“Il danno al nervo della gamba di mio figlio è permanente, l’operazione non è riuscita”. Non ci sono buone notizie, almeno per ora, per Michele, il figlio di Paola Caruso: ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, nella puntata di ieri, sabato 28 settembre, la showgirl calabrese ha fatto il punto della situazione dopo l’intervento che il bambino ha subito pochi mesi fa e dopo il viaggio in America – precisamente nel Minnesota – per cercare altre cure che facciano recuperare al piccolo l’uso della gamba.
Paola Caruso svela che l’operazione non ha funzionato
Tutto era cominciato due anni fa quando, durante una vacanza in Egitto, una puntura di un medicinale antipiretico probabilmente tossico, aveva provocato al bambino una lesione del nervo sciatico che gli ha compromesso l’uso di una gamba. Qualche mese fa il piccolo Michele è stato operato in un importante ospedale italiano ma l’operazione, che tecnicamente è riuscita, non ha migliorato la situazione: “Ha sbloccato il nervo ma era troppo danneggiato e dunque non è stata risolutiva. Il nervo è troppo danneggiato”, ha rivelato in lacrime Paola Caruso. Poi ha spiegato come questa situazione stia avendo anche una pesante ricaduta psicologica sul figlio: “La sta vivendo male. Non è nato con questo problema: lui correva, saltava, faceva una vita normale ora ha cinque anni non si sa spiegare il perché, non lo sa esprimere. A livello psicologico è davvero dura per lui. All’inizio chiedeva quando avrebbe tolto il tutore, che odia. Adesso è un anno che non mi chiede più di toglierlo”. A quel punto anche la Toffanin ha ceduto alla commozione.
Il viaggio in America e l’ipotesi di un altro durissimo intervento
Nonostante tutto, la Caruso non si è mai arresa e ha cercato strade diverse, volando nei mesi scorsi in una clinica nel Minnesota, negli Stati Uniti, dove Michele è stato sottoposto ad una lunga serie di analisi. “Sono andata lì per capire se esistesse una possibilità per Michele di poter tornare a camminare senza tutore”, ha spiegato. Purtroppo però il responso dei medici non è stato positivo quanto tutti si aspettavano: “Hanno fatto tutti gli esami necessari, da cui è emerso che il danno è ormai permanente. Non esiste, ad oggi, una cura che permetta a mio figlio di recuperare l’uso della gamba. Mi sono dovuta rassegnare”. Ora c’è ancora un ultimo tentativo possibile, sempre in America, un ulteriore intervento che potrebbe aiutare il bambino a camminare meglio: “Ma il nervo non potrà essere recuperato, la gamba non crescerà e le dita dei piedi non le muoverà più. Si tratta di una tecnica molto impegnativa, che costringerebbe a Michele di restare immobile nel letto per tre mesi. È un incubo da cui io e lui non ci sveglieremo mai”.