere portata ovunque, senza che sia necessario conservarla in frigorifero. Così, il paziente può iniettarsi l’adrenalina in autonomia, per via intramuscolare, ai primi segni di shock anafilattico: una reazione allergica generalizzata – causata da vari alimenti, medicinali, oppure punture di insetto – che si manifesta all’improvviso e che, se non viene prontamente trattata, può causare la morte. “Ci troviamo in una situazione di emergenza che va monitorata e gestita perché non diventi più allarmante”, spiega Di Gioacchino. Le numerose segnalazioni che arrivano dai pazienti, infatti, rendono sempre più evidente come si stia aggravando l’indisponibilità di questi salvavita.

Per garantire la continuità terapeutica, dunque, è necessario ricorrere a farmaci equivalenti autorizzati dall’Aifa. Questi però presentano dosaggi, modalità di utilizzo o conservazione differenti. È quindi fondamentale rivolgersi allo specialista o al medico prescrittore per ricevere informazioni e istruzioni sull’utilizzo di prodotti alternativi, al fine di non incorrere in errori di dosaggio o di somministrazione. Per supportare operatori sanitari e pazienti in questa fase critica e indirizzarli nella scelta di cure sostitutive, Siaaic e Aaiito hanno deciso di creare una task force. L’equipe è formata dai presidenti delle due associazioni, rispettivamente Mario Di Gioacchino e Lorenzo Cecchi, e da quattro allergologi, Cristiano Caruso, Gabriele Cortellini, Francesco Murzilli e Vincenzo Patella.

“Il problema – spiega Di Gioacchino – è che in molte aziende sanitarie la gara di appalto per la fornitura di questa tipologia di farmaco è stata vinta da Chenpen. Quindi si prospetta la possibilità che il paziente, scarseggiando il prodotto passato dal Sistema sanitario nazionale, debba pagare di tasca sua per ottenere un salvavita a cui dovrebbe poter accedere gratuitamente”. La task force chiede, quindi, che le aziende sanitarie si attivino per rendere disponibili per i cittadini le altre adrenaline presenti in commercio, eventualmente rimborsando i pazienti che le acquisteranno privatamente. “In secondo luogo – prosegue il presidente Siaaic -, il ministero dovrebbe darsi da fare per stimolare la compagnia farmaceutica a risolvere più velocemente il problema di produzione. E nel caso non sia possibile, dovrebbe adoperarsi per permettere alle Regioni di acquistare Chenpen all’estero”. Infine, gli esperti inviano un messaggio ai pazienti che soffrono di gravi allergie: “Vista la carenza del salvavita, prendete precauzioni per evitare di incorrere nell’evento critico, in reazioni gravi. Il comportamento del singolo soggetto è fondamentale in questo caso per ridurre il rischio di anafilassi”.