Dodici anni per Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao, 10 anni e 8 mesi per Samuele La Grassa che ha collaborato alle indagini. Sono queste le richieste della procura di Palermo Per i sei imputati accusati dello stupro di gruppo al Foro Italico del 7 luglio 2023. Le richieste tengono conto dell’aumento di pena per le aggravanti e della riduzione di un terzo per la scelta da parte degli imputati del rito abbreviato. Vittima della violenza è una ragazza di 19 anni.

Per la vicenda c’è anche un settimo imputato, che all’epoca dei fatti non aveva ancora compiuto 18 anni, già condannato col rito abbreviato a 8 anni e 8 mesi di reclusione dalla giudice del tribunale per minorenni Maria Pino. Per i sei maggiorennni, invece, il collegio presieduto da Roberto Murgia si è ritirato e la sentenza è prevista per metà ottobre. Durante la requisitoria, i pubblici ministeri hanno ripercorso ogni istante della notte dello stupro e hanno ricostruito le singole condotte dei sei imputati per violenza sessuale aggravata. Una volta conclusa la requisitoria, sono iniziate le discussioni delle parti civili.

A denunciare la violenza subita era stata la stessa vittima: gli imputati l’avevano fatta ubriacare per poi condurla in un cantiere abbandonato del Foro italico, dove l’avevano stuprata. Gli abusi vennero filmati dal maggiore del gruppo, Angelo Flores, che in passato aveva anche avuto una relazione con la giovane. Tutti gli imputati hanno scelto il rito abbreviato e si sono detti innocenti negando la violenza e parlando di rapporto consensuale. La Grassa, alla scorsa udienza, ha reso nota una lettera in cui chiedeva scusa alla madre e alla fidanzata. “Al plauso per il notevolissimo lavoro svolto dagli Uffici della Procura di Palermo, si aggiunge la desolante considerazione che gli imputati hanno sostenuto come nella stragrande parte dei processi di stupro- la natura consenziente del rapporto sessuale. Lo hanno fatto nonostante le mille evidenze di segno contrario, a partire dallo stesso corpo della giovane vittima, che di quella forsennata violenza recava i segni”, si legge in un comunicato dell’Associazione Insieme a Marianna, rappresentata dalle avvocate Felicia D’Amico ed Alessandra Inguaggiato.

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