Il primo oro della Slovenia in un mondiale di ciclismo non poteva che arrivare dall’uomo più atteso, al termine di un’azione pionieristica di 101 chilometri. Tadej Pogacar è il nuovo campione del mondo, scrivendo un altro pezzo di storia. Dopo il bronzo di un anno fa sulle strade di Glasgow, il corridore nato a Komenda indossa per la prima volta la maglia iridata. A completare il podio sono stati l’australiano Ben O’Connor e il campione 2023 Mathieu Van der Poel per l’Olanda. Quinto Remco Evenepoel. Dopo le Strade Bianche, la Liegi-Bastogne-Liegi, il Giro d’Italia e il Tour de France, questa vittoria a Zurigo per Pogacar rappresenta la ciliegina sulla torta su un’annata vissuta da dominatore assoluto. Lo sloveno diventa il terzo corridore a conquistare nello stesso anno maglia rosa, maglia gialla e maglia mondiale. Un filotto riuscito solo ad Eddy Merckx nel 1974 e a Stephen Roche nel 1987. Si tratta infine della 23esima vittoria del 2024. Numeri e traguardi incredibili, che potrebbero ancora migliorare. La sua stagione infatti non è finita. All’orizzonte c’è il Giro di Lombardia, di cui Pogacar è tri-campione in carica.
Pogacar ha deciso lui come vincere il primo titolo. Ha scelto un modo di altri tempi, quando c’erano le lunghe fughe, i grandi distacchi. Ha vinto a 101 chilometri dal traguardo. Cinquanta chilometri in compagnia e poi via da solo, facendo il vuoto per altri 50. Una progressione inedita per l’appuntamento mondiale, mai vista prima. Basti pensare che, dal 1971, l’azione solitaria più lunga era stata quella di 25 chilometri di Evenepoel due anni fa. Lo sloveno ha raddoppiato questa cifra. Niente da fare per un Remco Evenepoel apparso particolarmente stanco. Niente da fare per il campione in carica Mathieu Van der Poel, poco adatto al tracciato ma arrivato in grande forma a questo appuntamento. Quello di Pogacar è un’impresa insomma clamorosa, figlia di talento ma anche sofferenza, perché l’ultimo giro del circuito è stato durissimo, con i chilometri che si accumulavano rapidi nelle gambe, metro dopo metro.
La corsa – Il mondiale parte subito con alcuni sterili attacchi nei primissimi chilometri; tutti ripresi senza problemi dal gruppo. Tentativi che fanno da antipasto alla prima fuga di giornata, formata da otto ciclisti: Silvan Dillier, Tobias Foss, Simon Geschke, Rui Oliveira, Piotr Pekala, Luc Wirtgen, Roberto Carlos Gonzalez, Markus Pajur. La prima vera scossa alla gara arriva però poco dopo. Pello Bilbao cade in maniera dura e coinvolge anche Julian Alaphilippe. Lussazione alla spalla e ritiro per il due volte campione del mondo. I chilometri trascorrono, il vantaggio dei fuggitivi aumenta, ma i suoi componenti diminuiscono. Ai -190 dall’arrivo sono in sei, con cinque minuti sul gruppo dei migliori. Un margine importante, ma comunque non preoccupante.
La situazione rimane stazionaria per circa 60 km, poi ai -130 si apre un nuovo capitolo di gara. Lo spagnolo Castrillo ci prova, viene ripreso dopo poche centinaia di metri, ma sulla scia di quest’azione parte un nuovo gruppetto di dieci corridori, tra cui c’e anche l’azzurro Mattia Cattaneo. Gli altri presenti rispondono ai nomi di Vine, Tratnik, Cort De Plus, Lipowitz, Sivakov, Williams, Vermaerke e Staune-Mittet. Una fuga prepotente e decisa, perché ai -105 km dall’arrivo i battistrada vengono riassorbiti, il gruppo di Evenepoel e Pogacar spinto a più di tre minuti di ritardo. È in questa situazione che parte lo sloveno, staccando tutti, in primis Remco Evenepoel. Mancano 101 chilometri al traguardo. Dietro Olanda e Belgio provano a contenere i danni, recuperano secondi, ma ai -78 dall’arrivo Pogacar accelera ancora, rimanendo solo insieme a Sivakov.
Il gruppo appare spaccato, disunito. Gli scatti sono ripetuti ma estemporanei. Tra questi, c’è anche quello di Evenepoel; riassorbito in pochi secondi. Uno stallo che fa gioco a Pogacar, che con un passo regolare mantiene 45-50 secondi di vantaggio. Ai -50 Sivakov non ne ha più e Pogacar rimane da solo in testa con l’ennesimo allungo. La spinta dello sloveno non si esaurisce, il vantaggio non cala. Fino ai -20 chilometri. Qui arriva un momento di difficoltà, con il vantaggio che si assottiglia a 38 secondi. Dietro però non c’è la decisione giusta, e così Pogacar riprende vigore e riporta il proprio margine sui 50 secondi. È l’unico brivido di una cavalcata trionfale conclusa sulle rive del lago di Zurigo, con un urlo liberatorio e una commozione visibile.
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Pogacar è immenso: riscrive il concetto di fuga e vince in solitaria il Mondiale di Zurigo
Il primo oro della Slovenia in un mondiale di ciclismo non poteva che arrivare dall’uomo più atteso, al termine di un’azione pionieristica di 101 chilometri. Tadej Pogacar è il nuovo campione del mondo, scrivendo un altro pezzo di storia. Dopo il bronzo di un anno fa sulle strade di Glasgow, il corridore nato a Komenda indossa per la prima volta la maglia iridata. A completare il podio sono stati l’australiano Ben O’Connor e il campione 2023 Mathieu Van der Poel per l’Olanda. Quinto Remco Evenepoel. Dopo le Strade Bianche, la Liegi-Bastogne-Liegi, il Giro d’Italia e il Tour de France, questa vittoria a Zurigo per Pogacar rappresenta la ciliegina sulla torta su un’annata vissuta da dominatore assoluto. Lo sloveno diventa il terzo corridore a conquistare nello stesso anno maglia rosa, maglia gialla e maglia mondiale. Un filotto riuscito solo ad Eddy Merckx nel 1974 e a Stephen Roche nel 1987. Si tratta infine della 23esima vittoria del 2024. Numeri e traguardi incredibili, che potrebbero ancora migliorare. La sua stagione infatti non è finita. All’orizzonte c’è il Giro di Lombardia, di cui Pogacar è tri-campione in carica.
Pogacar ha deciso lui come vincere il primo titolo. Ha scelto un modo di altri tempi, quando c’erano le lunghe fughe, i grandi distacchi. Ha vinto a 101 chilometri dal traguardo. Cinquanta chilometri in compagnia e poi via da solo, facendo il vuoto per altri 50. Una progressione inedita per l’appuntamento mondiale, mai vista prima. Basti pensare che, dal 1971, l’azione solitaria più lunga era stata quella di 25 chilometri di Evenepoel due anni fa. Lo sloveno ha raddoppiato questa cifra. Niente da fare per un Remco Evenepoel apparso particolarmente stanco. Niente da fare per il campione in carica Mathieu Van der Poel, poco adatto al tracciato ma arrivato in grande forma a questo appuntamento. Quello di Pogacar è un’impresa insomma clamorosa, figlia di talento ma anche sofferenza, perché l’ultimo giro del circuito è stato durissimo, con i chilometri che si accumulavano rapidi nelle gambe, metro dopo metro.
La corsa – Il mondiale parte subito con alcuni sterili attacchi nei primissimi chilometri; tutti ripresi senza problemi dal gruppo. Tentativi che fanno da antipasto alla prima fuga di giornata, formata da otto ciclisti: Silvan Dillier, Tobias Foss, Simon Geschke, Rui Oliveira, Piotr Pekala, Luc Wirtgen, Roberto Carlos Gonzalez, Markus Pajur. La prima vera scossa alla gara arriva però poco dopo. Pello Bilbao cade in maniera dura e coinvolge anche Julian Alaphilippe. Lussazione alla spalla e ritiro per il due volte campione del mondo. I chilometri trascorrono, il vantaggio dei fuggitivi aumenta, ma i suoi componenti diminuiscono. Ai -190 dall’arrivo sono in sei, con cinque minuti sul gruppo dei migliori. Un margine importante, ma comunque non preoccupante.
La situazione rimane stazionaria per circa 60 km, poi ai -130 si apre un nuovo capitolo di gara. Lo spagnolo Castrillo ci prova, viene ripreso dopo poche centinaia di metri, ma sulla scia di quest’azione parte un nuovo gruppetto di dieci corridori, tra cui c’e anche l’azzurro Mattia Cattaneo. Gli altri presenti rispondono ai nomi di Vine, Tratnik, Cort De Plus, Lipowitz, Sivakov, Williams, Vermaerke e Staune-Mittet. Una fuga prepotente e decisa, perché ai -105 km dall’arrivo i battistrada vengono riassorbiti, il gruppo di Evenepoel e Pogacar spinto a più di tre minuti di ritardo. È in questa situazione che parte lo sloveno, staccando tutti, in primis Remco Evenepoel. Mancano 101 chilometri al traguardo. Dietro Olanda e Belgio provano a contenere i danni, recuperano secondi, ma ai -78 dall’arrivo Pogacar accelera ancora, rimanendo solo insieme a Sivakov.
Il gruppo appare spaccato, disunito. Gli scatti sono ripetuti ma estemporanei. Tra questi, c’è anche quello di Evenepoel; riassorbito in pochi secondi. Uno stallo che fa gioco a Pogacar, che con un passo regolare mantiene 45-50 secondi di vantaggio. Ai -50 Sivakov non ne ha più e Pogacar rimane da solo in testa con l’ennesimo allungo. La spinta dello sloveno non si esaurisce, il vantaggio non cala. Fino ai -20 chilometri. Qui arriva un momento di difficoltà, con il vantaggio che si assottiglia a 38 secondi. Dietro però non c’è la decisione giusta, e così Pogacar riprende vigore e riporta il proprio margine sui 50 secondi. È l’unico brivido di una cavalcata trionfale conclusa sulle rive del lago di Zurigo, con un urlo liberatorio e una commozione visibile.
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“Quadro da 10mila euro in cambio di favori”: il consigliere regionale Palmeri indagato nell’inchiesta sulle curve di San Siro
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".