Società

Per me barbarie e civiltà sono questa cosa qui: l’elenco potrebbe essere infinito

di Antonino Scalavino

Da qualche giorno mi ritornano in mente due parole che, certamente, avrò sentito in qualche talk show. Barbarie e civiltà. Contrapposte l’una all’altra si ottiene una frase spesso citata anche a sproposito. Ho cercato, secondo me, di dare concretezza a queste due parole.

Barbarie è qualunque uso della violenza, sia verso singole persone o contro comunità di persone, chiunque esse siano. Barbarie è partorire leggi che spesso hanno contribuito a seminare il Mediterraneo di cadaveri. Barbarie è avere approvato leggi che rendono più difficile, a volte impossibile, alle Ong ma anche alle forze dell’ordine di salvare vite in mare. Barbarie è l’invasione di un Paese sovrano, così come ogni attentato terroristico come quello del 7 ottobre dello scorso anno. Allo stesso modo è barbarie non essersi adoperati subito per fermare, con tutti gli strumenti della diplomazia, l’invasione. Forse è anche peggio non avere fatto nulla per prevenirla.

Barbarie è continuare a pensare che la pace si possa fare con le armi e anzi alzando il livello dello scontro. Barbarie è non avere imparato nulla da due guerre mondiali. Non meno barbaro è continuare a fare stragi di innocenti in Medioriente. Civiltà contro barbarie. Mi viene in mente che questa frase l’ho sentita pronunciare al premier israeliano. Ovviamente crede di essere lui dalla parte della civiltà, mentre la Corte internazionale di giustizia lo accusa di genocidio.

Barbarie è avere guardato altrove e continuare a farlo, mentre da quasi 80 anni si ripetono massacri nei territori illegalmente occupati dallo stato di Israele. Barbarie è vedere morire sul lavoro oltre mille persone, oltre cento donne uccise quasi sempre dai compagni o dagli ex, e ancora tollerare più di tremila morti sulla strade del nostro Paese.

Barbarie è che una donna venga uccisa da uno che va in giro di notte, alla ricerca di una vittima. Barbarie è investire uno che ti ha rubato la borsetta, ripassargli addosso con un pesantissimo Suv altre tre volte e poi tornarsene a casa come se nulla fosse. Come se invece di un uomo avesse schiacciato una blatta. Barbarie è che un ministro (sigh!) della Repubblica possa postare delle parole infamanti a difesa dell’assassina. A parti invertite la richiesta sarebbe stato di carcere a vita e di caccia allo straniero.

Barbarie è uno Stato che non riesce a fare sentire cittadini italiani quanti nascono e crescono con i nostri figli nelle nostre scuole.

Purtroppo l’elenco rischierebbe di essere infinito e non ho più la forza per continuare a pensare a tutti i mali di cui è capace l’uomo.

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