Arriva la stretta del governo per le violenze sui sanitari. Ci sarà l’arresto obbligatorio in flagranza anche differito per i reati commessi ai danni di medici, infermieri e personale socio-sanitario mentre sono in orario servizio, nonché per chi si scaglia contro i beni destinati all’assistenza sanitaria. Questo tipo di aggressioni, quindi, viene ora equiparato – sotto questo punto di vista – alla violenza sulle donne e alle manifestazioni sportive. La norma arriva dopo le decine di episodi che si sono verificati da nord a sud negli ultimi mesi, tra le proteste dell’Ordine dei medici e dei sindacati di categoria. Il decreto introduce anche multe fino a 10.000 euro per chi produce qualsiasi tipo di violenza e di distruzione di suppellettili o di ambienti nelle strutture sanitarie.
“Abbiamo dato un’altra risposta concreta a tutela di medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari”, ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci spiegando che il decreto è “immediatamente applicabile” e ha “scopo preventivo e di deterrenza” affinché nelle strutture sanitarie e sociosanitarie “si lavori in sicurezza”. Soddisfazione viene espressa dall’Anaao-Assomed, il sindacato dei medici dirigenti del Servizio sanitario nazionale: “È quello che avevamo chiesto per quanto concerne la risposta all’attuale emergenza aggressioni. Si è passati dalle parole ai fatti. Occorre però insistere su modifiche legislative perché solo le deterrenze non risolvono il problema delle violenze”.
Apprezzamento anche dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri: “Crediamo che il governo ora debba dare delle precise indicazioni alle Aziende Sanitarie e alle Regioni perché adottino sistemi di videosorveglianza, utilizzando eventualmente anche i fondi del Pnrr, per poter consentire a questa norma di diventare realmente efficace”, afferma il presidente Filippo Anelli. L’istituto dell’arresto in flagranza differita, già adottato in contesti quali le manifestazioni sportive o i reati inerenti alla violenza domestica, permette infatti di estendere la flagranza sino alle 48 ore dopo il fatto se è disponibile adeguata documentazione derivante, ad esempio, da dispositivi di sorveglianza.
“L’intenzione è di prevedere nella prossima legge di bilancio una norma che ovviamente avrà adeguata copertura finanziaria per l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle parti delle strutture sanitarie maggiormente interessate dalle aggressioni – ha promesso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano – Non la si è inserita in questo decreto legge perché è necessario un confronto con le Regioni che hanno la competenza in sanità e con il Garante della privacy, trattandosi di strutture per cui servono delle cautele nell’utilizzo anche da parte delle forze di polizia.