Porca eva – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola!
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Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - Ai problemi burocratici si aggiungono le barriere linguistiche ad ostacolare l’accesso alla prevenzione oncologica degli immigrati, così, troppe diagnosi avvengono in fase avanzata. Il 39% delle donne immigrate non esegue la mammografia (rispetto al 27% delle italiane), con la conseguenza che, in questa popolazione, il carcinoma mammario è diagnosticato in stadio precoce (I-II) in circa l’80% dei casi, rispetto a quasi il 90% nelle italiane. Sono problemi avvertiti anche dagli oncologi: 6 su 10 ritengono che la gestione dei pazienti extracomunitari sia complessa e il 91% è preoccupato di non poter comunicare adeguatamente con questi malati. Solo 4 su 10, infatti, hanno il supporto di un mediatore culturale durante la prima visita. Per l’81% la prognosi oncologica nei migranti è diversa (peggiore) rispetto ai risultati raggiunti nella popolazione residente e per l’86% questo è dovuto alle disparità di accesso alle cure in modo tempestivo. Sono questi, in sintesi, i principali risultati del sondaggio promosso dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - si legge in una nota - per analizzare il livello di conoscenza degli specialisti sull’assistenza degli stranieri nel nostro Paese, presentati nel convegno nazionale ‘Oncologia e immigrazione’, al centro delle ‘Giornate dell’etica’, organizzate dalla società scientifica e da Fondazione Aiom, che si aprono oggi all’Isola di San Servolo (Venezia).
“Già nel 2020, l’allora presidente Aiom, Giordano Beretta, decise di organizzare questo evento che, però, venne posticipato a causa della pandemia – spiega Francesco Perrone, presidente Aiom - Il Convegno è stato fortemente voluto dal direttivo e rappresenta un’attività necessaria e naturale. Come evidenziato dal presidente Mattarella, il tema delle cure oncologiche agli immigrati pone in evidenza l’intensa e irrinunciabile connessione tra medicina, profili etici e risvolti sociali. Vogliamo portare alla luce un fenomeno che riguarda tutti, ma ci trova impreparati. L’80% degli oncologi, infatti, ritiene di avere solo parzialmente o di essere del tutto privo di strumenti adeguati per la gestione del paziente immigrato colpito dal cancro. Al termine delle ‘Giornate dell’etica’ pubblicheremo un documento, uno statement, con proposte operative da proporre alle Istituzioni”.
Come osserva Antonella Brunello, membro del direttivo nazionale Aiom, “le difficoltà comunicative ostacolano l’accesso alle cure e agli strumenti di prevenzione e hanno un peso rilevante nella gestione della malattia negli stranieri. Basta pensare che solo il 40% degli oncologi, in occasione della prima visita oncologica di un paziente con barriera linguistica, ha la possibilità di avere un mediatore culturale: il 27% in presenza e il 13% al telefono. Gli ostacoli principali nella presa in carico di un paziente extracomunitario - aggiunge - sono costituiti dalla difficoltà nella comprensione del percorso oncologico e nella comunicazione della diagnosi, dalla mancanza di un caregiver perché spesso si tratta di persone sole e da problemi nella prescrivibilità di farmaci”.
La popolazione residente di cittadinanza straniera (al 1° gennaio 2024) è di 5 milioni e 308mila unità, in aumento di 166mila individui (+3,2%) sull’anno precedente. L’incidenza sulla popolazione totale tocca il 9%. Il 58,6% degli stranieri, pari a 3 milioni 109mila unità, risiede al Nord, per un’incidenza dell’11,3%.
“Oltre che nella società è sempre più rilevante la loro presenza anche nei reparti di oncologia medica – sottolinea Tiziana Latiano, membro del direttivo nazionale Aiom - Siamo di fronte a un problema etico e non bisogna distinguere fra immigrati regolari e irregolari. Spesso curiamo immigrati regolari, che però non parlano italiano, per cui la barriera linguistica resta insuperabile. In questi casi, se non si riesce a comunicare, l’assistenza diventa qualitativamente diversa, anche se possiamo offrire le stesse terapie garantite ai pazienti italiani. Senza un mediatore culturale, molte fasi della malattia oncologica non possono essere gestite nello stesso modo in cui avviene per i pazienti privi di barriere linguistiche”.
Gli immigrati “presenti, anche temporaneamente, sul nostro territorio hanno il diritto di accedere alle strutture sanitarie – spiega Filippo Pietrantonio, membro del direttivo nazionale Aiom - Il riconoscimento formale però non sempre corrisponde ad una vera presa in carico per le difficoltà culturali, burocratiche, amministrative, di informazione, che rendono particolarmente difficile per gli immigrati l’accesso alle cure. Queste persone troppo spesso arrivano alla diagnosi quando il cancro è già in uno stadio avanzato, a causa di scarsa prevenzione ed informazione. Va poi considerato il dramma dell’immigrazione irregolare, che non riesce ad accedere ad alcun tipo di controllo preventivo”. Alle ‘Giornate dell’etica’ vengono presentati, da Manuel Zorzi, direttore del servizio Epidemiologico Regionale di Azienda Zero, Registro Tumori del Veneto, i risultati di uno studio sull’incidenza dei tumori nella popolazione immigrata nella regione che ha coinvolto circa 4 milioni di persone dai 20 anni in su nel quinquennio 2015-2019, di cui 470mila provenienti da Paesi a forte pressione migratoria come Europa Orientale, Asia, Africa, America centro-meridionale. Gli stranieri provenienti da questi Paesi sono molto più giovani degli italiani e hanno un’età media di 40 anni (gli over 60 sono solo il 10%). L’incidenza dei tumori nei migranti è risultata significativamente inferiore (-26% nei maschi e -20% nelle femmine) rispetto a quanto osservato negli italiani. In particolare, il rischio di sviluppare la neoplasia della mammella è inferiore del 37% e il cancro della prostata del 29%.
“Nelle donne immigrate sono molto più diffusi i fattori protettivi nei confronti del carcinoma mammario, come la prima gravidanza in giovane età, un numero elevato di figli e l’allattamento al seno – chiarisce Alessandra Fabi, membro del direttivo nazionale Aiom - Per quanto riguarda il tumore della prostata, la maggior incidenza negli uomini italiani deriva da un eccessivo ricorso al test del Psa, che porta a un numero consistente di sovradiagnosi, cioè all’identificazione di tumori molto piccoli, in prospettiva indolenti, che non avrebbero dato segno di sé in assenza di diagnosi”.
Il tumore della cervice uterina, che fra le italiane sta diventando un tumore raro grazie alla diffusione dello screening con il Pap Test e l’Hpv test, presenta invece un’incidenza doppia fra le straniere. Negli ultimi 3-5 anni, il 78% delle donne italiane ha eseguito lo screening cervicale (all’interno di programmi organizzati o per iniziativa personale), questo valore si ferma al 67% nelle straniere. “Nei migranti il tasso di partecipazione agli screening è significativamente più basso – rimarca il presidente Perrone - Non dobbiamo dimenticare la resistenza rappresentata dall’imbarazzo, dalla scarsa informazione, dal pregiudizio di gran parte della popolazione immigrata, che considera una violazione l’esplorazione del proprio corpo. Il Piano oncologico nazionale 2023-2027 riconosce al migrante lo status di fragile e identifica, tra gli obiettivi strategici, l’aumento della copertura vaccinale e l’adesione consapevole alle campagne di screening. Serve un Piano della Prevenzione che consideri le diversità dei migranti”.
Aggiunge Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom: “Nel 2023, Aiom ha costruito un ponte della ricerca con il Perù e il Sud America, condividendo le linee guida sui principali big killer. L’obiettivo è stato promuovere anche in questi Paesi l’oncologia di precisione. Nel 2025, una delegazione di Fondazione andrà in Tanzania, all’Ospedale Bugando Medical Center di Mwanza. L’oncologia medica in questa città è operativa dal 1999, grazie a un’iniziativa del professor Dino Amadori, past president Aiom. In questi anni la nostra società scientifica ha svolto un ruolo importante nella crescita culturale dei professionisti in Tanzania, attraverso il contatto diretto con oncologi italiani al Bugando Medical Center e grazie alla loro frequenza periodica in centri del nostro Paese. Una collaborazione che ha portato, nel 2022, all’inaugurazione del Mwanza Cancer Center. Vogliamo continuare a sostenere l’attività clinica e promuovere la ricerca scientifica - conclude - intensificando i rapporti con i professionisti tanzaniani”.
Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - “È fuor di dubbio che ovunque nel mondo si registri frequentemente una condizione di disparità nella prevenzione, nella tempestività degli interventi terapeutici, nell’adeguato accesso alle cure. La scelta di sviluppare una riflessione volta a valutare con rigore scientifico l’incidenza delle malattie oncologiche sulle persone immigrate e a rendere migliore la loro possibilità di accesso alle cure esprime una preziosa, e in realtà naturale, volontà di porre la persona, qualunque persona, al centro della riflessione e dell’azione sanitaria. A questo primario dovere di alto valore morale si affianca la ricaduta positiva per l’intera popolazione del nostro Paese in conseguenza delle conoscenze acquisite sulla condizione di questa parte delle persone che vivono in Italia”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un videomessaggio inviato oggi agli oncologi riuniti a San Servolo, Venezia, per Le Giornate dell’etica sull’assistenza oncologica dei migranti, organizzate da Aiom e Fondazione Aiom, Associazione italiana oncologia medica.
Roma, 27 set (Adnkronos) - Il gruppo del Pd al Senato ha presentato una interrogazione al ministro per le imprese e il Made in Italy, primo firmatario Andrea Martella e sottoscritta da tutto il gruppo dem, nella quale si chiede di sapere se il ministro "intenda tempestivamente adottare tutte le misure ritenute necessarie a sostenere la filiera dell'automotive nel superamento dell'attuale fase di crisi, sia sul fronte della produzione sia su quello della vendita di autoveicoli, a partire dal rifinanziamento degli incentivi all'acquisto dei veicoli, con priorità per quelli elettrici e per i veicoli a basse emissioni di anidride carbonica".
Inoltre, i dem chiedono al ministro "quali misure intenda adottare per favorire il rapido superamento delle situazioni di crisi industriale in atto nella filiera dell'automotive, in particolare nel settore della produzione di autovetture, e la continuità operativa degli stabilimenti, al fine di evitare licenziamenti di addetti e quali misure intenda predisporre per le situazioni di potenziale crisi che stanno emergendo nel settore e che rischiano di avere pesanti ricadute occupazionali nei territori coinvolti, in particolare nei principali stabilimenti produttivi del Paese".
Ancora, prosegue l'atto parlamentare, "se ritenga che le risorse per gli ammortizzatori sociali siano sufficienti a sostenere nei prossimi mesi la tenuta occupazionale dell'intero settore dell’Automotive; quali misure intenda adottare per sostenere la filiera industriale dell'automotive per accompagnare i processi di modernizzazione e trasformazione degli impianti; sul fronte degli investimenti innovativi e di ammodernamento tecnologico, per le attività di ricerca e sviluppo e per gli interventi per la formazione professionale continua degli addetti".
Bologna, 27 set. (Adnkronos/Labitalia) - Anche quest’anno, Cersaie, il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno in scena a BolognaFiere si conferma un punto di riferimento per chi desidera capire le nuove tendenze del mercato, scoprire le innovazioni più avanzate e stringere legami strategici con player di livello internazionale. Come ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il settore della ceramica è tra i più difficili da decarbonizzare, ma la soluzione potrebbe arrivare dalla sperimentazione dei micro-reattori nucleari, una tecnologia che permetterebbe di abbassare i costi dell’energia e garantire al tempo stesso la competitività delle imprese italiane su scala globale. Non si tratta di un futuro lontano, ma di una possibilità concreta che potrebbe rivoluzionare il modo in cui l’industria gestisce i propri consumi.
All’interno del salone c’è la ‘Città della Posa’ che con i suoi 2.000 metri quadrati di esposizione, ha rappresentato non solo una vetrina per le nuove tecnologie di posa delle superfici ceramiche, ma anche un laboratorio di idee in continua evoluzione. “La coordinazione tra chi produce e chi distribuisce è fondamentale per incrementare il mercato” ha dichiarato Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica. “Molte aziende sono impegnate a spingere i prodotti ma è necessario che contemporaneamente siano incrementati i rapporti con i distributori per costruire un comparto ancora più forte”. “Cersaie è una fiera sempre più internazionale e rivolta a operatori del settore che voglio investire e incrementare il business”.
“Saremo più competitivi se riusciremo a migliorare la comunicazione e lo scambio di dati tra i protagonisti dell’intera filiera”, ha specificato Luca Berardo, presidente di Assoposa. “Bisogna lavorare per un costruire comune con l’aiuto della tecnologia e della formazione”. “Veniamo da quattro anni in cui non era difficile incrementare il fatturato. Oggi, che siamo tornati, diciamo, “alla normalità” dobbiamo concentrarci nell’offrire una maggiore professionalità e completezza dei servizi”, ha spiegato Gianluca Bellini, direttore generale di Made.
In materia di sostenibilità è intervenuto il presidente di Confindustria Ceramica: “Oggi si fa un gran parlare di sostenibilità ma le industrie della ceramica fanno sostenibilità da sempre. Il percorso della ceramiche è improntato sul recupero dei materiali, sul ricircolo dell’acqua e sull’autoproduzione di energia elettrica, Un punto cruciale per il futuro del nostro comparto è proprio l’energia, alla base della produzione della ceramica”.
Si è anche parlato della direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, che impone requisiti sempre più stringenti per le ‘case green’. Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, ha ricordato che la direttiva non è applicabile al patrimonio immobiliare italiano senza ingenti aiuti economici da parte dell’UE e l’istituzione di nuovi incentivi sostenibili. Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, benché si dichiari contro la bonus economy ha sollecitato il governo a prendere tutte le normative immobiliari, anche pregresse, al fine di delineare scenari credibili e a lungo termine per creare un ecosistema virtuoso.
Per la prima volta Confindustria Ceramica ha assegnato un premio a un posatore che si è particolarmente distinto nell'attività di posa e nell'utilizzo di ceramica italiana individuato quest’anno due premi. Per l’Italia è stata selezionata l’azienda Posami di Milano e per l'estero un’azienda francese La Rhodanienne de Carrelage. Il premio è stato consegnato all’interno dello spazio dedicato alla Città della Posa da Andrea Ligabue, presidente della Commissione Posa di Confindustria Ceramica e da Luca Berardo, presidente di Assoposa. Tra gli elementi Innovativi presenti a Cersaie 2024 c’è stata l’attenzione degli espositori a sostenibilità e risparmio energetico. Le soluzioni esposte si concentrano anche sull’efficienza energetica e il rispetto dell’ambiente, con nuove tecniche di produzione che riducono lo spessore del materiale, ottimizzando così le risorse. Non sono mancate proposte dal design personalizzato che permettono una personalizzazione avanzata delle superfici, utilizzando tecniche di stampa digitale per creare effetti tridimensionali e cromatici che danno profondità alle superfici ceramiche.
Milano, 26 set. (Adnkronos/Labitalia) - Un format inedito che combina show, formazione e dialogo, riposizionando la filosofia al centro di una nuova agorà contemporanea. Così Manuela Ronchi, founder e ceo di Action Holding, descrive “Orbits” lo show-how che si propone di esplorare l’essere umani nell’era dell’intelligenza artificiale per formare leader d’impresa e le nuove generazioni all'interno della quarta rivoluzione digitale. (Video)
“Abbiamo fatto un grande esperimento, che abbiamo chiamato Show How – spiega Manuela Ronchi - Vuol dire mettere al centro i contenuti, approfondire le informazioni, riflettere e non scrollare. Invece di dire uomo al centro, l'uomo dovrebbe stare un po' in periferia e dalla periferia guardare l'uomo. E quindi capire che l'intelligenza non è dell'intelligenza artificiale. Siamo nell'era digitale, abbiamo un'opportunità perché noi esseri umani, cito una bellissima frase del professor Floridi, che siamo a beautiful glitch in the universe, una perfetta anomalia meravigliosa.
Questa anomalia è imperfetta, siamo noi e siamo solo noi che ci possiamo prendere la responsabilità di cut and paste, tagliare e ricomporre la realtà che il digitale ci ha permesso di fare per ridisegnare il nostro ruolo nell'era contemporanea". L'incontro si è svolto a Milano al Teatro Alcione. Protagonista il filoso della comunicazione Luciano Floridi, che ha guidato questo evento divulgativo con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’intelligenza artificiale sia nel mondo delle imprese che in quello universitario. Attraverso un approccio antropocentrico.
“L'intelligenza artificiale può essere un valore aggiunto nel settore del lavoro – spiega Luciano Floridi professore e direttore del Digital Ethics Center all'Università di Yale - perché è vero che sta trasformando profondamente e in maniera molto rapida il mondo del lavoroMa lo sta trasformando in termini di nuove domande per nuovi lavori, non tanto di assenza di lavoro. Ovviamente noi siamo la generazione che paga il costo di questa trasformazione così profonda, ma per attutire l'impatto servono politiche di welfare e per poter trarre il massimo vantaggio dal futuro servono politiche di formazione. Allora più welfare e più formazione è il modo giusto per affrontare la rivoluzione prodotta dall'intelligenza artificiale.”
“Vedo tanta fretta nel dire che dobbiamo per forza usare i chat Cpt, dobbiamo forza integrare dei robot - commenta Ronchi - si cerca subito di pensare a come usare quello che il mondo ci ha messo a disposizione ma senza domandarci perché ci serve, come ci serve e come utilizzarlo e per che motivo utilizzarlo. Quindi i capitani di impresa devono capire che se non integriamo nei processi questa rivoluzione digitale rimaniamo al palo e anche capire quali sono le competenze del futuro. Sono finiti i colori di tutti i colletti e il futuro ha dei colletti verdi, quelli che ridisegnano il mondo".
Il nome stesso “Orbits” riflette la duplice valenza del termine, unendo "Or" (infinite alternative) e "Bits" (digitale). Un approccio orbitale e pluralista che mira a esaminare il nostro mondo digitalizzato da prospettive diverse, pur mantenendo il focus sull'unicità dell'Essere Umani. “L'intelligenza artificiale, quella di oggi, - commenta Floridi - fa un lavoro di filtraggio, lavora su dati prodotti dall'umanità per poi dare risposte a domande che poniamo noi rispetto a questi dati. Insomma, come se fosse un grande e straordinario strumento statistico di interfaccia. Come si fa allora a non perdere di vista che cos'è importante? Ecco, questo lo facciamo bene in Europa soprattutto, mantenere al centro i valori che abbiamo messo a fondamento dell'Europa, la dignità umana, i diritti umani, ma anche quelli ambientali. Allora, non tanto una umanità al centro, quanto i valori al centro, le relazioni al centro che sono sia sociali ma anche ambientali”
Roma, 27 set. (Adnkronos) - La Freccia Rossa è arrivata anche in Austria: il format 1000 Miglia Warm Up, ormai consolidato nell’area di Washington D.C., con anche tre precedenti in Svizzera e uno nel Regno Unito, esordisce così nel Salisburghese e nel Tirolo. La giornata di ieri è stata dedicata al training sul circuito di Salzburgring, unico nel suo genere per la peculiare collocazione in una stretta vallata alpina. Il format Warm Up, del resto, è ideato per preparare al meglio gli equipaggi stranieri ad affrontare la parte sportiva della Corsa più bella del mondo. Il parterre delle vetture partecipanti comprende dodici fra i marchi più illustri dell’automobilismo sportivo, da modelli del 1929 come l’Alfa Romeo 6C 17500 SS Zagato e la Lancia Lambda Torpedo 218, fino alla Ferrari 308 GTS del 1979, la più “giovane” fra le vetture in gara. Menzione speciale per una Austin-Healey del 1958, una Triumph TR3 Sport del 1957 e una Porsche 356.
Alle 9 di stamattina, le 40 vetture partecipanti, tra cui 10 Porsche a contendersi la vittoria nel Porsche Challenge, sono partite alla volta della cittadina tedesca di Anger per una sosta al Museo Hans-Peter Porsche Traumwerk. Si è proseguito poi verso Lienz, nel Tirolo orientale, per giungere infine a Mittersill. Sabato 29, il convoglio attraverserà la regione del Salzkammergut. Dopo una sosta sul lungolago di St. Gilgen, gli equipaggi rientreranno a Salisburgo. In città, le auto attraverseranno il centro storico, concludendo la gara nella Mozartplatz. Seguirà una presentazione delle vetture nella sontuosa Residenzplatz. L’equipaggio che trionferà nella classifica assoluta si aggiudicherà la garanzia di ammissione alla 1000 Miglia 2025 e verrà premiato nell'Hangar-7 Red Bull dell'aeroporto di Salisburgo dove, accanto alla collezione di aerei storici, auto da corsa ed elicotteri, verranno esposte le auto vincitrici.
"1000 Miglia Warm UP in Austria rappresenta un passo importante nel progetto di internazionalizzazione intrapreso dalla nostra Freccia Rossa -commenta Alberto Piantoni, Ceo di 1000 Miglia- gli scenari incredibilmente suggestivi di questo territorio, la rinomata ed eccellente ospitalità locale e il know-how unico della 1000 Miglia saranno le basi di questa nuova avventura che siamo convinti diventerà uno degli eventi più ambiti della stagione per gli appassionati".
Bologna, 27 set. (Adnkronos/Labitalia) - Anche quest’anno, Cersaie, il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno in scena a BolognaFiere si conferma un punto di riferimento per chi desidera capire le nuove tendenze del mercato, scoprire le innovazioni più avanzate e stringere legami strategici con player di livello internazionale. Come ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il settore della ceramica è tra i più difficili da decarbonizzare, ma la soluzione potrebbe arrivare dalla sperimentazione dei micro-reattori nucleari, una tecnologia che permetterebbe di abbassare i costi dell’energia e garantire al tempo stesso la competitività delle imprese italiane su scala globale. Non si tratta di un futuro lontano, ma di una possibilità concreta che potrebbe rivoluzionare il modo in cui l’industria gestisce i propri consumi.
All’interno del salone c’è la ‘Città della Posa’ che con i suoi 2.000 metri quadrati di esposizione, ha rappresentato non solo una vetrina per le nuove tecnologie di posa delle superfici ceramiche, ma anche un laboratorio di idee in continua evoluzione. “La coordinazione tra chi produce e chi distribuisce è fondamentale per incrementare il mercato” ha dichiarato Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica. “Molte aziende sono impegnate a spingere i prodotti ma è necessario che contemporaneamente siano incrementati i rapporti con i distributori per costruire un comparto ancora più forte”. “Cersaie è una fiera sempre più internazionale e rivolta a operatori del settore che voglio investire e incrementare il business”.
“Saremo più competitivi se riusciremo a migliorare la comunicazione e lo scambio di dati tra i protagonisti dell’intera filiera”, ha specificato Luca Berardo, presidente di Assoposa. “Bisogna lavorare per un costruire comune con l’aiuto della tecnologia e della formazione”. “Veniamo da quattro anni in cui non era difficile incrementare il fatturato. Oggi, che siamo tornati, diciamo, “alla normalità” dobbiamo concentrarci nell’offrire una maggiore professionalità e completezza dei servizi”, ha spiegato Gianluca Bellini, direttore generale di Made.
In materia di sostenibilità è intervenuto il presidente di Confindustria Ceramica: “Oggi si fa un gran parlare di sostenibilità ma le industrie della ceramica fanno sostenibilità da sempre. Il percorso della ceramiche è improntato sul recupero dei materiali, sul ricircolo dell’acqua e sull’autoproduzione di energia elettrica, Un punto cruciale per il futuro del nostro comparto è proprio l’energia, alla base della produzione della ceramica”.
Si è anche parlato della direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, che impone requisiti sempre più stringenti per le ‘case green’. Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, ha ricordato che la direttiva non è applicabile al patrimonio immobiliare italiano senza ingenti aiuti economici da parte dell’UE e l’istituzione di nuovi incentivi sostenibili. Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, benché si dichiari contro la bonus economy ha sollecitato il governo a prendere tutte le normative immobiliari, anche pregresse, al fine di delineare scenari credibili e a lungo termine per creare un ecosistema virtuoso.
Per la prima volta Confindustria Ceramica ha assegnato un premio a un posatore che si è particolarmente distinto nell'attività di posa e nell'utilizzo di ceramica italiana individuato quest’anno due premi. Per l’Italia è stata selezionata l’azienda Posami di Milano e per l'estero un’azienda francese La Rhodanienne de Carrelage. Il premio è stato consegnato all’interno dello spazio dedicato alla Città della Posa da Andrea Ligabue, presidente della Commissione Posa di Confindustria Ceramica e da Luca Berardo, presidente di Assoposa. Tra gli elementi Innovativi presenti a Cersaie 2024 c’è stata l’attenzione degli espositori a sostenibilità e risparmio energetico. Le soluzioni esposte si concentrano anche sull’efficienza energetica e il rispetto dell’ambiente, con nuove tecniche di produzione che riducono lo spessore del materiale, ottimizzando così le risorse. Non sono mancate proposte dal design personalizzato che permettono una personalizzazione avanzata delle superfici, utilizzando tecniche di stampa digitale per creare effetti tridimensionali e cromatici che danno profondità alle superfici ceramiche.
Cosa implicano le due scelte che ti proponiamo: