di Stefano Briganti
A questo punto le carte sono scoperte sul tavolo del conflitto Nato-Russia via Ucraina. La scelta di guerra ad oltranza della compagine Kiev-Washington-Bruxelles ha sviluppato in tre anni una spirale infernale. Una guerra economica che, come numero, supera quello di tutte le sanzioni comminate dagli Usa e dalla Ue negli ultimi sessant’anni.
A questa guerra si è affiancata l’infaticabile e continua fornitura di armi occidentali e Nato e un instancabile sostegno a Zelensky, politico, economico e militare del valore complessivo di 200B$. Le armi sono cresciute in potenza, dai Javelin del 2022 agli Storm Shadows e ATACMS del 2024, passando da un uso difensivo contro l’esercito russo in Ucraina all’uso “difensivo” contro la Russia sul suolo russo. Ad ogni nuova svolta crescente della spirale, che ci veniva detto “avrebbe cambiato il corso del conflitto a favore di Kiev”, l’alleanza occidentale scommetteva sulla risposta russa.
Sappiamo quale sia l’obiettivo che gli Usa e i suoi alleati vogliono raggiungere con questo conflitto. Ce lo dice Joe Biden il 24 febbraio 2022: “Danneggiare la loro [russa] capacità di continuare a modernizzare il loro esercito e la loro industria aerospaziale, incluso il loro programma spaziale. Ridurre la loro capacità di competere economicamente. E sarà un duro colpo per le ambizioni strategiche a lungo termine di Putin… che sarà un paria sulla scena internazionale. [alla fine faremo si che] la scelta di Putin… avrà reso la Russia più debole e il resto del mondo più forte”. E’ la Federazione Russa che si deve abbattere.
Oggi sappiamo che Mosca per tre anni ha risposto al volume di fuoco delle armi occidentali dimostrando che la sua macchina bellica non è stata fermata dalle sanzioni e che oggi produce di più di quella occidentale. Sappiamo, dai vertici militari Usa (Matthew Miller 2023, Austin Lloyd 2024) che questa guerra non può essere vinta sul campo da nessuno dei due. Ogni volta sono state totalmente ignorate le dichiarazioni di Mosca sui nuovi invii di armi Nato sempre più potenti a Kiev e sugli attacchi ucraini in territorio russo.
Ignorato è stato anche il discorso di Putin del 21 febbraio 2023 che dichiarava che il conflitto era diventato Occidente-contro-Russia e perciò esistenziale per la Federazione. Gli Usa non possono non sapere che esiste una dottrina di guerra russa che prevede azioni specifiche se la sicurezza della Federazione è minacciata. L’invasione ucraina a Kursk, in territorio russo, è stata definita difensiva dall’alleanza occidentale e perciò legittimata.
Ancora una volta ignorare come la Russia considera questa invasione e ancora una volta la (non) reazione di Putin hanno permesso la scommessa di un’ulteriore escalation: usare missili Nato su obiettivi in territorio russo ad una distanza che comprende Mosca e altri importanti centri. Questo è il nocciolo del nuovo “piano di vittoria” di Zelensky e questo cambia la prospettiva russa riguardo il conflitto.
A questa ultima carta giocata, rispondono senza fraintendimenti il Cremlino e la dottrina di guerra russa aggiornata alla luce dello sviluppo del conflitto. I nuovi principi sono stati affermati da Putin durante la “Security Council standing conference on nuclear deterrence” il 25 settembre. Tra l’altro: “Noi considereremo questa possibilità [usare armi nucleari] una volta che riceveremo informazioni affidabili riguardo attacchi di massa aerei che hanno attraversato i confini dello stato. Intendo aerei strategici e tattici, missili da crociera, UAV, armi aeree ipersoniche o convenzionali”.
Saranno i missili Nato o ucraini verso la Russia e come Mosca valuterà questi lanci a far scattare una guerra nucleare. Gli Usa e gli alleati hanno le carte russe chiare e scoperte sul tavolo, ora sta a loro il rilancio in questo folle gioco di potere per capire se c’è un bluff oppure no. Però, se non dovesse esserci, sarà al vento nucleare che si dirà “…noi eravamo nel giusto perché i lanci erano per legittima difesa e per la pace”.