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Giornalista italiano entra nel Kursk, la Russia protesta. I servizi di Mosca indagano su altri 3 cronisti stranieri

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Il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa, i servizi di sicurezza di Mosca, hanno aperto indagini penali contro tre giornalisti, due americani e un rumeno, che hanno attraversato “illegalmente” la frontiera russa dall’Ucraina. I due americani, Kathryn Diss e Fletcher Yeung, lavorano per l’emittente Abc, mentre il giornalista rumeno Mircea Barbu lavora per HotNews. In totale, dal 17 agosto sono state aperte indagini contro “12 giornalisti stranieri” per accuse di questo tipo.

La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha protestato per l’ingresso nella regione di Kursk di un altro giornalista italiano, Davide Maria De Luca, che lavora per diverse testate tra cui Il Domani. “Attenzione diplomatici italiani! Forse questa volta vedranno la notizia immediatamente, e non tra un mese”, afferma la portavoce sul suo canale Telegram, riferendosi ai precedenti episodi che hanno visto coinvolti reporter italiani – Stefania Battistini, inviata del Tg1, è stata inserita nella lista delle persone ricercate dalle autorità di Mosca per aver attraversato il confine russo nel Kursk – e direttamente a un post dello stesso De Luca. E’ stato lo stesso giornalista, sul suo profilo X, a rendere noto di essere entrato in territorio russo su un blindato delle forze armate ucraine.

“Non solo Stefania Battistini, le leggi della federazione russa sono state studiate poco anche dal giornalista della testata italiana Domani Davide Maria De Luca – recita il post condiviso da Zakharova – Davide non poteva fare a meno di sapere del richiamo alla giornalista italiana (e del suo inserimento nella lista dei ricercati della procura russa) ma a quanto pare…”.

“Una delle principali tutele per i civili che si trovano in territori occupati e zone di conflitto è la presenza di osservatori, operatori umanitari e giornalisti – ha risposto De Luca, sempre su X -. Sappiamo che la loro presenza non è una garanzia del corretto comportamento degli eserciti, ma in alcune circostanze può essere un potente incentivo. Per questo ritengo che i giornalisti debbano essere liberi di muoversi per fare il loro mestiere in qualsiasi zona di guerra e credo che sia sbagliato perseguirli con accuse speciose, come l’ingresso illegale, soprattutto nel mezzo di un gigantesco conflitto che coinvolge milioni di persone. Credo che impedire ai giornalisti di accedere a un’area di conflitto sia un errore, che a farlo sia il governo russo, quello ucraino, israliano, americano o qualsiasi altro”.

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