Caso Pantani, si indaga ancora sulla mafia: in Procura a Trento ascoltate persone informate sul controllo antidoping al Giro d’Italia 1999

La Procura di Trento continua a indagare sulla pista delle scommesse clandestine legate alla camorra

Sotto la lente adesso c’è la frazione di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia 1999. Anzi, il controllo anti-doping svolto la mattina del 5 giugno di 25 anni fa: Marco Pantani risultò positivo e fu escluso dalla Corsa Rosa a due tappe dal termine, quando era saldamente in testa alla classifica con quasi 6 minuti di vantaggio. La Procura di Trento continua a indagare su quell’episodio e sul sospetto della “manipolazione” a opera della camorra. Da qualche mese la magistratura ha riaperto l’inchiesta: il nuovo fascicolo, affidato alla pm della Dda Patrizia Foiera riguarda l’ipotesi di un presunto giro di scommesse clandestine legate appunto alla mafia, che puntava a boicottare la vittoria finale del Pirata. E oggi, svela LaPresse, la procura di Trento ha ascoltato persone informate sui fatti relativi al cosiddetto caso Pantani.

“Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista” è l’ipotesi di reato su cui indaga la pm Foiero che, secondo quanto apprende LaPresse, ha ascoltato una decina di persone informate sui fatti. Ovvero su quello che avvenne al Giro d’Italia 1999. Il primo a parlare della vicenda fu Renato Vallanzasca, criminale italiano condannato per omicidi, sequestri di persona e rapine a cui era stato detto da un detenuto di “scommettere 5 milioni sull’esclusione di Pantani dal Giro”. Nella giornata di sabato 13 luglio scorso, Vallanzasca era stato ascoltato in qualità di persona informata sui fatti, nel carcere di Bollate, dalla stessa pm Foiero: essendo in condizioni di salute precarie, non sarebbe riuscito a rispondere alle domande. La Procura però già due mesi aveva messo in agenda almeno una decina di interrogatori.

Da cosa nasce la nuova inchiesta
Casalesi, i capi di Afragola, di Portici e l’alleanza di Secondigliano: tutti uniti per incastrare Marco Pantani “perché sennò avrebbe buttato in mezzo alla via quelli che gestivano le scommesse“. Questo è il perno della nuova inchiesta della procura di Trento, nata invece da quanto riferito ai carabinieri dal capo clan di Mondragone poi divenuto collaboratore di giustizia. Le sue dichiarazioni sono riportato nei verbali della Commissione antimafia, che ha indagato sulla morte di Marco Pantani. Il Comitato preposto nel settembre 2022 concluse che “le verità consegnate non sono soddisfacenti, né per la cosiddetta squalifica, o meglio sospensione al Giro, né per le vicende che portarono alla morte del ciclista Marco Pantani“, come spiegò l’ex senatore M5s Giovanni Endrizzi. La Commissione antimafia invitò la Procura a “fare chiarezza”. E la magistratura di Trento ha aperto la nuova inchiesta, partendo appunto dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia. Che disse: “Se Pantani vinceva il Giro il banco saltava. E la camorra avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine e rischiava la bancarotta”.

Cosa accade nel 1999
Ma cosa accade quel 5 giugno 1999? Pantani – maglia rosa in quel momento – venne escluso dalla competizione (prima della penultima tappa) per un valore di ematocrito nel sangue non consentito (era a 51,9%, il massimo tollerabile era 50%). Una coincidenza alquanto singolare dato che la sera prima e il pomeriggio successivo, Pantani si era fermato in un laboratorio accreditato per eseguire le controanalisi e i valori erano entro la norma. Restano mai chiarite anche le tempistiche di quel controllo anti-doping, che (anche se a sorpresa) solitamente viene comunicato all’atleta con un leggero anticipo. Un ritiro che costò al Pirata la vittoria del Giro d’Italia e diede un taglio netto alla sua attività: il ciclista non si riprese mai del tutto e la sua carriera prese una brutta piega. Fino al tragico epilogo con la morte nella notte di San Valentino del 2004. Secondo l’ipotesi alla base delle indagini, la camorra avrebbe scommesso miliardi di lire sulla sconfitta di Pantani a quel Giro d’Italia: per questo si parla da tempo di sabotaggio e manomissione della provetta, un’ipotesi tratteggiata anche nella relazione della Commissione parlamentare antimafia che era tornata a indagare sul caso.