Due curve, quelle di Inter e Milan, due direttivi e però una sola associazione per delinquere giocata dal punto di vista giuridico su due canali. Quella riferibile ai nerazzurri aggravata dal metodo mafioso per il collegamento e la collaborazione diretta con Antonio Bellocco, rampollo della ‘ndrangheta di Rosarno ucciso lo scorso 4 settembre ad opera di Andrea Beretta, altro capo ultrà dell’Inter, anche lui destinatario dell’ordinanza firmata oggi dal giudice per le indagini preliminari di Milano Domenico Santoro.
Associazione semplice invece quella che viene contestata a parte del direttivo rossonero con in testa i fratelli Lucci, Luca e Francesco. Secondo il giudice: “Le due associazioni hanno piegato una passione, il tifo per la squadra di calcio, ad occasione di guadagno, occupando il territorio di quella passione, lo stadio, con la violenza, acquisendo la capacità intimidatoria che ha permesso ai relativi accoliti di tenere condotte pervicaci sia al loro interno sia in danno delle attività economiche ivi operanti sia, ancora, nei confronti di soggetti estranei allo stadio”. Non solo “per tutti i soggetti” indagati per i due reati associativi è evidente “la sussistenza di un gravissimo rischio di reiterazione di condotte delittuose dello stesso tipo di quelle per cui si procede e, in specie (ed in elevato grado), di criminalità organizzata e di gravi delitti commessi con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale”.
“Indole violenta e sopraffattrice” – Del resto “indagini come quella in esame rivelano l’esistenza di due sodalizi che hanno sostanzialmente reso lo stadio Meazza di Milano territorio sottoposto al loro, incontrastato, dominio. La capacità di intimidazione di cui gli accoliti si sono resi protagonisti nel corso del tempo ha determinato (come accade di osservare nelle associazioni che costituiscono la matrice da cui poi traggono origine i sodalizi mafiosi) una tale fama criminale, una tale e diffusa consapevolezza, all’interno e fra i consociati, della indole violenta e sopraffattrice di cui sono capaci, da generare un diffuso, costante e generalizzato clima di omertà (…). A ciò si aggiunga che i più gravi fatti violenti commessi dagli indagati non sono mai stati spontaneamente denunciati”.
Tutti gli arrestati – Oltre ai Lucci risultano indagati Cristian Rosiello e Islam Hagag alias Alex Cologno, volti noti dei social per aver affiancato il cantante Federico Leonardo Lucia in arte Fedez nell’ultimo periodo. Anche nelle ultime ore, tanto che vengono ritratti nelle sue storie su Instagram durante un viaggio a Parigi con il cantante. Anche per loro è contestata l’associazione criminale. Per loro, come per Beretta, ma anche per l’altro leader nerazzurro Marco Ferdico oltre che per il padre Gianfranco il giudice ha disposto l’arresto in carcere. Diciannove i provvedimenti emessi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Di questi il giudice ha disposto l’arresto in carcere per Antonio Bellocco (deceduto) Andrea Beretta, Riccardo Bonissi, Renato Bosetti, Giuseppe Caminiti, Fabiano Capuzzo, Gianfranco Ferdico, Marco Ferdico, Islam Hagag, Francesco Intagliata, Francesco e Luca Lucci, Mauro Nepi, Matteo Norrito detto Chuk, Luciano Romano detto Ciano, Cristian Rosiello, Alessandro Sticco detto Shreck. Domiciliari per l’imprenditore attivo nel settore dei parcheggi Gherardo Zaccagni, il quale si avvarrà della collaborazione-protezione per i parcheggi dello stadio di Giuseppe Caminiti, personaggio legato al boss della ‘ndrangheta Giuseppe Calabrò alias ‘U Dutturicchiu. Agli arresti casalinghi anche Debora Turiello e Cristian Ferrario.
Gli incontri – Due direttivi, ma in pratica un’unica associazione. Tanto che il gip nelle esigenze cautelari per Beretta scrive: “Non esita a scendere a compromessi con Luca Lucci per la gestione dei comuni interessi economici o per la composizione di potenziali momenti di dissidio, nel contesto del vigente patto di non belligeranza. Le entrate economiche, per sua stessa ammissione, appaiono il solo orizzonte che lo interessa e, non a caso, determinano le plurime condotte estorsive”. Decine le foto che ritraggono Ferdico, Beretta e Bellocco davanti al bar-ufficio di Luca Lucci, Italiana Drink di Cologno Monzese. E altrettanti gli affari condivisi dai direttivi. Tra i tanti il lucrosissimo business dei biglietti per la finale di Instanbul del 2023 tra l’Inter e il Manchestr City. Biglietti che saranno oggetto di pressioni di Ferdico addirittura sull’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, interpellato perché a sua volta convincesse la società a fornire più degli 800 biglietti pattuiti. Numero che alla fine salirà alla cifra di 1.500. A far da regista di questa santa alleanza tra curva Sud e curva Nord, secondo le indagini, è stato lo stesso Luca Lucci che avrebbe in qualche modo coordinato la nascita in curva Nord dello striscione unico come già successo in passato per la Sud.
La “fama criminale”- L’indagine, coordinata dalla squadra Mobile diretta da Alfonso Iadevaia e dai pm Paolo Storari e Sara Ombra oltreché dal procuratore Marcello Viola, ha così messo a nudo un vero e proprio sistema associativo nel quale, scrive il gip per la parte dell’Inter, i vari soggetti “costituivano, promuovevano, dirigevano e partecipavano a un sodalizio finalizzato a commettere una pluralità indeterminata di reati di lesioni, percosse, resistenza a pubblico ufficiale, rissa, estorsione, intestazione fittizia”.
In particolare, poi, il triumvirato composto da Bellocco, Beretta e Marco Ferdico aveva “il compito di coordinare tutte le attività, illecite e lecite, della curva Nord nonché di programmare gli scontri con le forze dell’ordine e delle tifoserie avversarie, italiane ed estere (…). In particolare, Antonio Bellocco, forte della sua fama criminale derivante dalla sua appartenenza alla famiglia Bellocco, spalleggiava Ferdico e Beretta per riunire il tifo organizzato interista sotto un’unica regia, ‘sopprimendo’ tutti gli altri gruppi del tifo organizzato così garantendosi in esclusiva i guadagni derivanti dalla gestione delle attività illecite facenti capo allo stadio”. Tra questi il lucroso affare del merchandising portato avanti dal negozio We are di Milano diretto da Beretta e capace di fruttare fino a 600mila euro l’anno.
Gli interessi per gestire i guadagni dello stadio – Secondo il Tribunale poi “Bellocco aveva il compito di respingere iniziative di altri gruppi criminali interessati a gestire i guadagni dello stadio”. Tra questi emissari dei clan Morabito e Mancuso. Ancora il gip: “Con l’aggravante di aver commesso il fatto anche al fine di favorire l’associazione mafiosa dei Bellocco, a cui Antonio Bellocco, arrivato a Milano grazie a Ferdico, che gli procurava alloggio e occupazione lavorativa fittizia, riversava parte dei guadagni derivanti dalle attività illecite, anche ai fini del mantenimento in carcere dei detenuti”.
Dal canto suo Luca Lucci, scrive il giudice, “rimane alla guida della Curva Sud dopo il primo arresto del 2018 e dopo l’ulteriore esperienza giudiziaria del 2021, resistendo ad ogni tentativo di essere deposto da parte di Giancarlo Lombardi alias Sandokan. Come l’omologo di fede nerazzurra, egli pianifica ogni azione del sodalizio, dalle aggressioni interne allo stadio alle condotte violente finalizzate alla tutela delle semplici istanze dei suoi adepti, dalle interlocuzioni con i maggiorenti della curva nord per procacciare occasioni di guadagno alla gestione della contabilità della propria curva e delle spese legali per i sottoposti a procedimenti penali (o Daspo). Rivelatrici della sua personalità incline alla violenza ed irrispettosa di ogni prescrizione dell’autorità sono le condotte serbate quando redarguiva il fratello sul modo (a suo dire troppo tenero) in cui egli si rapportava alle forze dell’ordine deputate al controllo dell’ordine pubblico nello stadio o quando derideva il contenuto del provvedimento giudiziario con cui, nella speranza della positività del suo percorso di emenda, era stata finanche autorizzata la sua presenza allo stadio”.
Dirà su questo punto Lucci: “Autorizzato dal giudice per riabilitare il mio cervello, capisci? Capisci che stasera mi portano allo stadio per riabilitare il mio cervello!? Allo stadio, fa parte del percorso per chissà cosa mi dicono durante la partita, che mi diranno: ‘Vedi? Devi viverla così’ e io faccio: ‘siii, che bello con la famiglia’, ma vai a fare in culo che c’ho una sete di sangue che solo Dio lo sa!!! Dio (omissis) (…) che schifo!!! vergogna!! Dottoressa puh!!!”
In concorso con l’associazione nerazzurra capeggiata dal boss defunto Antonio Bellocco c’è anche Giuseppe Caminiti, detto Pino, il quale “dal 2018 al 2020 corrispondeva a Beretta e Boiocchi (Ex capo della Nord ucciso il 29 ottobre 2022) una somma di denaro pari a 4.000 euro al mese da destinare, in tutto o in parte, ai bisogni della tifoseria organizzata della Curva Nord. Dopo il 2020 e fino alla attualità corrispondeva a Beretta parte del provento in nero derivante dalla gestione dei parcheggi gestiti dalle società di Zaccagni, finanziando in tal modo l’attività della curva Nord”. Tanto che l’imprenditore milanese ammetterà di averlo preso per la protezione paragonandolo allo Stalliere di Arcore Vittorio Mangano.
Infiltrazioni negli appalti dello stadio – Non di meno è risultata l’infiltrazione del direttivo di Lucci negli appalti dello stadio coordinati attraverso affidamenti dalla società Mi-Stadio (non indagata) controllata dalle società di Inter e Milan. Indagati per estorsione risultano, infatti, Luca Lucci e Marianna Tedesco, quest’ultima compagna di Matteo Norrito, membro del direttivo interista e “personaggio cerniera” per i rapporti tra le due curve, nonché socia con Lucci nella società che gestisce in un singolare franchising diversi Barber shop con l’insegna Italian Ink.
I due, secondo il gip, “mediante minaccia (….) nel convocare il rappresentante della Fit società cooperativa” che ha in subappalto dalla Air Food Stadio srl, a sua volte appaltatrice da Mi Stadio, la distribuzione delle bevande all’interno dei bar del Meazza “proponendogli dapprima di assumere personale segnalato da Lucci per lavorare all’interno della curva del Milan per la somministrazione delle bevande; poi di subentrare con una società nel servizio di distribuzione delle bevande limitatamente al settore della curva del Milan (proposte entrambe rifiutate) e infine di effettuare dei servizi di facchinaggio attraverso la società Mia Milano srl (proposta poi accettata con la costrizione) prestazioni mai effettuata” ma per cui è stata emessa e pagata la fattura di 10mila euro emessa da Mia Milano srl (gestita da Lucci Luca e Tedesco Marianna). In nome, poi, degli affari comuni Lucci e Beretta condividono un’estorsione sempre ai danni della Fit. Inoltre, alcuni ultras del Milano, tra cui Rosiello, guardia del corpo di Fedez, impedivano “ai bar presenti all’interno dello stadio Meazza di vendere, in occasione di una partita del Milan, bevande lamentando un (asserito) incongruo aumento dei prezzi della birra, cagionando un danno patrimoniale dai 12.000 ai 36.000 euro”. Lo stesso Rosiello, assieme ad altri ultras, il 26 agosto 2023 si renderà protagonista di una violenta aggressione a un tifoso comune che assieme al figlio assisteva alla partita al primo anello blu. Picchiato, come mostrano le immagini, sarà costretto ad abbandonare il Meazza assieme al figlio.
Le motivazioni del gip – Nelle sue conclusioni, il gip non manca di sottolineare come “sin dall’iniziale richiesta, il pm ha rappresentato l’esistenza di esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione di gravi reati e a quello di inquinamento probatorio (…) evidenziando i numerosi precedenti penali di cui molti degli indagati sono gravati e, ancora, come, nonostante questi, nonostante periodi di detenzione e misure di prevenzione subiti, continuino a commettere fatti violenti e si impongano con la forza sul territorio, tanto che lo stadio di San Siro è incontrastato dominio delle tifoserie organizzate violente. La Procura rappresenta, poi, come l’attività delittuosa sia ancora in atto, considerato come le principali fattispecie riguardino un fenomeno associativo attuale e come la commissione di alcuni reati sia recente ed attuale, come, ad esempio, l’estorsione in danno dei gestori dei bar siti all’interno dello stadio”.
Controllo del territorio, ma anche un “evidente clima di omertà rilevato quale dato costante dell’indagine, in quanto coloro i quali avevano subito atti violenti, spesso non avevano denunciato o, comunque, avevano reso dichiarazioni ampiamente reticenti per timore di ritorsioni”. Tra i vari casi recenti, il pm cita la spedizione armata nel comune di Motta Visconti dello scorso aprile o anche il pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino nel quale, la notte in cui l’Inter vinceva il ventesimo scudetto, fu coinvolto anche Fedez.
Beretta il successore designato – E se Beretta, secondo le indagini, risulta il successore designato dopo l’omicidio del capo Boiocchi, la figura di Marco Ferdico, secondo il gip, “trova momento di esaltazione quando realizza le condizioni per l’arrivo di Antonio Bellocco a Milano. È Ferdico che assiste e accompagna Bellocco nell’ascesa al comando dell’associazione. È, ancora, chi mette Bellocco in allerta sulla ripartizione degli introiti del sodalizio curata da Beretta, a riprova di come unica sua finalità sia quella di natura economica”. Su Ferdico, chiosa il giudice, “poi non inganni la sua posizione dichiaratamente defilata emersa dalle più recenti investigazioni: essa appare scelta dettata da strategia in questo particolare momento di assestamenti seguito all’uccisione di Antonio Bellocco, con tutti gli interrogativi che essa pone”. Di “sicuro rilievo nell’associazione” è il padre, Gianfranco Ferdico, “non solo per l’essere costantemente a fianco del proprio figlio Marco ma anche per la palesata (ostentata, verrebbe da dire) prossimità ad Antonio Bellocco”.
“Adesione a un sistema di disvalori” – Rispetto all’associazione costituita dal direttivo interista, il giudice scrive: “L’obiettiva gravità dei fatti-reato e l’elevata pericolosità sociale dei prevenuti, quali risultano dall’estremo allarme riconnesso a condotte delittuose poste in essere in modo duraturo e programmato, sono suscettibili di essere maggiormente poste in evidenza se si considera che la commissione dei delitti in contestazione si è rivelata destinata anche a favorire un’articolazione della ‘ndrangheta, la cosca Bellocco”. Inoltre “è doveroso sottolineare che le condotte delittuose descritte palesano l’adesione dei soggetti a un sistema di valori, anzi di disvalori, connesso ad un radicato meccanismo illecito, operando, dunque, scelte esistenziali che appaiono del tutto irreversibili”. Di più: l’omicidio di Antonio Bellocco “esalta l’attualità delle esigenze cautelari connesse al pericolo del compimento di gravi delitti, nel momento in cui il brutale omicidio ha determinato destabilizzazione nel sodalizio e sono in corso gli assestamenti necessari a recuperarne il controllo per il momento in cui l’attenzione investigativa e mediatica saranno sopite”.
“Emersi contatti tra esponenti Curva Sud e criminalità calabrese” – Del resto, le conclusioni per l’associazione a delinquere capeggiata da Lucci non si discostano di molto. Per cui, ad esempio, la loro “elevata pericolosità è rappresentata, in termini che più netti sarebbe difficile immaginare, dalla terribile aggressione ai danni di T.r.g. (in relazione alla quale tre dei sodali hanno riportato sentenza di applicazione concordata della pena appena nel luglio di quest’anno)”. Ma “ancora più preoccupante è la tendenza emersa di recente, con gli uomini della Curva Sud che, oltre ad assurgere al rango di servizio di security per personalità della musica, con questo mondo intessono un legame che appare particolarmente intenso e che si rivela potenzialmente foriero di ulteriori introiti economici”. Inoltre “dalle indagini più recenti, poi, sono emersi contatti tra esponenti della Curva Sud (…) e ambienti della criminalità organizzata calabrese, che rivelano (in maniera che richiama il corso storico recente della curva Nord) un progressivo avvicinamento tra delinquenza da stadio e ‘ndrangheta, che lascia pensare a sviluppi preoccupanti e che ribadisce, qualora occorra, l’estrema pericolosità del sodalizio criminoso”.
E però gli arresti di questa mattina non sembrano affatto aver chiuso definitivamente il cerchio attorno alla gestione criminale delle due curve. Conclude infatti il giudice: “Ulteriore esigenza probatoria assoluta, in questo momento, riguarda l’approfondimento delle interazioni con la ‘ndrangheta”. Approfondimenti che secondo il Tribunale dovranno essere eseguiti anche rispetto alla figura di Gherardo Zaccagni e al suo tentativo, monitorato dalla Procura, di conoscere i contenuti dell’inchiesta attraverso soggetti qualificati, come ex finanzieri o ex poliziotti già impiegati per la scorta dell’ex magistrato Ilda Boccassini.