“Non sono mai stato ideologico, un colpo di qua, un colpo di là, ho cercato di essere sempre un cane da guardia contro il palazzo, sempre da parte della gente”. A dirlo, ospite di Mara Venier a Domenica In, è Massimo Giletti, alla vigilia del suo ritorno su Rai3 con Lo Stato delle cose. “Racconteremo quello che viviamo, come sempre, le mie inchieste le faremo sempre”, svela il giornalista che dal 2020 vive sotto scorta. Un cambiamento epocale, a cui “ti ci devi abituare – dice Giletti -, io ho le spalle larghe, la possibilità di difendermi anche nei processi e finora ne affrontati 90, ma penso ai giovani ragazzi che scrivono articoli con grande coraggio, specie sui giornali del sud, e rischiano tantissimo. Il coraggio non è tanto non aver paura, ma andare avanti anche se sai che devi avere paura per fare certe cose, l’importante è trovare chi ti sostiene, perché l’isolamento è pericoloso”.
Dopo sei anni di esperienza a La7, Giletti torna, emozionato, in Rai: “Sono entrato nello studio per le prove e ho trovato il figlio dell’operatore con cui avevo iniziato nel 1994: la bellezza di tornare in Rai è ritrovare le persone con cui sei cresciuto. Sono emozionato, anche nel cambiare un programma: oggi si fa fatica a cercare un strada diversa. Ho pagato tanti prezzi, ma la bellezza della vita è così”.
Le difficoltà, dunque, vanno affrontate, anche quando riguardano la perdita di un genitore. Ed è così che, Giletti, racconta con commozione gli ultimi istanti della vita di suo padre: “Ero all’estero, ha avuto un’emorragia interna grave. Le ultime parole sono state alla cameriera a cui ha detto di non chiamarmi, di lasciarmi in pace. Io però avevo capito che c’era qualcosa che non andava. Ho avuto la fortuna di tornare e di trovarlo ancora vivo, di passare le ultime ore con lui… Era sedato, ma la dottoressa ha tolto un po’ di sedazione. L’ho guardato e ci siamo guardati…”, ha ricordato, fermandosi per la commozione. “Avevamo un rapporto difficile, ma ci volevamo un bene immenso. Non avergli detto quello che sentivo di dirgli mi è mancato. Ecco perché dico sempre teniamoci strette le persone”.
E il giornalista affronta con la stessa forza anche la malattia di sua madre: “Quando mi guarda sorride, non ha più la possibilità di parlare, ma mi riconosce. Lo dico alle persone che vivono la stessa situazione, i genitori non vanno mai abbandonati. Io ho la fortuna di fare ciò che migliaia di persone non riescono a fare, assicurare l’assistenza, ed è un grande problema per chi ha un genitore con una malattia come l’Alzheimer”, sottolinea Giletti.
Quanto alla vita privata, invece, “l’amore è una cosa bellissima, l’ho vissuto tante volte nella vita; è un sentimento che ho avuto fatica a vivere con continuità, oggi però sono pronto a farlo. Ho 62 anni, devo agire prima di diventare nonno. Come mi ha detto Carlo Conti, ‘datti una mossa’. Se ho voglia di famiglia? Vorrei sperimentare qualcosa che non ho vissuto, poi ho sempre vissuto solo, forse è tempo di cambiare. Il matrimonio? Magari nel 2025, nel 2026, vediamo”, conclude Giletti.