“Il ricorso? Beh, non possiamo controllare tutto, no? Ovviamente sono molto deluso e anche sorpreso da questo appello, a dire il vero, perché abbiamo avuto tre perizie. Tutte e tre sono state a mio favore. A dire il vero non me l’aspettavo. L’ho saputo sapevo un paio di giorni fa, che avrebbero fatto appello, che oggi sarebbe diventato ufficiale, quindi…”. Al termine della vittoria contro Roman Safiullin – nel secondo turno dell’Atp 500 di Pechino – inevitabile il commento di Jannik Sinner in merito al ricorso presentato dalla WADA (Agenzia mondiale antidoping) alla Corte Arbitrale dello Sport di Losanna dopo il suo proscioglimento, scagionato il 19 agosto dalla International Tennis Integrity Agency (Itia). Nonostante tutto, però, lui e il suo staff sono sereni per quanto potrebbe accadere: “Parliamo sempre della stessa cosa. Forse vogliono solo assicurarsi che tutto sia nella posizione giusta. Sì, sono solo sorpreso che abbiano fatto ricorso.”

La WADA presenta ricorso: i possibili scenari
Partiamo anzitutto dal comunicato ufficiale. Come si evince, infatti, “la WADA non chiede la squalifica di alcun risultato, salvo quelli già imposto dal tribunale di primo grado”. Al tempo stesso, però, può chiedere una squalifica nei confronti dell’italiano che lo potrebbe tenere lontano dal circuito per 1 o 2 anni. Inizialmente, Sinner aveva perso solo i punti e il montepremi guadagnati a Indian Wells lo scorso marzo. Allo stato attuale e senza una risposta, il tennista altoatesino potrà scendere in campo senza alcuna restrizione. Il CAS (la corte arbitrale dello Sport) dovrà decidere se andare contro la sentenza di primo grado oppure confermarla. Una cosa è certa: i tempi per avere delle risposte non saranno immediati. Per una sentenza di secondo grado, infatti, i tempi saranno molto ampi (almeno 6 mesi). Ora, palla agli avvocati. Intanto Sinner dovrà dedicarsi solo al campo: lui potrà continuare a giocare e sicuramente i titoli conquistati in questi ultimi mesi non gli verranno revocati.

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