Non per il mondiale, ma per molto di più. A Zurigo in palio c’è la storia del ciclismo: l’appuntamento è per domenica 29 settembre. La possibilità di mettere in fila nello stesso anno Giro d’Italia, Tour de France e titolo iridato. Come solo altri due ciclisti sono riusciti a fare in passato: Eddy Merckx nel 1974 e Stephen Roche nel 1987. Non è quindi una semplice partecipazione quella di Tadej Pogacar, ma una vera e propria missione. Un impegno preso con sé stesso e con tutti gli appassionati delle due ruote. Sono tanti infatti ad attenderlo al bivio mondiale, avidi, speranzosi e desiderosi di poter vivere un nuovo capitolo scritto dallo sloveno. Un fardello pesante da indossare quello delle aspettative, a cui però Pogacar è abituato.
Il favorito assoluto non potrebbe non essere lui. Nel 2024 lo sloveno si è preso il ciclismo, dominando in lungo e in largo, conquistando la doppietta Giro-Tour che mancava da 26 anni, vincendo sulle Strade Bianche e alla Liegi-Bastone-Liegi, alzando le braccia al cielo ben 22 volte in questo 2024. L’ultima delle quali appena dieci giorni fa, a Montreal, facendo il vuoto negli ultimi 23 chilometri. Un messaggio chiaro per tutti: lo stop di due mesi non ha lasciato le minime scorie, la condizione fisica è da mondiale. In più, Pogacar avrà alle spalle una squadra intera, dove figura un campione assoluto come Primoz Roglic, fresco vincitore della Vuelta de Espana.
A tendere una mano alla possibile, ennesima, impresa di Pogacar non c’è soltanto una stagione fin qui leggendaria, ma anche il tracciato pensato per questa edizione iridata. Un percorso che pare disegnato apposta per far divampare lo strapotere dello sloveno. I chilometri sono 273,9, il dislivello invece è di 4.300 metri. Nei primi 69 km dopo la partenza da Winterthur, gli strappi più significativi saranno la salita di Buch am Irchel (4,8 km al 4,2%) e le salite poste a Kyburg e Suessblatz. Dopodiché si aprirà un circuito di 27 chilometri da affrontare per sette volte. Subito due tratti molto duri: lo Zürichbergstrasse (1,1 km all’8%, con punte del 15%), seguito dallo strappo di Witikon, lungo 2,3 chilometri al 5,7%, mentre la pendenza massima toccherà il 9%. Rampe che lanceranno i corridori negli ultimi 6 km verso il centro di Zurigo.
Una vittoria scontata quindi? Non proprio, d’altronde i rivali non mancano e il ciclismo è uno sport che da sempre vive di tante variabili. In linea di massima quella che andrà di scena a Zurigo sarà una sfida tra lo sloveno e Remco Evenepoel. Il belga è già stato campione del mondo nel 2022 e viene dal doppio successo centrato tra oro olimpico a Parigi e titolo iridato a cronometro. Insomma, non potrebbe presentarsi in una condizione fisica e mentale migliore. È lui, sulla carta, l’avversario più temibile per Pogacar. La sensazione è che molto dipenderà dalla tattica che il Belgio deciderà di mettere in corsa per arginare Pogacar. L’ultimo Tour de France d’altronde lo ha messo in evidenza chiaramente: attualmente, in salita, tra i due non c’è paragone.
Non c’è solo Evenepoel però in ballo. Tra i 57 Paesi iscritti, diversi sono gli outsider da tenere d’occhio per Pogacar. In primis, il campione in carica Mathieu Van der Poel, prima punta dell’Olanda. Per lui però il tracciato pare essere troppo impegnativo, così come per Mads Pedersen. Gli altri da tenere d’occhio invece sono Matteo Jorgenson, Brandon McNulty, Ben O’Connor, Juan Ayuso e Marc Hirschi, che corre in casa e spera di regalare alla Svizzera un titolo che manca da Oscar Camenzind. Correva l’anno 1998.
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Mondiali di ciclismo Zurigo 2024, dove Tadej Pogacar può diventare leggenda: il rivale è Remco Evenepoel | Il percorso
Non per il mondiale, ma per molto di più. A Zurigo in palio c’è la storia del ciclismo: l’appuntamento è per domenica 29 settembre. La possibilità di mettere in fila nello stesso anno Giro d’Italia, Tour de France e titolo iridato. Come solo altri due ciclisti sono riusciti a fare in passato: Eddy Merckx nel 1974 e Stephen Roche nel 1987. Non è quindi una semplice partecipazione quella di Tadej Pogacar, ma una vera e propria missione. Un impegno preso con sé stesso e con tutti gli appassionati delle due ruote. Sono tanti infatti ad attenderlo al bivio mondiale, avidi, speranzosi e desiderosi di poter vivere un nuovo capitolo scritto dallo sloveno. Un fardello pesante da indossare quello delle aspettative, a cui però Pogacar è abituato.
Il favorito assoluto non potrebbe non essere lui. Nel 2024 lo sloveno si è preso il ciclismo, dominando in lungo e in largo, conquistando la doppietta Giro-Tour che mancava da 26 anni, vincendo sulle Strade Bianche e alla Liegi-Bastone-Liegi, alzando le braccia al cielo ben 22 volte in questo 2024. L’ultima delle quali appena dieci giorni fa, a Montreal, facendo il vuoto negli ultimi 23 chilometri. Un messaggio chiaro per tutti: lo stop di due mesi non ha lasciato le minime scorie, la condizione fisica è da mondiale. In più, Pogacar avrà alle spalle una squadra intera, dove figura un campione assoluto come Primoz Roglic, fresco vincitore della Vuelta de Espana.
A tendere una mano alla possibile, ennesima, impresa di Pogacar non c’è soltanto una stagione fin qui leggendaria, ma anche il tracciato pensato per questa edizione iridata. Un percorso che pare disegnato apposta per far divampare lo strapotere dello sloveno. I chilometri sono 273,9, il dislivello invece è di 4.300 metri. Nei primi 69 km dopo la partenza da Winterthur, gli strappi più significativi saranno la salita di Buch am Irchel (4,8 km al 4,2%) e le salite poste a Kyburg e Suessblatz. Dopodiché si aprirà un circuito di 27 chilometri da affrontare per sette volte. Subito due tratti molto duri: lo Zürichbergstrasse (1,1 km all’8%, con punte del 15%), seguito dallo strappo di Witikon, lungo 2,3 chilometri al 5,7%, mentre la pendenza massima toccherà il 9%. Rampe che lanceranno i corridori negli ultimi 6 km verso il centro di Zurigo.
Una vittoria scontata quindi? Non proprio, d’altronde i rivali non mancano e il ciclismo è uno sport che da sempre vive di tante variabili. In linea di massima quella che andrà di scena a Zurigo sarà una sfida tra lo sloveno e Remco Evenepoel. Il belga è già stato campione del mondo nel 2022 e viene dal doppio successo centrato tra oro olimpico a Parigi e titolo iridato a cronometro. Insomma, non potrebbe presentarsi in una condizione fisica e mentale migliore. È lui, sulla carta, l’avversario più temibile per Pogacar. La sensazione è che molto dipenderà dalla tattica che il Belgio deciderà di mettere in corsa per arginare Pogacar. L’ultimo Tour de France d’altronde lo ha messo in evidenza chiaramente: attualmente, in salita, tra i due non c’è paragone.
Non c’è solo Evenepoel però in ballo. Tra i 57 Paesi iscritti, diversi sono gli outsider da tenere d’occhio per Pogacar. In primis, il campione in carica Mathieu Van der Poel, prima punta dell’Olanda. Per lui però il tracciato pare essere troppo impegnativo, così come per Mads Pedersen. Gli altri da tenere d’occhio invece sono Matteo Jorgenson, Brandon McNulty, Ben O’Connor, Juan Ayuso e Marc Hirschi, che corre in casa e spera di regalare alla Svizzera un titolo che manca da Oscar Camenzind. Correva l’anno 1998.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".