“Se penso e parlo mi cancello“. Lo dice Asia Argento nella puntata in onda stasera 26 settembre di Donne sull’orlo di una Crisi di Nervi, il programma condotto da Piero Chiambretti su RaiTre, e lo anticipa Leggo. A che proposito? L’attrice parte da una citazione: “C’è un film geniale intitolato ‘Se mi lasci ti cancello‘, ha vinto pure l’Oscar. Io, invece, da tutta la vita sono protagonista di un film verità intitolato ‘Se penso e parlo mi cancellano’. È la cancel culture, quel fenomeno per cui si tenta di cancellare le opere ma, soprattutto, le persone che dicono e fanno cose che stanno sulle palle ai politicamente corretti. Sono una di quelle persone, infatti in America sono stata cancellata”. E Argento continua: “Tutto è iniziato dopo il suicidio del mio compagno, che era un personaggio pubblico molto amato nel mondo”. L’attrice si riferisce alla morte di Anthony Bourdain, famoso e amatissimo cuoco viaggiatore, nel 2018. E aggiunge: “Sono stata condannata come responsabile dell’accaduto dalla pubblica opinione: mi imputavano di avergli spezzato il cuore per via di un flirt, poco importa se eravamo una coppia aperta. Sì, perché tutti abbiamo bisogno di un capro espiatorio davanti a una morte violenta e inspiegabile. E hanno incolpato me, la persona che gli era accanto e che lo aveva più amato. Sui social c’erano gruppi di migliaia di persone che sostenevano che solo la mia morte avrebbe reso giustizia a Anthony. Mi scrivevano in centinaia chiamandomi’ assassina’, tutto questo mentre ero lacerata dai sensi di colpa per non essere riuscita a capire il dolore che si portava dentro il mio uomo e non essere riuscita a salvarlo”. Il racconto di Argento è forte. Spiega che la Cnn ha £rimosso tutti gli episodi del programma di Anthony che avevo scritto e diretto, in cui apparivo. Avevano cancellato non solo il mio lavoro, ma anche un pezzo molto importante della mia vita personale. E così sono diventata quella da rimuovere, da far sparire. Infatti, non ho più lavorato negli Stati Uniti. Gli effetti devastanti di questo tsunami sono arrivati anche qui. Un mese dopo, difatti, non ero più uno dei giudici di “X Factor”, tutto questo per soddisfare la ferocia della morale pubblica. Mi sentivo morire ma qualcosa di più grande mi ha salvato, e non è stata né la religione né la filosofia, è stata la tv trash. La mia storia, fortunatamente, interessava morbosamente agli spettatori e raccontarla a cuore aperto nei vari salottini tv per circa un anno si è rivelato più remunerativo di “X Factor”. Avrei preferito evitarlo, ma non avevo nessun’altra fonte di di guadagno e nessun’altra mano tesa. Ci è voluto tempo per staccarmi da questo e tornare a fare l’attrice, che sarebbe il mio mestiere. Poi è arrivato un programma di classe dove la mia libertà di pensiero è rispettata senza censure e cancellazioni. Capite perché sono così grata di essere qui oggi?“.