“Alzare gli argini? Alla luce del riscaldamento globale e dell‘aumento delle piogge, non basta. Vanno presi altri provvedimenti, serve un cambio di paradigma rispetto al passato”. A spiegarlo è Stefano Orlandini, professore ordinario di Costruzioni idrauliche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, intervistato a Milano a proposito della nuova alluvione che ha colpito una parte dell’Emilia Romagna, evento che ha visto ancora una volta i fiumi, e i loro alti argini, protagonisti in negativo. “Il procedimento immediato, banale, di rialzare gli argini può essere visto come un provvedimento che può essere valutato, ma mi auguro che venga valutato insieme ad altri provvedimenti, forse un po’ più moderni”. Il professor Orlandini ha evidenziato come sia fondamentale la manutenzione dei fiumi, “in passato troppo trascurata”. Per il futuro “vanno conciliate due funzioni che sono attribuite ai corsi d’acqua. La prima è quella di smaltimento, soprattutto per quanto riguarda i deflussi di piena, senza dar luogo a esondazioni. Ma c’è anche una funzione ecosistemica che va soddisfatta, vale a dire che la biodiversità deve essere accresciuta”.
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