“Abitavo sopra un bar, e mi manca il bar sport: quelli di una volta, con il calcio e le chiacchiere. Forse ne avrei aperto uno”. Invece, oggi, Cristiano Giuntoli ricopre il ruolo di Managing Director Football nella Juventus. Una fede calcistica, quella bianconera, trasferita dal padre Tiziano: “Era un tifoso fanatico, quando avevo otto anni mi portava alle partite, a prendere ombrellate. Ho pensato a lui, quando sono arrivato qui, ci penso e mi commuovo. La Juve è un punto d’arrivo, il massimo“. Intervistato al Corriere della Sera, il dirigente bianconero ha fatto il punto della situazione di una stagione “partita da zero”: dall’arrivo di Thiago Motta ai retroscena di calciomercato. Di Massimiliano Allegri non parla (l’allenatore era stato esonerato nel corso della passata stagione con effetto immediato dopo i fatti avvenuti nella finale di Coppa Italia contro l’Atalanta). Poi, la verità su Federico Chiesa e sul rinnovo di Dusan Vlahovic.

Cristiano Giuntoli tra conti, monte ingaggi e sostenibilità
“Bisogna solo fare i conti, e tener presente la prospettiva di cinque anni. Prima potevi avere un giocatore, faccio un esempio, che guadagnava tredici milioni di euro lordi, ora ne hai uno che hai pagato 10 milioni ma che di stipendio pesa meno di un quinto. Non c’è nessun metodo Giuntoli: dovevamo abbassare il monte ingaggi e l’età media della rosa. E l’abbiamo fatto“. Cristiano Giuntoli ha fatto piazza pulita alla Continassa: via gli esuberi e dentro calciatori di prospettiva con ingaggi più sostenibili. “Siamo fra le squadre più giovani del campionato e abbiamo un progetto importante. Sono molto ottimista e anche contento di come è cominciata questa stagione”. Ma come si sceglie un giocatore? “I numeri rappresentano il suo storico, ma ho bisogno di sentire l’emozione, di vederlo e capire cosa mi trasmette. C’è sempre un margine di rischio quando prendi un calciatore. Acquisto più complicato? Forse Victor Osimhen: ci ho messo quattro mesi per portarlo al Napoli”.

L’attivo di Thiago Motta: al via la rivoluzione
“Abbiamo giocato le nostre carte, sposando evidentemente in toto il suo progetto di calcio. Thiago Motta ha avuto un grande impatto all’interno della Juve. Modi gentili, carini, con tutti. Lui è un predestinato, molto empatico con la squadra. Ha grandissima personalità. Dà tutto, vive per questo lavoro”. Corteggiato per diversi mesi, poi la decisione ufficiale. In caso di mancato arrivo, ecco il piano B: “Non dico il nome, ma è un allenatore straniero che esercitava ed esercita ancora in Europa”. E sul predecessore Allegri: “Mi dispiace, di questo non parlo“. Per Cristiano Giuntoli, non bisogna fare distinzioni tra risultato o bel gioco perché “la squadra forte deve saper fare tutto”.

Vlahovic è un problema? Giuntoli fa chiarezza
Estraneo al gioco, pochi palloni toccati e passivo in campo. Nonostante la sostituzione dopo 45′ contro il Napoli, per Cristiano Giuntoli non c’è un problema Vlahovic: “Nel calcio di Thiago succede, nulla di particolare. Un calciatore come lui con prospettive ancora importanti non può mai essere un problema, il rinnovo è un obiettivo, lo faremo. Un giocatore che vale tanto e guadagna tanto per noi rappresenta un patrimonio“.

La verità su Federico Chiesa
Nel corso dell’ultima sessione di calciomercato, si è tanto discusso della permanenza in bianconero di Federico Chiesa. Fuori dal progetto e relegato dalla prima squadra: da separati in casa, la situazione si è sbloccata nelle ultime ore. Oggi, l’esterno italiano veste la maglia del Liverpool. Chiesa aveva salutato con polemiche relative al rinnovo di contratto, Giuntoli ha voluto fare chiarezza: “Siamo stati sempre molto onesti, tutti insieme abbiamo cercato la soluzione più giusta per il giocatore: è molto forte e gli auguriamo tutto il bene possibile”.

“Scudetto? Inter e Napoli le favorite”
Sono passate solo cinque giornate, ma Giuntoli ha le idee chiare: “Inter e Napoli sono le favorite per lo scudetto. Lo dice la storia, vince sempre la squadra più esperta. L’Inter lo è, il Napoli per il cambio strategia che ha fatto lo è diventata. Noi Abbiamo modificato completamente il modo di pensare calcio, partiti da zero. Non sappiamo ancora quello che possiamo fare, siamo alla scoperta di noi stessi“.

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