Un carico di fertilizzanti “a rischio di esplosione” mette in allarme il Regno Unito. Si trova a bordo di una nave, la Ruby, salpata due mesi fa dalla penisola di Kola, nel nord della Russia, e ormeggiata ora a ridosso delle coste inglesi del Kent, bisognosa a quanto pare di riparazioni. Il cargo contiene infatti 20.000 tonnellate di prodotti agricoli a base di nitrato di ammonio, come riporta la Bbc: la stessa sostanza che, deflagrando in un deposito nel porto di Beirut, fece strage nel 2020 nella capitale libanese affossando l’economia dell’intero paese.

La nave batte bandiera di Malta – appartiene alla la società armatrice Ruby Enterprise , mentre il carico risulta di proprietà di una società con sede a Dubai. La sua provenienza, e le rotte precedenti, evidenziano legami con Mosca; fino al sospetto che possa far parte di quella flotta mercantile “fantasma” che la Russia è accusata di usare dai governi occidentali per aggirare le sanzioni imposte da Usa e alleati in risposta alla guerra in Ucraina.

Le preoccupazioni relative alla Ruby non riguardano tuttavia al momento questo aspetto, bensì le condizioni dello scafo. E i rischi – sebbene al momento solo teorici, e minimizzati da controlli eseguiti in in Norvegia – collegati con il devastante potenziale esplosivo del nitrato di ammonio. Oltre all’allarme ambientale in caso d’ipotetico affondamento.

Stando ai piani di navigazione, il cargo era diretto a Rotterdam, in Olanda, principale hub portuale commerciale d’Europa. Mentre le autorità della Valletta hanno fatto sapere di non essere in grado di prendersene carico per le riparazioni, malgrado l’armatore sia maltese.

Partita nel suo ultimo viaggio dal porto russo di Kandalaksha a luglio, la nave si è vista negare uno scalo a Klaipeda, in Lituania, e ha poi proseguito sotto scorta al largo della Norvegia. A Londra ci si interroga sul perché sia stata scortata da un rimorchiatore norvegese, l’Amber II, proprio verso le acque britanniche. Anche Oslo ha assicurato che, nel suo passaggio a Tromso, il cargo è stato ispezionato e giudicato sufficientemente sicuro, a livello di standard di navigazione e pericoli d’inquinamento.

Andrea Sella, professore di chimica allo University College London, ha dichiarato alla Bbc di non ritenere che vi sia un pericolo concreto d’esplosione, a meno di un incendio. “Capisco la cautela delle autorità a Tromso (che lo hanno fatto ispezionare e poi scortare via, ndr), ma credo che le chance di un disastro simile a quello di Beirut siano relativamente modeste”, ha affermato Sella; pur mettendo in guardia sul possibile sprigionarsi di un focolaio in caso di riparazioni, “a seconda della natura” degli interventi richiesti a bordo.

(Immagine generica d’archivio)

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