Viaggi

Torino ha tante bellezze ma si riempie di bancarelle tutti i mesi. Perché?

Torino ha scoperto da poco il turismo: le vie, le piazze pullulano di frettolosi stranieri, per lo più con i sacchetti di cioccolatini acquistati nei tanti negozi del centro. Tantissime cioccolaterie in un raggio di 500 mt, in luoghi prima di abbigliamento o libri e tutti vicini al Museo Egizio, il più visitato tra i musei, uno dei tanti creati dai Savoia e nato da una costola del Museo di Antichità che quest’anno compie 300 anni.

Torino ha tanto da mostrare, una città dove l’urbanistica è rimasta la stessa da 2027 anni dalla sua fondazione e non è una miscellanea stilistica come le altre ma un’armonica quasi monotona, affascinante idea di “urbs “. Entusiasti di questa peculiarità, più percepita che saputa, i visitatori che però non programmano anche pernottamenti ma una toccata e fuga, esattamente come trent’anni fa io relazionai per un’indagine commissionatami da Finpiemonte.

La situazione alberghiera non è cambiata, pochi gli alberghi, 4 o 5 stelle, immobili storici del centro, come la ex bella sede del Montepaschi in via Bogino, giacciono nel degrado più assoluto, le catene alberghiere non sono interessate perché sostengono che non valga l’investimento per un turismo “povero” mordi e fuggi.

Eppure il capoluogo piemontese è l’emblema della aulicità, della magniloquenza architettonica, le Dimore Sabaude, con preziosi ed unici arredi, sono non solo ammirate ma anelate anche come sede per esclusivi eventi da selezionare per garantirne decoro, rispetto e sicurezza. Adesso sono per lo più aperte ad orde di visitatori, certamente meno cauti di composti manager che paganti potrebbero poi soggiornare negli hotel per diverse notti.

Ora, con tutta questa regalità, Torino cerca il suo brand, come annunciato recentemente, per farsi conoscere; un’immagine e un logo per la città per identificarne subito il carattere. Che fa invece nel frattempo? Allestisce ogni mese ogni sorta di bancarella, anzi più manifestazioni in contemporanea nelle piazze più connotative della sua regale storia, Piazza Carlo Alberto, il primo Parlamento italiano, piazza Castello con palazzo Madama e Reale piazza Vittorio, via Po, via Carlo Alberto, via Roma.

Da una parte i Musei Reali, MRT, si sforzano di far conoscere con eventi adeguati e nuovi riallestimenti, le Dimore, ridiventate “Sabaude” come dizione anche per una mia personale battaglia, dall’altra il Comune che programma la “bancarellitudine” ad oltranza attirando un turismo di massa ignaro della storia della prima capitale d’Italia. Me ne accorgo girando tra la folla e sentendo strafalcioni degni di Tik tok, a volte non resisto, li fermo e non richiesta faccio loro da guida turistica.

In una sorta di rara e grave schizofrenia, Torino da una parte si sente orfana del ruolo di Capitale del Regno, dall’altra vive con una specie di imbarazzo la presenza sabauda, che è ovunque nell’aria, nella toponomastica, ossessiva di nomi dei Savoia anche di parenti acquisiti, nell’Architettura, nelle Istituzioni.

Pensare poi che Torino ha tanto da raccontare al mondo, oltre la Moda, l’Auto, il Cinema, la Rai ad esempio è nata qui 70 anni fa e qui c’è ancora la sua magnifica Orchestra Sinfonica Nazionale, OSN, invitata ovunque, la sede, in un distretto della Cultura che racchiude in pochi metri quadri, del Centro di Produzione, il Museo del Cinema e tre teatri Gobetti, Carignano e Regio. Possibile che con questo insieme ricco di possibilità ed emozioni per attirare turisti si debbano allestire sempre ed ovunque bancarelle? Visto che il Comune vuole creare una nuova immagine per la città, anche con un logo, proporrei a questo punto una bancarella stilizzata.

Sembra poi che si faccia di tutto per celare i palazzi storici, ieri non si vedeva ad esempio Palazzo Carignano ed anche gli scorci
panoramici del Valentino, con una ventilata alta ruota panoramica, invece di promuovere, evidenziare ed esaltare cotanta Bellezza.