Beauty e Benessere

Il cuore spezzato non è solo un modo di dire: cosa succede al corpo quando ci innamoriamo (e quando ci lasciamo)

Lo stress psicologico per la fine di un amore può avere effetti tangibili sulla salute? La Scienza ha provato a rispondere

di Beatrice Manca
Il cuore spezzato non è solo un modo di dire: cosa succede al corpo quando ci innamoriamo (e quando ci lasciamo)

Si perde il sonno, l’appetito, la concentrazione: tutto sembra più difficile e non c’è nulla di veramente eccitante. Per non parlare poi della voglia di piangere che arriva nei momenti meno opportuni. Li avrete sicuramente riconosciuti: sono i sintomi di una delusione d’amore o, se preferite, di un cuore spezzato. Ma lo stress psicologico per la fine di un amore può avere effetti tangibili sulla salute? La Scienza ha provato a rispondere.

L’amore spiegato dalle neuroscienze
Le conseguenze dell’amore sul corpo sono state indagate a lungo dalle neuroscienze. Ma la sede dei sentimenti romantici non è il cuore, come pensiamo, bensì il cervello. Stephanie Cacioppo, neuroscienziata dell’Università dell’Oregon, ha raccontato cosa ci fa innamorare e cosa fa durare le relazioni nel libro Wired For Love: A Neuroscientist’s Journey Through Romance, Loss and the Essence of Human Connection. “L’amore è una necessità biologica, tanto vitale per il benessere di una persona quanto l’acqua, il cibo e l’esercizio fisico”, ha spiegato l’autrice in un’intervista a National Geographic. Per capire perché stiamo così male dopo una rottura, quindi, dobbiamo partire dall’inizio. Cioè dagli ormoni che giocano un ruolo fondamentale nell’attrazione e nella formazione di legami.

I sette ormoni dell’amore
Come spiega Nat Geo, le ricerche sul tema si concentrano su sette neurotrasmettitori in particolare. Il primo è l’ossitocina – chiamato non a caso l’ormone dell’amore – che rafforza i legami, l’attaccamento e la fiducia nei confronti di qualcuno. C’è poi la vasopressina, un neurotrasmettitore che invia il segnale di “procedere con cautela”, specialmente all’inizio. Recenti studi dimostrano che potrebbe essere anche correlato alla gelosia. Il terzo ormone è ben noto: la dopamina, legata al senso di benessere e di ‘ricompensa’. Viene attivata da ciò che nel momento ci fa sentire bene – cibo, esercizio fisico, sesso – ma gioca un ruolo cruciale anche nelle dipendenze. Insomma: l’euforia che proviamo dopo un bacio e la spinta a volerne ancora (per citare Saffo) dipendono dalla dopamina.

Quando stiamo vicino alla persona di cui ci stiamo innamorando, capita di sentire il cuore che batte all’impazzata o le mani sudate. La ‘colpa’ (o il merito) è della noradrenalina. Potrebbe anche essere il motivo per cui ci ricordiamo i primi appuntamenti in modo così dettagliato anche a distanza di anni. Nell’impeto della passione intervengono anche i nostri ormoni sessuali, cioè il testosterone e gli estrogeni. Ultima, ma non meno importante, è la serotonina. Sorprendentemente, quando siamo attratti da qualcuno, spesso non aumenta ma diminuisce. Secondo una ricerca di Sandra Langeslag, neuroscienziata comportamentale dell’Università del Missouri, questo porta alla creazione di pensieri ossessivi simili a quelli sperimentati da persone con disturbi ossessivi-compulsivi.

I benefici dell’amore sul corpo
L’amore, comunque lo si voglia definire, è un fenomeno complesso che crea una reazione a cascata nel cervello, attivando la produzione di molte sostanze chimiche contemporaneamente. Sperimentiamo stati di gioia, gestiamo meglio il dolore e lo stress. Diverse ricerche suggeriscono che quando siamo innamorati migliorano la qualità del sonno, il sistema immunitario e persino alcune funzioni cognitive. Insomma: ci sentiamo bene, stiamo bene. Il ruolo degli ormoni cambia col passare del tempo, quando si passa dall’attrazione alla stabilità, rafforzando il senso di sicurezza e di attaccamento.

Come viviamo una rottura amorosa
Quando ci lasciamo, però, il flusso costante di ormoni del benessere si interrompe di colpo e aumentano gli ormoni legati allo stress, come il cortisolo e la noradrenalina. Non parliamo solo di uno stress emotivo, ma a volte anche di un disagio fisico vero e proprio, che si traduce in perdita di appetito, ansia e disturbi del sonno. Vi suona familiare? Ci sono però delle buone notizie. Col tempo, i nuovi legami aiutano il cervello a riequilibrarsi e adattarsi. Il che non significa gettarsi per forza a capofitto in nuove relazioni, ma dare priorità alle connessioni umane con amici e familiari. L’altra buona notizia è che gli ormoni del benessere non sono attivati solo dall’amore o dal sesso. Ci sono molti modi, che spaziano dallo sport al contatto con la natura, dalle coccole al proprio animale domestico fino al tempo di qualità passato con gli amici. La famosa ‘serata tra ragazze’ (o tra ragazzi) con il gelato, le maschere di bellezza e le canzoni di Adele, insomma, ha qualche fondo di verità. Isolarsi a lungo, invece, può essere controproducente: gli esseri umani si sono evoluti per stabilire legami sociali. Le relazioni – platoniche, familiari, amorose o d’amicizia – sono una necessità biologica.

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