Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen ha nuovamente rivisto al ribasso le sue previsioni sull’andamento del 2024,in seguito alla debole domanda di vetture. Si tratta della seconda revisione nel giro di poco più di due mesi, la prima correzione risale allo scorso luglio. La casa tedesca vede ora un margine operativo (differenza tra ricavi e costi della produzione, ndr) del 5,6% contro il 7,4% stimato due mesi fa.

A questo punto tutti e tre i grandi produttori tedeschi, ovvero Volkswagen, Mercedes-Benz e BMW, hanno avvisato mercati ed investitori che i risultati probabilmente non saranno quelli sperati. Pesa molto la flessione delle vendite in Cina, il mercato più grande del mondo, cruciale per i marchi di Germania. Il paese asiatico vive una fase di rallentamento economico ma, al contempo, un prepotente affermarsi di produttori locali di auto elettriche, vetture in cui la Cina vanta un primato tecnologico.

Nelle scorse settimane Volkswagen aveva prospettato la necessità di licenziamenti e chiusure di fabbriche anche in Germania, cosa mai avvenuta nella sua storia. Si infrangerebbe così quell’accordo su cui si sono strutturati sinora in Germania i rapporti tra grandi aziende e lavoratori. Da un lato l’impegno a non licenziare (e a non perdere competenze), dall’altro la disponibilità a ridurre orario di lavoro e retribuzioni nelle fasi di crisi. Le difficoltà di Volkswagen coinvolgo anche marchi controllati come Seat e Skoda.

Quest’anno le vendite cumulative del gruppo scenderanno a circa 9 milioni di veicoli, dai 9,24 milioni del 2023. La casa automobilistica aveva precedentemente previsto, viceversa, un incremento del 3%. L’azienda prevede che il flusso di cassa netto nella divisione automobilistica raggiungerà circa 2 miliardi di euro, in diminuzione rispetto ai precedenti 4,5 miliardi di euro, anche a causa dei deludenti risultati della partnership con Rivian Automotive, sulla tecnologia dei veicoli elettrici.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Sedicesimo mese consecutivo di calo per il fatturato dell’industria italiana. Urso: “Colpa della Germania”

next