Il tennista spagnolo replica al pensiero di Sinner
Un calendario fitto, fin troppo per Carlos Alcaraz. Tante partite raggruppate in pochi mesi, senza mai avere una tregua. “Il programma è piuttosto lungo. Ma noi giocatori possiamo ancora scegliere cosa giocare e cosa no. Il programma ci ucciderà“. Continuano le critiche del numero 3 al mondo contro il circuito Atp; pochi giorni fa si era detto “non motivato e senza alcuna voglia” a causa della quantità di partite e tornei ravvicinati. Ora, afferma che “molti giocatori” sono d’accordo con il suo pensiero: “Ho visto e ho sentito molti giocatori lamentarsi del programma, anche del calendario”.
Risposta a Sinner?
“Sto parlando per me, il programma è stato così serrato dalla prima settimana di gennaio fino all’ultima di novembre. Dobbiamo parlarne tra di noi e dobbiamo fare qualcosa al riguardo“. Seppur sottotraccia, le parole di Alcaraz potrebbero rappresentare una replica nei confronti del pensiero di Jannik Sinner che aveva fatto intende di non condividere la polemica dello spagnolo: “Ci sono tornei obbligatori, ma un giocatore può comunque scegliere. Non devi giocare per forza: se vuoi giochi, se non vuoi non giochi. Io, per esempio, ho saltato alcuni tornei perché volevo allenarmi, ci sono delle scelte dietro. Poi sicuramente la stagione è lunga e non è facile”. Visioni contrastanti: se da una parte per l’azzurro il problema non persiste, Alcaraz cerca approvazione da alcuni suoi colleghi. Come nel calcio, il tema rimane attuale: la quantità di gare è elevata: sarà necessario trovare un compromesso e un punto d’incontro per proteggere gli atleti e la qualità del gioco.