Il Premier o la Premier Meloni – detto o detta Giorgia – ha accettato e ricevuto un premio da Elon Musk, fondatore e capo di Tesla (nata per accelerare la transizione verso un mondo di energia sostenibile), nonché al centro di altre importanti iniziative che fino a qualche tempo fa potevano sembrare fantascientifiche, mentre oggi sono realtà in continuo sviluppo. La consegna del premio si è svolta in un clima di allegria e persino di tenerezza, tanto da indurre Musk a intervenire con ironia negando ogni tipo di relazione sentimentale con Meloni: perché lui… era con la mamma (fonte Il Giornale del 26.9).
Ricco sfondato (si calcola che il suo patrimonio personale oltrepassi i 250 miliardi di dollari), trumpiano di ferro e sostenitore incondizionato del tycoon (ma senza arrivare a esporsi – a quanto risulta – con una partecipazione diretta alla violenta manifestazione di Capitol Hill), Elon Musk di recente è entrato a gamba tesa in una faccenda squisitamente italiana: il processo di Palermo contro Salvini per il caso dei migranti (147 di cui 12 minorenni) trattenuti sulla nave Open Arms per 19 giorni, senza permesso di attraccare dopo il salvataggio in mare.
Musk ha dichiarato (con un raffinato stile tipo John Wayne) che in galera ci doveva andare non il ministro Salvini ma il “povero” pm palermitano, che facendo il suo dovere aveva osato chiedere per lui sei anni di reclusione. Vero è che Meloni non lo dice ma è sostanzialmente d’accordo (per lei infatti la richiesta del pm è “incredibile”); tuttavia la performance di Musk-Wayne dovrebbe suscitarle un po’ di mal di pancia, posto che la difesa dei sacri confini italici – lato sensu intesa – comprende anche il dovere di non appiattirsi su un arrogante straniero che tiene le nostre leggi nello stesso conto di un due di picche.
That mad prosecutor should be the one who goes to prison for 6 years
— Elon Musk (@elonmusk) September 14, 2024