C’è un procedimento – parallelo all’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta negli affari delle curve di Inter e Milan – avviato dalla procura di Milano che chiama in causa direttamente i due club e che aziona un piano inclinato molto pericoloso per le dirigenze, alla luce di quanto emerge negli atti dell’indagine dei pm antimafia Paolo Storari e Sara Ombra. I magistrati hanno infatti aperto un “procedimento di prevenzione” nei confronti di Inter e Milan, società non indagate, ma che dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultras, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti per le partite.
Il rischio dell’affiancamento della società
Altrimenti si potrebbe arrivare, davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale, a un provvedimento di amministrazione giudiziaria, cioè l’affiancamento a manager e dirigenti della società di uomini scelti dal Tribunale affinché vengano ristabilite procedure corrette nella gestione del club. È la prima volta che, perlomeno a Milano, viene usato il procedimento di prevenzione, senza arrivare ad una richiesta o ad un provvedimento di amministrazione giudiziaria da parte della Sezione misure di prevenzione, come era avvenuto, invece, per grandi aziende nei settori della logistica, della vigilanza privata e della moda. Da quanto si è saputo, la procura guidata da Marcello Viola ha nominato dei propri consulenti per seguire il caso e si sta interfacciando coi legali delle due società. E ha ritenuto, allo stato, che non vi fossero i presupposti per arrivare a una richiesta di commissariamento (su cui avrebbero dovuto decidere i giudici), anche solo di alcuni settori dei club.
San Siro “fuori da ogni controllo di legalità”
Negli atti si legge che lo stadio di San Siro “e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità”. La posizione più critica appare quella della società nerazzurra. Nello spiegare perché le curve e uomini dei clan siano riusciti ad apparecchiare i loro affari attorno alle partite di campionato e Champions League, i pubblici ministeri scrivono che “almeno in parte” è avvenuto “anche a causa di alcune carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria”. Carenze che vengono elencate una per una: “Controlli assolutamente carenti per gli ingressi allo stadio; forniture di biglietti a soggetti appartenenti alla criminalità che poi effettuano enormi ricarichi in sede di rivendita; partecipazione ai guadagni da parte di soggetti indagati ovvero già condannati per associazione di tipo mafioso, che poi trasferiscono il denaro alla famiglia mafiosa di appartenenza”.
I “contatti agevolatori” e le intimidazioni
Nell’ordinanza si parla di “contatti agevolatori” e di vari episodi come “la corresponsione di 1.500 biglietti alla Curva nord, dopo pesanti pressioni, in occasione della finale di Champions League”, contro il Manchester City, della “corresponsione di ulteriori abbonamenti alla curva Nord in occasione della estromissione degli Irriducibili”, un gruppo ultras che era stato estromesso dal secondo anello verde, cuore del tifo nerazzurro. E ancora dei “continui rapporti con We Are Milano dietro cui si nasconde la gestione (occulta) di Andrea Beretta; il costante ingresso allo stadio di soggetti privi di tagliando, agevolato dalle pesanti intimidazioni nei confronti degli stewart, situazione che va avanti da anni e a cui nessuno pare essere in grado di porre rimedio”. Un capitolo dell’ordinanza riguarda, ad esempio, “l’incontro” di alcuni capi ultrà, come Marco Ferdico, finito oggi in carcere, “con il calciatore Skriniar” e “i primi contatti con l’allenatore” Simone Inzaghi. In alcuni passaggi dell’ordinanza, il giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro parla di una società “in balia” dei capi della curva, con una vera e propria “sudditanza”.
Cosa disse l’Inter in commissione Antimafia
Negli scorsi mesi, come aveva raccontato Ilfattoquotidiano.it, i dirigenti dell’Inter erano stati chiamati davanti alla Commissione antimafia del Comune di Milano. Dal verbale di circa 40 pagine emergeva un primo dato non di poco conto. A domanda sulla presenza mafiosa in curva infatti l’avvocato Adriano Raffaelli, presidente dell’Organo di vigilanza dell’Fc Internazionale, ha chiaramente detto: “Il fatto che la curva possa essere infiltrata è qualcosa su cui stiamo molto concentrati. E fra l’altro, sulla quale richiamiamo l’attenzione anche dei nostri calciatori”. E ancora: “L’articolo del codice di giustizia sportiva che riguarda i rapporti con la curva ha come rubrica la prevenzione dei fatti violenti. Beh, questo è un articolo che dice come bisogna comportarsi, e la prima cosa che dice è: signori non dovete contribuire in alcun modo ai gruppi ultrà. Questa è una regola che viene seguita in maniera molto diligente e che viene inculcata anche ai nostri calciatori”.
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Inchiesta ultras, Inter e Milan rischiano l’amministrazione giudiziaria. I pm: “Devono dimostrare di aver chiuso legami con le curve”
C’è un procedimento – parallelo all’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta negli affari delle curve di Inter e Milan – avviato dalla procura di Milano che chiama in causa direttamente i due club e che aziona un piano inclinato molto pericoloso per le dirigenze, alla luce di quanto emerge negli atti dell’indagine dei pm antimafia Paolo Storari e Sara Ombra. I magistrati hanno infatti aperto un “procedimento di prevenzione” nei confronti di Inter e Milan, società non indagate, ma che dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultras, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti per le partite.
Il rischio dell’affiancamento della società
Altrimenti si potrebbe arrivare, davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale, a un provvedimento di amministrazione giudiziaria, cioè l’affiancamento a manager e dirigenti della società di uomini scelti dal Tribunale affinché vengano ristabilite procedure corrette nella gestione del club. È la prima volta che, perlomeno a Milano, viene usato il procedimento di prevenzione, senza arrivare ad una richiesta o ad un provvedimento di amministrazione giudiziaria da parte della Sezione misure di prevenzione, come era avvenuto, invece, per grandi aziende nei settori della logistica, della vigilanza privata e della moda. Da quanto si è saputo, la procura guidata da Marcello Viola ha nominato dei propri consulenti per seguire il caso e si sta interfacciando coi legali delle due società. E ha ritenuto, allo stato, che non vi fossero i presupposti per arrivare a una richiesta di commissariamento (su cui avrebbero dovuto decidere i giudici), anche solo di alcuni settori dei club.
San Siro “fuori da ogni controllo di legalità”
Negli atti si legge che lo stadio di San Siro “e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità”. La posizione più critica appare quella della società nerazzurra. Nello spiegare perché le curve e uomini dei clan siano riusciti ad apparecchiare i loro affari attorno alle partite di campionato e Champions League, i pubblici ministeri scrivono che “almeno in parte” è avvenuto “anche a causa di alcune carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria”. Carenze che vengono elencate una per una: “Controlli assolutamente carenti per gli ingressi allo stadio; forniture di biglietti a soggetti appartenenti alla criminalità che poi effettuano enormi ricarichi in sede di rivendita; partecipazione ai guadagni da parte di soggetti indagati ovvero già condannati per associazione di tipo mafioso, che poi trasferiscono il denaro alla famiglia mafiosa di appartenenza”.
I “contatti agevolatori” e le intimidazioni
Nell’ordinanza si parla di “contatti agevolatori” e di vari episodi come “la corresponsione di 1.500 biglietti alla Curva nord, dopo pesanti pressioni, in occasione della finale di Champions League”, contro il Manchester City, della “corresponsione di ulteriori abbonamenti alla curva Nord in occasione della estromissione degli Irriducibili”, un gruppo ultras che era stato estromesso dal secondo anello verde, cuore del tifo nerazzurro. E ancora dei “continui rapporti con We Are Milano dietro cui si nasconde la gestione (occulta) di Andrea Beretta; il costante ingresso allo stadio di soggetti privi di tagliando, agevolato dalle pesanti intimidazioni nei confronti degli stewart, situazione che va avanti da anni e a cui nessuno pare essere in grado di porre rimedio”. Un capitolo dell’ordinanza riguarda, ad esempio, “l’incontro” di alcuni capi ultrà, come Marco Ferdico, finito oggi in carcere, “con il calciatore Skriniar” e “i primi contatti con l’allenatore” Simone Inzaghi. In alcuni passaggi dell’ordinanza, il giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro parla di una società “in balia” dei capi della curva, con una vera e propria “sudditanza”.
Cosa disse l’Inter in commissione Antimafia
Negli scorsi mesi, come aveva raccontato Ilfattoquotidiano.it, i dirigenti dell’Inter erano stati chiamati davanti alla Commissione antimafia del Comune di Milano. Dal verbale di circa 40 pagine emergeva un primo dato non di poco conto. A domanda sulla presenza mafiosa in curva infatti l’avvocato Adriano Raffaelli, presidente dell’Organo di vigilanza dell’Fc Internazionale, ha chiaramente detto: “Il fatto che la curva possa essere infiltrata è qualcosa su cui stiamo molto concentrati. E fra l’altro, sulla quale richiamiamo l’attenzione anche dei nostri calciatori”. E ancora: “L’articolo del codice di giustizia sportiva che riguarda i rapporti con la curva ha come rubrica la prevenzione dei fatti violenti. Beh, questo è un articolo che dice come bisogna comportarsi, e la prima cosa che dice è: signori non dovete contribuire in alcun modo ai gruppi ultrà. Questa è una regola che viene seguita in maniera molto diligente e che viene inculcata anche ai nostri calciatori”.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".