Vincere, convincere, allungare in classifica. La domenica perfetta di Jorge Martin va in scena in Indonesia, sul tracciato di Mandalika. Il pilota iberico domina la quindicesima gara del Mondiale di MotoGp e mette più margine tra se e gli inseguitori che si stanno giocando il titolo iridato. Il pilota della Prima Pramac ha preceduto di oltre due secondo la Ktm di Pedro Acosta, sotto investigazione per la pressione troppo bassa delle gomme, ma alla fine non penalizzato dai giudici. Terzo PeccoBagnaia, in rimonta nel finale dopo un brutto avvio. Caduta per Enea Bastianini, con l’altra Ducati ufficiale, mentre MarcMarquez si è dovuto ritirare per un problema al motore della sua Ducati del team Gresini. Quarto Morbidelli, poi Bezzecchi, Vinales, Quartararo, Binder, Zarco e Raul Fernandez. Ottava vittoria in carriera per Martin nella classe regina. Bagnaia si era presentato a Mandalika a -24, se ne va a -21 a cinque gare dalla fine.
Nel frattempo da registrare le parole ‘a caldo’ del campione italiano: “Una gara difficile, ho sofferto tanto in partenza, ho perso posizioni per aver ‘spinnato’, dobbiamo migliorare questo dettaglio perché è la quinta volta in partenza che fatichiamo, un aspetto determinante per vincere anche le gare. Dopo aver superato Bezzecchi e Morbidelli ho provato a spingere nel finale ma era ormai troppo tardi”. Ovviamente soddisfatto Jorge MArtin: “Sono molto contento, non è solo una vittoria dopo quanto è accaduto la scorsa stagione e la caduta di ieri. Andare così veloce come oggi era difficile, pensavo alla caduta ad ogni curva, ritrovare e vincere con questo vantaggio è incredibile e sono pronto per la prossima gara”.
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La Redazione
Roma, 29 set. - (Adnkronos) - La guerra totale "dubito che ci sarà", non possono farla né l'Iran né Hezbollah, nonostante il durissimo colpo subito con l'uccisione di Hassan Nasrallah. E l'auspicio è che a questo punto Israele non ritenga più necessaria un'operazione di terra in Libano. E' il parere di Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv, che commenta con l'Adnkronos gli ultimi drammatici avvenimenti ribadendo il diritto di Israele di eliminare il leader di Hezbollah.
"Dubito che ci sarà una guerra totale. Non credo che l'Iran voglia una guerra su vasta scala con Israele, a causa del costo elevato che avrebbe per la Repubblica islamica - dice, rispondendo alla domanda se Teheran possa ancora permettersi di non rispondere - È sempre stato cauto nel non farsi coinvolgere direttamente e per questo motivo ha dei proxy", come Hezbollah, Hamas o gli Houthi. "Dubito che l'Iran rischierebbe la vita dei suoi uomini per il bene degli arabi", insiste Litvak.
Quanto al Partito di Dio, ormai decapitato, "vorrà certamente vendicarsi, ma una guerra su larga scala è problematica perché la sua catena di comando è stata gravemente colpita", sostiene il professore, secondo cui "la morte di Nasrallah e gli attacchi precedenti dimostrano quanto sia profonda la penetrazione dell'intelligence israeliana nei loro ranghi. Questo dovrebbe insinuare qualche sospetto all'interno dell'organizzazione, che deve pensarci bene prima di arrivare a una guerra su larga scala". "È probabile, anche se non certo, che l'Iran possa cercare di impiegare le milizie sciite in Iraq e gli Houthi in Yemen per attaccare Israele, ma non siamo ancora a una guerra totale", afferma Litvak.
Infine un commento sull'uccisione di Nasrallah, che "stava conducendo una guerra di logoramento contro Israele dall'ottobre 2023. Aveva lanciato gli attacchi contro Israele senza essere stato provocato per aiutare Hamas dopo l'attacco del 7 ottobre. Aveva attaccato villaggi e città israeliane per mesi".
"A meno che non si sostenga che Israele non ha il diritto di difendersi in nessuna circostanza perché la sua stessa esistenza è illegittima, non c'era ragione al mondo per non ucciderlo - chiosa Litvak- Tra l'altro, Hezbollah è stato responsabile della morte di soldati statunitensi e francesi in Libano".
Roma, 29 set. (Adnkronos) - “Grazie a Poste italiane per avere emesso oggi un bellissimo francobollo in ricordo del presidente Silvio Berlusconi, scegliendo la data della sua nascita, appunto, il 29 settembre. Ma grazie soprattutto al presidente Berlusconi, il cui ricordo si rafforza nella coscienza di tutti. Non solo in quella di chi, come noi, ha avuto l'onore e il privilegio di essergli accanto e di collaborare intensamente con una personalità irripetibile, ma anche nella consapevolezza di chi, casomai, lo aveva criticato nel passato e oggi ne apprezza le grandi doti". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.
"Ad esempio, in anni di conflitti e di tensioni internazionali drammatiche, che in queste ore si rafforzano, ricordiamo il lungimirante statista -prosegue l'esponente azzurro- che sapeva parlare con l'Est e con l'Ovest, con il Nord e con il Sud. Utilizzando anche i suoi modi diretti, spontanei, lo spirito del comunicatore e dell'imprenditore. Grazie a queste doti, oltre che per la visione complessiva dei rapporti internazionali, riuscì a mettere allo stesso tavolo il Presidente degli Stati Uniti Bush e il Presidente della Repubblica federativa russa Putin a Pratica di Mare. Riusciva a sedare le tensioni con il Nordafrica, dialogando con una personalità complessa come quella di Gheddafi. È riuscito ad essere apprezzato in Europa e in qualsiasi continente".
"Voglio oggi ricordare, tra i tanti, questo tratto di una personalità come quella di Berlusconi, dalla quale ogni giorno traiamo insegnamento, onorati di aver garantito continuità e nuovo protagonismo a Forza Italia, una delle sue principali realizzazioni, che va avanti e cresce nel suo nome”, conclude Gasparri.
Roma, 29 set. (Adnkronos) - "Ritengo molto grave, preoccupante e inquietante, quanto accaduto ieri pomeriggio a Milano nell'ennesimo corteo teoricamente pacifista pro Palestina e Libano, ma di fatto anti sionista, e a questo punto mi domando se dietro non ci possa essere una regia, forse anche straniera. Intanto solidarietà piena e totale all'amica senatrice Liliana Segre, vergognosamente definita 'agente sionista' da questi maleducati e ignoranti che nemmeno conoscono la sua storia. Solidarietà anche a tutti i singoli indicati come fossero nemici pubblici, dal ministro Crosetto a giornalisti e opinionisti. Solidarietà ovviamente anche a tutta la comunità ebraica, sempre nel mirino di questi fanatici". Lo afferma il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli.
"Ma resta la preoccupazione -aggiunge- per il silenzio oggi di quasi tutti i leader della sinistra, di quasi tutti i grandi quotidiani e dei loro editori".
Roma, 29 set. (Adnkronos) - "80 anni dalla strage nazifascista di Marzabotto Un massacro di innocenti, molte donne e molti bambini. La memoria è un dovere per rafforzare la democrazia e difendere la libertà. Grazie al Presidente Mattarella per essere lì oggi a rappresentare il Paese migliore". Lo scrive su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 29 set. (Adnkronos) - Martedì primo ottobre, alle 19, Francesco Rutelli presenta il suo nuovo libro, “Città vince città perde”, al Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica. Rutelli sarà intervistato da Manuela Perrone. Previsti interventi di Ricky Burdett, Doriana e Massimiliano Fuksas, Carlo Ratti e Studio Nemesi.
Roma, 29 set. (Adnkronos) - “Allucinanti gli slogan scanditi nella manifestazione pro Pal di Milano, vergognosi gli insulti a Liliana Segre. Un estremismo che sfiora il sostegno ai terroristi di Hamas e di Hezbollah, mi auguro che il ministero dell’Interno vieti la sfilata del 5 ottobre a Roma. Non si può convocare una piazza per celebrare l’eccidio del 7 ottobre”. Lo afferma la deputata di Italia viva Isabella De Monte.
Roma, 29 set. - (Adnkronos) - La guerra totale "dubito che ci sarà", non possono farla né l'Iran né Hezbollah, nonostante il durissimo colpo subito con l'uccisione di Hassan Nasrallah. E l'auspicio è che a questo punto Israele non ritenga più necessaria un'operazione di terra in Libano. E' il parere di Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv, che commenta con l'Adnkronos gli ultimi drammatici avvenimenti ribadendo il diritto di Israele di eliminare il leader di Hezbollah.
"Dubito che ci sarà una guerra totale. Non credo che l'Iran voglia una guerra su vasta scala con Israele, a causa del costo elevato che avrebbe per la Repubblica islamica - dice, rispondendo alla domanda se Teheran possa ancora permettersi di non rispondere - È sempre stato cauto nel non farsi coinvolgere direttamente e per questo motivo ha dei proxy", come Hezbollah, Hamas o gli Houthi. "Dubito che l'Iran rischierebbe la vita dei suoi uomini per il bene degli arabi", insiste Litvak.
Quanto al Partito di Dio, ormai decapitato, "vorrà certamente vendicarsi, ma una guerra su larga scala è problematica perché la sua catena di comando è stata gravemente colpita", sostiene il professore, secondo cui "la morte di Nasrallah e gli attacchi precedenti dimostrano quanto sia profonda la penetrazione dell'intelligence israeliana nei loro ranghi. Questo dovrebbe insinuare qualche sospetto all'interno dell'organizzazione, che deve pensarci bene prima di arrivare a una guerra su larga scala". "È probabile, anche se non certo, che l'Iran possa cercare di impiegare le milizie sciite in Iraq e gli Houthi in Yemen per attaccare Israele, ma non siamo ancora a una guerra totale", afferma Litvak.
Infine un commento sull'uccisione di Nasrallah, che "stava conducendo una guerra di logoramento contro Israele dall'ottobre 2023. Aveva lanciato gli attacchi contro Israele senza essere stato provocato per aiutare Hamas dopo l'attacco del 7 ottobre. Aveva attaccato villaggi e città israeliane per mesi".
"A meno che non si sostenga che Israele non ha il diritto di difendersi in nessuna circostanza perché la sua stessa esistenza è illegittima, non c'era ragione al mondo per non ucciderlo - chiosa Litvak- Tra l'altro, Hezbollah è stato responsabile della morte di soldati statunitensi e francesi in Libano".
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