Giustizia & Impunità

Convalidato dal gip il fermo del 17enne che ha confessato di aver ucciso Maria Campai

Il giudice per le indagini preliminari di Brescia ha convalidato il fermo del 17enne accusato di aver ucciso per poi nasconderne il cadavere, Maria Campai, 42 anni, all’interno di un garage a Viadana, nel Mantovano. Il ragazzo ha risposto per un’ora e mezzo alle domande del magistrato nell’interrogatorio di garanzia. L’indagato è nel carcere minorile […]

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Il giudice per le indagini preliminari di Brescia ha convalidato il fermo del 17enne accusato di aver ucciso per poi nasconderne il cadavere, Maria Campai, 42 anni, all’interno di un garage a Viadana, nel Mantovano. Il ragazzo ha risposto per un’ora e mezzo alle domande del magistrato nell’interrogatorio di garanzia. L’indagato è nel carcere minorile Beccaria di Milano dove si trova da venerdì scorso quando ha indicato ai carabinieri il luogo in cui aveva abbandonato il cadavere della donna. Il gip – precisa una nota diffusa dai carabinieri di Mantova – ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione.

Della 42enne di Parma di cui si erano perse le tracce da una settimana ed era stata ritrovata morta nascosta nel giardino di una villetta abbandonata. La donna era arrivata da Parma fino a Viadana nella serata del 18 settembre. Alla sorella aveva detto di avere un appuntamento di lavoro, ma in realtà doveva incontrarsi con una persona che aveva conosciuto online. Secondo i carabinieri, l’incontro sarebbe effettivamente avvenuto nel garage del condominio di famiglia del 17enne, dopodiché il ragazzo l’avrebbe uccisa colpendola con violenza alla testa e forse soffocandola.

Il Reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri (Ris) di Parma è tornato nella mattinata del 30 settembre in quel garage di Viadana per continuare le indagini e i vari rilievi. Ci sono ancora diversi punti della vicenda da chiarire, come, ad esempio, le tempistiche e le modalità dell’assassinio. Inoltre, si cerca ancora il cellulare di Campai di cui il suo omicida potrebbe essersi disfatto. Il dispositivo potrebbe aiutare gli investigatori a ricostruire gli spostamenti della 42enne e le conversazioni intrattenute con il giovane. “Adesso la valutazione di quanto dichiarato spetta al giudice – ha detto uno di loro, Paolo Antonini – Abbiamo valutato di non rilasciare dichiarazioni a tutela del minorenne sufficientemente massacrato dal circuito mediatico in cui è finito”.

“Volevo scoprire che cosa si prova ad uccidere” avrebbe detto davanti ai carabinieri, in una sorta di confessione, il 17enne che non avrebbe mostrato alcun segno di pentimento. Appassionato di arti marziali, avrebbe ucciso la vittima a mani nude, facendo prima più volte ricerche online su come fare.