L’ossessione di Nick Kyrgios si chiama Jannik Sinner. Ogni novità che riguarda il numero 1 al mondo (e che non sia legata ai risultati sportivi) è accompagnata da un commento sui social del tennista australiano. Come accaduto nelle ultime ore, in seguito al ricorso effettuato dalla Wada alla Corte Arbitrale dello Sport di Losanna – relativa al caso Clostebol – dopo il proscioglimento del tennista italiano, scagionato il 19 agosto dalla International Tennis Integrity Agency (Itia). “Ahahahaha, forse non così innocente dopotutto, eh?” ha scritto Kyrgios condividendo la notizia su Instagram.

Kyrgios contro Sinner
Quello di Kyrgios è solo l’ultimo di tanti attacchi contro l’altoatesino. In seguito alla positività per contaminazione involontaria al Clostebol (agente anabolizzante contenuto in alcune pomate o spray cicatrizzanti e sostanza proibita dall’Itia perché dopante) dell’altoatesino, i duri pareri sui social condivisi il giorno della sentenza e alcune dichiarazioni al veleno non sono di certo passate inosservate: “Voglio solo che le condizioni di gioco siano uguali per tutti. Ecco perché ero contrario alla presenza di allenatori nel box dei giocatori. Non tutti i giocatori hanno un allenatore. Non tutti i giocatori che si qualificano possono permettersi un allenatore: se le condizioni di gioco non sono uguali per tutti, si perde un po’ l’integrità di questo sport”, aveva detto. Post su X, storie su Instagram contro di lui sono ormai all’ordine del giorno.

La WADA presenta ricorso: i possibili scenari
Partiamo anzitutto dal comunicato ufficiale. Come si evince, infatti, “la WADA non chiede la squalifica di alcun risultato, salvo quelli già imposto dal tribunale di primo grado”. Al tempo stesso, però, può chiedere una squalifica nei confronti dell’italiano che lo potrebbe tenere lontano dal circuito per 1 o 2 anni. Inizialmente, Sinner aveva perso solo i punti e il montepremi guadagnati a Indian Wells lo scorso marzo. Allo stato attuale e senza una risposta, il tennista altoatesino potrà scendere in campo senza alcuna restrizione. Il CAS (la corte arbitrale dello Sport) dovrà decidere se andare contro la sentenza di primo grado oppure confermarla. Una cosa è certa: i tempi per avere delle risposte non saranno immediati. Per una sentenza di secondo grado, infatti, i tempi saranno molto ampi (almeno 6 mesi). Ora, palla agli avvocati. Intanto Sinner dovrà dedicarsi solo al campo: lui potrà continuare a giocare e sicuramente i titoli conquistati in questi ultimi mesi non gli verranno revocati.

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