Una maxi operazione congiunta contro la pedofilia condotta in Sud America ha permesso di trarre in salvo 20 vittime. Le forze dell’ordine di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay e Venezuela hanno collaborato nell’ambito di un’indagine, denominata Orion International e condotta tra maggio e settembre 2024, avviata a seguito di alcune segnalazioni presentate da investigatori cileni e argentini.

I dodici paesi hanno unito le forze per combattere la produzione, la distribuzione e il possesso di contenuti relativi all’abuso e allo sfruttamento sessuale di minori su internet. Secondo un comunicato emanato dall’Interpol: “Sono stati arrestati 18 aggressori diretti, mentre 111 persone sono accusate di possesso e distribuzione di contenuti pedo-pornografici. Sette persone sono ricercate a livello internazionale per reati sessuali contro i bambini e sono oggetto di allerta rossa”.

L’operazione si è concentrata sull’identificazione e il salvataggio delle vittime. In Argentina, l’indagine ha portato al salvataggio di una vittima di nove anni che ha subito abusi per almeno 6 anni. In Cile, l’arresto di un uomo che aveva scambiato contenuti sessuali relativi a minori in vari gruppi di messaggistica, ha permesso di trarre in salvo di una giovane di 14 anni, figlia del partner del criminale.

Le persone arrestate sono per lo più uomini di età compresa tra i 14 e gli 86 anni. Tra gli accusati ci sono un insegnante, un meccanico, un musicista, un giornalista, un grafico, una guardia giurata, uno psicologo e un tassista. L’unità Crimes Against Children dell’Interpol ha analizzato e consolidato le informazioni acquisite e le ha poi condivise. Un incontro pre operativo con procuratori e investigatori, supportato dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, ha poi delineato la tabella di marcia per la collaborazione transfrontaliera.

Nell’ambito dell’operazione, riporta Interpol, è stato anche chiesto ai paesi partecipanti di valutare gli avvisi di allerta esistenti per i molestatori sessuali su minori che si ritiene vivano all’interno dei loro confini. In uno di questi casi, le autorità coreane hanno fornito informazioni sul gestore di un sito web che condivideva materiale sullo sfruttamento minorile. Grazie alla collaborazione tra Corea ed Ecuador, l’individuo è stato poi arrestato.

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