È stato arrestato in flagranza con l’accusa di possesso illegale di sostanze stupefacenti il padre della bambina di due anni che giovedì sera è stata ricoverata all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza per avere ingerito della marijuana. L’arresto è stato eseguito dalla Squadra mobile della Polizia dopo che nell’abitazione dell’uomo, nel quartiere “Serra Spiga”, è stato trovato un consistente quantitativo di marijuana e materiale per il confezionamento delle dosi da spacciare: il gip ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre la madre è stata denunciata in libertà sempre per possesso illegale di droga. La bambina, ricoverata nel reparto di terapia intensiva, non è in pericolo di vita, ma l’attenzione dei sanitari sulle sue condizioni cliniche è massima: sin dal suo arrivo al pronto soccorso è stata sottoposta agli esami tossicologici e a tutti gli accertamenti necessari. In un primo momento era stata posta in coma farmacologico, che nelle ore successive è stato sospeso consentendole di riprendere le sue funzioni vitali, sotto lo stretto controllo dei sanitari.

Erano stati proprio i genitori a portare la bambina in ospedale, riferendo ai sanitari di essersi allarmati dopo che la figlia non reagiva agli stimoli e affermando di non sapere il motivo. Gli esami tossicologici hanno mostrato l’ingestione di un consistente quantitativo di stupefacente, spingendo il personale sanitario ad avvertire subito il posto fisso di Polizia. Da lì è partita l’indagine che ha portato all’arresto dell’uomo: né a lui né alla moglie viene contestato al momento nulla riguardo alle modalità con cui la bambina ha ingerito la sostanza. Saranno gli sviluppi delle indagini a determinare, eventualmente, un aggravamento della loro posizione con la contestazione di reati più gravi. La coppia, tra l’altro, ha altri due figli in tenera età che per volontà degli stessi genitori sono stati affidati temporaneamente ad alcuni parenti. Non si esclude comunque che nei prossimi giorni, a causa della situazione di degrado familiare emersa dalla vicenda, il Tribunale dei minorenni possa sospendere o revocare, su richiesta della Procura, la patria potestà ai due indagati.

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