Quanto sia accidentata la ricerca di sponsor per arrivare alle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, senza lasciare voragini finanziarie alle spalle, lo dimostrano le parole del viceministro della giustizia, Francesco Paolo Sisto. A nome del ministro dello sport Andrea Abodi (indisposto) ha risposto alla Camera dei deputati a un’interrogazione di Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha sollevato dubbi sullo stato dei bilanci di Fondazione Milano Cortina, incaricata dell’organizzazione dell’evento sportivo che si svolgerà in Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Zanella chiedeva conto del passivo di 107 milioni di euro maturato nei primi quattro anni di vita, un dato che ha già suscitato la preoccupazione della Corte dei conti del Veneto in una relazione di qualche mese fa.
Il ministro ha risposto: “I circa 107 milioni di euro di deficit risultano inferiori rispetto ai contributi del CIO (Comitato Olimpico Internazionale, ndr) pari a circa 610 milioni di euro. Rispetto a tale cifra complessiva, infatti, al 30 giugno 2024 risultano già incassati 160 milioni di euro, che, secondo i principi contabili applicati, sono considerati anticipi e sono interamente posti al passivo patrimoniale. Detti incassi rappresenteranno, quindi, solo un futuro provento per la Fondazione e troveranno competenza economica esclusivamente al realizzarsi dei Giochi”.
Sisto ha però dovuto ammettere che al momento i contratti con gli sponsor non raggiungono nemmeno la metà della somma totale di 457 milioni di euro indicata nel dossier di candidatura. Si tratta di soldi necessari per realizzare l’annunciato pareggio di bilancio, che altrimenti dovrebbe essere garantito dallo Stato italiano, dalle Regioni e dalle province autonome coinvolte, che hanno prestato fidejussioni a garanzia di copertura per eventuali perdite. “Rispetto alle sponsorizzazioni gestite direttamente dalla Fondazione, i ricavi pluriennali, al 30 giugno 2024 certi in base a contratti già sottoscritti, sono pari a 214,4 milioni di euro, rispetto ai quali, secondo i principi contabili applicabili, attualmente hanno generato proventi e trovato competenza economica al 30 giugno 2024 solo 60 milioni di euro”.
A fine del primo semestre 2026, quindi, gli “sponsor nazionali”, come vengono chiamati quelli non garantiti dal Cio, hanno raggiunto sulla carta il 45 per cento del totale, con versamenti per 60 milioni di euro. Nei 500 giorni che ancora mancano all’inizio dei Giochi dovranno essere trovati sponsor per altri 240 milioni di euro. Ce la faranno? La preoccupazione è tradita anche dalle dichiarazioni di Andrea Varnier, amministratore delegato di Fondazione, durante la visita a Rho del ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ai cantieri della Fiera di Milano. “Cerchiamo sponsor fino all’ultimo giorno, lo abbiamo visto anche con i nostri colleghi delle Olimpiadi di Parigi, che hanno firmato qualche settimana prima dei Giochi”. E ha aggiunto: “È un lavoro continuo, abbiamo firmato dei contratti molto importanti che ci portano a un livello di budget, non siamo ancora all’obiettivo, ma ci stiamo avvicinando”.
Da Fondazione fanno sapere che i 214,4 milioni sono riferiti a fine giugno. Da allora si sono aggiunti altri quattro sponsor (uno della prima di quattro fasce di livello economico) e quindi l’entità sarebbe già cresciuta. Gli importi che verranno versati da ogni azienda restano in ogni caso riservati e non sono riportati nei comunicati ufficiali (i nuovi sponsor sono Tim, Enel, Airweave, Ticketone e Juniper Networks).
Alla deputata Zanella, che ha chiesto perché non si sia provveduto a intervenire sul patrimonio minimo di Fondazione, viste le perdite, Sisto ha risposto: “La stabilità economica e finanziaria del progetto va valutata su base pluriennale”. Per questo non va ricostituito il patrimonio minimo. “Tale previsione non è in linea con la contabilizzazione dei contributi attesi dal CIO, derivanti dalla vendita dei diritti di broadcasting e di sponsorizzazione a livello internazionale. L’equilibrio della consistenza patrimoniale della Fondazione è garantito per una parte cospicua – circa un terzo del budget pluriennale, per un importo complessivo pari a 610 milioni di euro – da questi contributi, sulla base della disposizione dell’host city contract”. Quella componente non è infatti ancora contabilizzata nell’attivo. “La capacità della Fondazione di perseguire il proprio scopo va accertata in funzione delle previsioni economico-finanziarie pluriennali, tempo per tempo approvate dagli organi competenti in conformità allo statuto e alla legge”.
Una novità contenuta nella risposta del viceministro riguarda “i costi operativi dell’organizzazione quantificati in circa 1.628 milioni di euro”. Si tratta di una correzione al rialzo del bilancio di previsione, che indicava nel dossier di candidatura la cifra di un miliardo e 362 milioni di euro attualizzata al 2018 e di un miliardo e 553 milioni di euro fissata al 2026. Rispetto a quest’ultima cifra siamo a 75 milioni in più. L’onorevole Zanella ha ricordato la relazione della corte dei Conti del Veneto che “rileva il progressivo peggioramento della situazione patrimoniale ed esprime dubbi sulla tenuta del business plan 2024-2026. È vigente la norma del 2020 che prevede che non debbano derivare nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica perché è evidente che lo scopo del consiglio di amministrazione e dell’ente organizzatore Milano-Cortina 2026 è quello di cercare di risolvere il problema del budget”.