Chiara Petrolini, la 22enne di Vignale di Traversetolo sospettata di aver partorito e poi seppellito due figli appena nati, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari di Parma, dopo l’ordinanza di custodia cautelare eseguita il 20 settembre dai carabinieri. La ragazza è ai domiciliari per l’omicidio premeditato del secondo bambino, quello nato il 9 agosto. Alla giovane viene contestata anche la soppressione di cadavere
“È stata interrogata e io credo anche che abbia comunque fornito un contributo per nulla irrilevante alla ricostruzione dei fatti – ha dichiarato Nicola Tria – Chiara si è avvalsa della facoltà di non rispondere oggi, una scelta tecnica diciamo, è ovvio che questo non significa e mi preme chiarirlo che in un altro momento non possa rendere dichiarazioni o sottoporsi a interrogatorio. Così come ha fatto anche, come vi è stato raccontato, in due circostanze in precedenza, una volta presentandosi spontaneamente, una volta essendo interrogata. Quindi questa ripeto è una scelta strettamente tecnica quella di oggi“. Rispondendo a una domanda il legale ha anche detto: “Secondo me in questa storia qualche pezzo manca, non so a che cosa vi riferiate voi (giornalisti, ndr)”. Secondo la procura di Parma la studentessa avrebbe fatto tutto da sola, nascondendo a famiglia, fidanzata, amici due gravidanze.
“Colgo l’occasione per dirvi una cosa che mi preme: la famiglia, tutta la famiglia, chiede che si rispetti, in qualche modo, la riservatezza di ciascuno dei suoi componenti, la sofferenza anche che questa vicenda ha causato e sta causando e che si rispetti anche il legittimo silenzio che hanno deciso di mantenere in questo momento su questa vicenda. Questa è una vicenda tragica – ha proseguito il legale – da qualunque punto di vista la si voglia guardare e anche particolarmente complessa io credo. Io non ho intenzione di partecipare a processi paralleli sui media, non ho intenzione di anticipare scelte o strategie difensive; io credo, e ne sono fermamente convinto, al di là del vostro lavoro (dei giornalisti, ndr) e del clamore mediatico che in questo momento c’è su questa vicenda, che i processi si facciano in tribunale, l’unico luogo, esclusivamente, in cui si accertano le responsabilità e si ricostruiscono i fatti”.