“Se fossi ancora segretario di un partito, direi che il mio partito non deve votare nessun documento oppure ordine del giorno che non cominci con la frase ‘Cessate il fuoco’“. È il monito subliminale che Pier Luigi Bersani lancia alla segretaria del Pd Elly Schlein circa la posizione dei dem sulle guerra in Ucraina e sulle offensive di Israele a Gaza e in Libano.
Ospite dell’evento Archè Live, organizzato dalla Fondazione Onlus Archè, a Novate Milanese, l’ex ministro affronta i temi più caldi dell’attualità sociale e politica mondiale, a partire dalla guerra.
“Cosa ce ne facciamo delle ragioni e dei torti se perdiamo il minimo senso di umanità? – continua Bersani – Qua il problema di fondo è che la guerra ci sta entrando nella testa. Cosa ce ne facciamo delle ragioni e dei torti se perdiamo il minimo senso di umanità? Non ci impressionano neanche i bambini bombardati. Ma dove andiamo? Basta, cessate il fuoco e si negozia“.
E cita il cardinale arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini: “Sui negoziati disse una cosa fantastica: ma se davvero la pace è prima di tutto, devi essere disposto a dare qualcosa in più di quel che dovresti dare secondo le tue buone ragioni. Se non c’è questo non è vero che vuoi la pace, hai la volpe sotto l’ascella. Cioè hai in testa un’altra cosa. È ora di affermare queste cose, perché le opinioni pubbliche contano e possono orientare i governi. Quindi, deve esserci una voce che dica ‘basta””.
Tranchant è il giudizio di Bersani sul ddl sicurezza: “Qui bisogna alzare la voce, ragazzi, ci vuole una campagna seria per quando il decreto legge arriverà in Senato. Io credo che abbia evidenti profili di incostituzionalità, ma è inutile aspettare la Corte, bisogna saltarci dentro subito. A Piacenza, la mia città, a più riprese ci sono state manifestazioni di famiglie, maestre e anche suore, che si sono opposte alla eliminazione di 17 alberi in una piazza. Con questo ddl, quelli lì andavano in galera tutti. Ma ci rendiamo conto? – prosegue menzionando le battaglie dei dipendenti della Whirlpool di Napoli – Hanno introdotto 20 nuovi reati, tutti indirizzati contro chi vive una situazione di disagio e contro gli esclusi. Non c’è un colletto bianco visibile in questi 20 reati. È il classismo che è figlio di quello sguardo sul popolo, che viene da una destra destra”.
E attacca anche la riforma della giustizia: “In realtà, per i colletti bianchi hanno già provveduto: 19 condoni fiscali, cancellazione dell’abuso d’ufficio, traffico di influenze ridotto al niente, aumento della circolazione del contante, stretta alle intercettazioni. Se un mafioso chiama il suo avvocato e gli chiede di spiegargli un po’ le norme, lui può solo dirgli: ‘Ci resta solo il 41 bis, per il resto siamo a posto'”.
Diverse le staffilate sarcastiche che Bersani riserva a Giorgia Meloni, come quelle relative alle dichiarazioni pronunciate dalla presidente del Consiglio nella trasmissione Cinque minuti di Bruno Vespa sull’intesa idilliaca con Ursula von der Leyen: “C’è quest’aura sentimentale-retorica sulle mamme, che ora è diventato un veicolo per Meloni. L’altro giorno ha detto che lei e la von der Leyen si sono intese per “il pragmatismo delle mamme”. E allora io rivendico l’idealismo dei papà e il fanatismo dei nonni. Cioè, è una roba da chiodi“.
E alla domanda su come sia possibile avere un proficuo scambio di idee con chi vota l’estrema destra, Bersani risponde fermamente: “Io ci provo sempre, anche se l’altro dice una cazzata. Sto lì e combatto per le mie idee. Io penso che la destra destra sia fatta di tanta brava gente, che poi davanti a un tema può anche ripensarci. C’è, insomma, un sacco di gente recuperabile. Esiste – conclude – questo meccanismo che funziona come il peperoncino: la prima volta lo assaggi titubante, poi ti piace sempre più piccante. E così arrivi in Italia a Vannacci o in Francia a Zemmour, che è più a destra della Le Pen. È un meccanismo che porta a dare del ‘boia’ a Vannacci in modo che la Meloni o la Le Pen diventino normali”.