Mondo

Zelensky firma i proiettili destinati a colpire la Russia: le immagini della sua visita alla fabbrica di munizioni di Scranton, in Pennsylvania

Un video con musica epica, all’interno dello stabilimento di munizioni dell’esercito americano a Scranton. Operai che fondono il metallo, lo modellano e lo armano trasformandolo in proiettili d’artiglieria. Munizioni caricate sui pancali pronte a essere fornite ai militari a stelle e strisce o spedite agli eserciti di mezzo mondo. E lì, a osservare tutto, c’è anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che nelle foto e nei video pubblicati sui suoi canali social pensa bene di mostrarsi sorridente mentre firma i proiettili destinati a colpire la Russia, le sue truppe o la sua popolazione.

Non certo l’atteggiamento di chi, come ha più volte dichiarato il presidente ucraino, sta conducendo una guerra di resistenza contro un nemico ben più potente e che rischia di cedere senza il supporto degli alleati, bensì quello di chi si sente sicuro di poter combattere alla pari. “Durante la mia visita allo stabilimento di munizioni dell’esercito di Scranton, dove vengono prodotti componenti per proiettili di artiglieria e mortaio, compresi proiettili da 155 mm per l’Ucraina, ho sottolineato la dedizione dei lavoratori, che è davvero fonte di ispirazione – ha scritto Zelensky nel suo post – Stanno aiutando l’Ucraina a resistere con forza nella nostra lotta per la libertà. Sono grato alla gente di Scranton, Pennsylvania, e a tutti gli Stati in cui gli americani stanno costruendo questo incredibile arsenale di libertà globale. Insieme, stiamo rafforzando la difesa della libertà e della democrazia”.

L’immagine di Zelensky che firma bombe che uccideranno militari o, nel peggiore dei casi, civili, stride con l’uso del termine “arsenale di libertà globale”. E rimanda a immagini della storia che sono state altrettanto condannate, soprattutto in anni più recenti. Quella di firmare ordigni destinati a colpire il nemico è una pratica che esisteva già ai tempi della seconda guerra mondiale, con gli americani che lanciavano messaggi ai giapponesi ricordando loro che la vendetta sarebbe presto arrivata. Arrivò, infatti, con uno dei più gravi disastri umanitari della storia: le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Più recentemente, hanno fatto discutere le immagini della repubblicana Nikki Haley, allora candidata per la Casa Bianca prima di lasciare libera la corsa a Donald Trump, e del presidente israeliano Isaac Herzog che firmavano proiettili destinati a colpire la popolazione di Gaza.