Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah che Israele ha comunicato di aver ucciso con il raid di ieri su Beirut, era nato il 31 agosto 1960 in una modesta famiglia di nove figli nella capitale libanese. La sua famiglia proveniva dal villaggio di Bazouriyé, nel sud del Libano. Da adolescente aveva studiato Teologia nella città santa sciita di Najaf, in Iraq, ma aveva dovuto lasciare durante le repressioni contro gli sciiti guidate dall’allora presidente iracheno Saddam Hussein. Poi per qualche anno aveva studiato a Qom, in Iran, e questo aveva creato un rapporto speciale con il regime iraniano. Tornato in Libano, scosso dalla guerra civile iniziata nel 1975, si era unito al movimento sciita Amal, ma se ne era allontanato durante l’invasione israeliana del Paese dei Cedri nell’estate del 1982 per entrare a far parte del nucleo fondatore di Hezbollah. Sposato e con cinque figli, Hassan Nasrallah parlava correntemente il farsi. Indossava il turbante nero dei Sayyed, i discendenti del Profeta Maometto.

Dal ’92 alla guida di Hezbollah – Nasrallah è arrivato al timone del gruppo libanese sciita dal 1992, quando prese il posto di Abbas Musawi dopo il suo assassinio per mano israeliana. È sotto la sua guida che il gruppo è passato da essere un movimento armato locale a un partito politico con grande seguito, oltre che un’affermata forza militare. Nel 2021 lo stesso Nasrallah dichiarò che contava su 100mila combattenti. Sotto la sua leadership il gruppo ha aiutato ad addestrare combattenti di Hamas, nonché milizie in Iraq e Yemen e ha ottenuto dall’Iran missili e razzi da usare contro Israele.

Negli anni 2000 Hezbollah diventò l’unica forza armata a costringere Israele a ritirarsi da un Paese arabo: da quel momento Nasrallah iniziò a essere percepito come un eroe nel mondo arabo ed è arrivato a essere uno dei punti di riferimento del cosiddetto ‘Asse della resistenza’ dell’Iran, che include appunto Hezbollah, nonché Hamas, Jihad islamica, houthi dello Yemen, milizie irachene filo-iraniane e la Siria di Bashar Assad.

I combattenti per Assad e l’elogio dell’eccidio del 7 ottobre – Dopo la decisione di Nasrallah di mandare combattenti in Siria a sostegno di Assad, i leader sunniti libanesi accusarono Hezbollah di aver trascinato il Paese nella guerra siriana. Con l’attacco del 7 ottobre lanciato da Hamas nel sud di Israele, a cui seguì lo scoppio della guerra a Gaza, è iniziato un altro capitolo nella situazione sempre tesa al confine fra Libano e Israele. Nasrallah disse che non era a conoscenza del piano d’attacco di Hamas ma lo elogiò come un “atto eroico”. Dal giorno dopo, l’8 ottobre, iniziarono lanci di razzi contro Israele in segno di solidarietà con i palestinesi. Cessi il fuoco a Gaza e Hezbollah cesserà i lanci di razzi, è il mantra che Nasrallah ha ripetuto negli 11 mesi di guerra nella Striscia.

La residenza segreta – In una rara intervista, aveva dichiarato di aver giocato a calcio in gioventù e di amare ancora Maradona. Sebbene non fosse tecnicamente una figura pubblica ufficiale in Libano, era uno dei politici più in vista del Paese. Decideva della guerra o della pace, era a capo di potenti istituzioni e di una formidabile milizia pesantemente armata. Irriducibile nemico giurato di Israele, appariva raramente in pubblico dopo la guerra che ha contrapposto il suo movimento all’esercito israeliano nell’estate del 2006, e il suo luogo di residenza è sempre stato tenuto segreto.

Nei suoi discorsi ha sempre sottolineato non è possibile fare pace con Israele e l’unica soluzione è cacciare via gli israeliani con le armi. Nel discorso del 25 agosto scorso aveva accusato il governo di Benjamin Netanyahu di aver sorpassato “tutte le linee rosse”. Dal 2006, quando ci fu un primo round di guerra aperta, non li pronuncia più in pubblico perché temeva di essere assassinato. Ma tutto il Paese era sintonizzato sui suoi lunghi discorsi, trasmessi in diretta, in cui usava l’umorismo, ma non esitava a minacciare i suoi nemici. I suoi seguaci lo chiamavano “Il Sayyed’’ o “Abu Hadi” – in arabo padre di Hadi, il figlio ucciso negli scontri con le truppe israeliane nel 1997.

Scampato all’attacco con i cercapersone – I servizi di sicurezza di Hezbollah hanno sempre lavorato per prevenire possibili operazioni israeliane contro Nasrallah: isolato in luoghi sconosciuti, dove non ci si può avvicinare con i telefoni e hanno sottoponevano chiunque dovesse incontrarlo a perquisizioni maniacali. Era riuscito a scampare al sabotaggio di massa con i cercapersone esplosivi di dieci giorni fa. Nel 1997 uno dei suoi quattro figli, Hadi Nasrallah, che si era addestrato per tre anni nelle forze speciali del gruppo libanese, è morto a diciotto anni in uno scontro con le truppe israeliane. Il suo cadavere fu restituito otto mesi dopo in cambio dei resti di soldati israeliani.

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