Ospedali in Piemonte, rieccoci al punto di partenza: il Pd dovrebbe chiederne conto a Cirio
Il gioco dell’oca degli ospedali-chimera del Piemonte si arricchisce di una nuova puntata: tre anni di proclami, progetti, incarichi e fiumi di denaro spesi, dirigenti rimossi e altri dimessi, rieccoci ora alla casella di partenza. Due giornali online, Lo Spiffero di Torino e La Guida di Cuneo – a seguire La Stampa – hanno informato i lettori che i nuovi ospedali del Santa Croce di Cuneo e quello dei Ss. Antonio, Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria non saranno più realizzati con l’apporto dei privato. Questo perché le proposte di partenariato, a partire da quella di Cuneo della Società Inc del Gruppo Dogliani, presentata nel maggio 2022, non sarebbero economicamente sostenibili.
Ma come, mi son detto: lo vado sostenendo da quattro anni a questa parte con corredo di dati e analisi finanziarie abbastanza raffinate, pure mandate a tutti i consiglieri e assessori e dirigenti della Regione… e solo adesso si rendono conto di ciò che è evidente da tempo a chiunque?
La soddisfazione di aver avuto ragione, seppure tardivamente, è durata poco perché mi sono ricordato che, immediatamente dopo il suo insediamento (maggio 2019), l’allora neo assessore Icardi (centrodestra) aveva dichiarato che i partenariati con i privati messi in campo dalla precedente giunta Chiamparino (centrosinistra) a lui non piacevano perché erano troppo costosi. Perciò, si impegnò con il Ministero della Salute e con Inail affinché finanziasse i nuovi ospedali del Piemonte nell’ambito del suo programma di edilizia sociale, con costi ben più convenienti. Così nel gennaio 2022 la Giunta fece approvare dal Consiglio Regionale l’intesa con Inail per la realizzazione in Piemonte di sei nuovi ospedali. Costo totale ai prezzi del tempo: € 1.285.000.000, interamente finanziati da Inail. Tra questi, quello di Cuneo.
Nel volgere di poche settimane gli orientamenti cambiarono in modo repentino. A metà maggio ‘22, il Gruppo Dogliani presentò all’Azienda Ospedaliera di Cuneo una proposta per costruire il nuovo ospedale con le modalità previste dal Partenariato Pubblico Privato (Ppp): 410 mln il costo dell’opera, 148 milioni il contributo pubblico, 261 milioni l’investimento privato. Il privato otteneva la concessione per 20 anni in cambio di un canone di 25,5 milioni annui. Sicché il solo costo finanziario della concessione arrivava a 657 milioni di euro. L’opzione Inail, che veniva accantonata, prevedeva un costo totale nei 20 anni di canone pari a 450 milioni. La differenza di costo tra la concessione di Ppp (656.800.000) e l’affitto Inail (450.180.000), è pari a 206.620.000 di euro: sarebbe un bel risparmio per i contribuenti piemontesi.
Il caso dell’Ospedale di Cuneo ha tuttavia qualcosa in più, a cominciare dalle indebite pressioni esercitate dalla Regione Piemonte nei confronti dell’intera direzione generale dell’Azienda Ospedaliera, poi dimessasi, perché accettasse la proposta di Ppp del Gruppo Dogliani, di Narzole (CN), che a parere del Presidente Cirio e dell’allora Assessore alla Sanità Icardi era vantaggiosa.
Ne erano così certi che, insieme all’ing. Petruzzi, Direttore Regionale degli investimenti nell’edilizia ospedaliera, andarono a sostenerla più volte, fino alla presentazione pubblica della proposta Dogliani, fatta al Centro Incontri della Provincia di Cuneo nel gennaio di quest’anno. Nel 2028 Cuneo avrebbe avuto il nuovo ospedale, cotto e mangiato. Ora si ricomincia da capo, l’ospedale torna ad allontanarsi. Qualcos’altro però non quadra.
Il Gruppo Dogliani dichiara una spesa vicina ai 5 milioni di euro per la predisposizione degli elaborati della proposta del piano che ha presentato, nonostante sapesse che il Consiglio Regionale aveva già deciso per Inail, più conveniente. Scelta poco logica, parrebbe. Intanto lo stesso gruppo, oltre alle proposte di partenariato per i due ospedali di Cuneo e Alessandria, al termine della gara in corso realizzerà il Parco della Salute della Ricerca e della Scienza di Torino. Si è anche aggiudicato le concessioni delle principali autostrade piemontesi, scalzando il GruppoGavio, con sede a Tortona (AL).
Le indiscrezioni fatte trapelate dall’assessorato alla Sanità del Piemonte e dalle Direzioni Generale delle due Aziende Ospedaliere interessate mi informano che anche il nuovo assessore alla Sanità, Riboldi, ex sindaco di Casale Monferrato (AL), ritiene i partenariati troppo costosi. Dopo che, con i loro comportamenti, Cirio e Icardi hanno fatto perdere a Cuneo e ad Alessandria altri tre anni di tempo, non vorrei che il nuovo assessore Riboldi si mettesse sulla loro scia.
Sarebbe ora che le opposizioni ricordassero ciò che hanno combinato in passato Cirio, il suo assessore Icardi – ora premiato con la presidenza della Commissione Sanità a tenere il sacco aperto – e tutto il cucuzzaro al seguito facendo il loro mestiere, senza compiacersi delle nuove chiacchiere spifferate dal neo assessore Riboldi pensando che si tratti di un loro risultato, perché non è così. In materia di edilizia ospedaliera il Pd piemontese, quando non ha condiviso, è stato distratto, lasciando che i costi crescessero a dismisura come sta avvenendo a Novara, limitandosi a prese di posizione del tutto ininfluenti.
Passare dall’ignoranza alla connivenza è un amen, per questo dovrebbero chiedere a Cirio di dare conto dei guasti che ha provocato insieme ai suoi assessori. Se non dovesse accadere, i piemontesi continueranno ad aspettare ancora per molto tempo i nuovi ospedali, accrescendo la convinzione che votare non serve un granché perché alla fine “pensano tutti solo per sé”, polizze sanitarie comprese.
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La Redazione
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "I vigliacchi di Hamas ancora una volta esibiscono ostaggi, ma si mostrano a volto coperto. Perché sono dei codardi. Sono protagonisti di un’azione terroristica che dimostra la loro impossibilità di proporsi come uno Stato". Lo dice Maurizio Gasparri.
"O i palestinesi si liberano di questa setta di terroristi vigliacchi o non potranno essere interlocutori della comunità internazionale. Non si può parlare di due popoli e di due Stati quando c'è uno stato democratico, un popolo perseguitato, Israele e gli israeliani, e c'è un popolo palestinese che si fa comandare da questi vili criminali, che si nascondono perché non hanno il coraggio di mostrare il loro volto da assassini al mondo intero", aggiunge il presidente dei senatori di FI.
Roma, 15 feb. (Adnkronos) - Non saranno sempre "una cosa bellissima", come diceva l'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, ma le tasse restano stabilmente nella top ten dei temi 'divisivi' del centrosinistra. L'ultima accesa discussione, e non è certo la prima volta, è scoppiata sulla patrimoniale. Un 'evergreen', dall'Ulivo al campo largo. Che adesso vede, appunto, coinvolti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e tutto il fronte alternativo al centrodestra.
A far (ri) scoppiare la polemica è stato lo stesso Fratoianni che, ad un convegno sui sistemi fiscali si è rivolto ai compagni di viaggio, seduti al suo fianco per ascoltare le relazioni del premio nobel Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e dell'economista Hayati Ghosh. "Mi rivolgo a voi: verrà presto il momento di formulare una proposta per l’alternativa e bisogna dire che per una patrimoniale sulle grandi ricchezze è arrivato il momento, non si può rinviare", ha detto il leader di SI a Schlein e Conte.
Da lì, il dibattito è partito incontenibile. Ai leader di sinistra, c'è da dire, è arrivato l'abbrivio di Stiglitz che, citando il Papa, ha sottolineato: "Le tasse sono uno strumento importante per proteggere i poveri". Ma a sinistra non c'era certo bisogno dell'endorsement di un premio Nobel per accendere la miccia sul fisco. I più 'nostalgici' ricordano la mossa elettorale di Rifondazione comunista. Correva l'anno 2006, il partito di Nichi Vendola era al governo (quello con Padoa Schioppa ministro) e per le elezioni pensò di riempire le città con i manifesti con la foto di un panfilo e lo slogan preso da una telenovela degli anni '70: 'Anche i ricchi piangano'. Da lì a poco la stagione dell'Ulivo arrivò al capolinea.
(Adnkronos) - Eppure l'idea del 'prelievo forzoso' sulla quale i progressisti sono messi da sempre all'indice dagli avversari politici non è una idea di sinistra. A inventarlo, in Italia, è il governo Nitti nel 1919 per far quadrare i conti traballanti. Ma lo fa anche Mussolini, dopo la guerra in Etiopia, nel '36. Per gli stessi motivi. Eppure è sempre a sinistra che si guarda (e si polemizza) quando si parla di tasse. Silvio Berlusconi ha costruito una campagna anti sinistra, una costante della sua carriera politica, sin quando parlava del prelievo "con il favore delle tenebre" a proposito del 6xmille retroattivo sui conti correnti imposto dal governo Amato nel '92 per arginare le falle dei conti pubblici.
E le polemiche su Matteo Renzi e l'Imu? "Elimineremo noi, perché gli altri hanno fatto la finta, la tassa sulla prima casa, l'Imu agricola e sugli imbullonati", annunciò l'allora premier all'assemblea del Pd, finendo nel mirino con l'accusa di 'berlusconismo'. Ma gli esempi sono tanti, anche più recenti. Alle elezioni del 2022 Enrico Letta lanciò la proposta della dote ai 18enni, un capitale di circa 10mila euro da spendere in formazione, casa o per avviare una attività. "Sarà finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari", spiegò il segretario del Pd, subito accusato di voler introdurre la patrimoniale in maniera surrettizia.
A distanza di anni i progressisti si trovano ancora, sempre, alle prese con la discussione sul fisco e sulle varie ricette per le tasse. Con Schlein che oggi dice: "Non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni", indicando però una soluzione "almeno a livello europeo" sulle orme di quella suggerita dal presidente brasiliano Lula al G20. E Conte che invita a parlare di tasse ma "in modo intelligente", per "contrastare il capitalismo parassitario".
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Nella giornata di oggi, 15 febbraio, presso i locali della federazione provinciale del Pd in corso Mazzini, si è svolto l’incontro fra la delegazione del Partito democratico, composta da Vittorio Pecoraro, segretario provinciale, Rosi Caligiuri, segretaria cittadina, e Francesco Alimena, capogruppo Pd in Consiglio comunale, con il sindaco di Cosenza, Franz Caruso". Lo spiegano in una nota congiunta gli stessi Pecoraro, Caligiuri e Alimena.
"Nell’esprimere il proprio sostegno all’esperienza amministrativa, il Partito democratico, ribadendo la propria unità, ha rappresentato al sindaco la sua proposta per il completamento della giunta con l’indicazione dell’avvocata Maria Locanto quale vicesindaca", proseguono i dem.
"Il sindaco ha ascoltato la valutazione del Pd e, nel rispetto delle proprie prerogative, si è riservato di esaminare con attenzione tale richiesta. L’indicazione di Maria Locanto è l’espressione del territorio ed è stata formulata a livello cittadino, provinciale e regionale del Partito, nonché dalle rispettive rappresentanze istituzionali. La scelta di Maria Locanto testimonia in modo chiaro l’unità del Pd, essendo presidente provinciale del Partito e avendo sempre lavorato con equilibrio e senso di responsabilità per la crescita della nostra comunità", sottolineano ancora gli esponenti Pd.
(Adnkronos) - "La delegazione del Pd ha, nel contempo, espresso al Sindaco la volontà di un impegno unitario perché la riorganizzazione della giunta non si espliciti soltanto attraverso una mera sostituzione assessorile ma sia opportunità per un rilancio strategico dell'azione amministrativa, affinché la seconda metà della consiliatura possa essere la fase di pieno compimento della attuazione del programma di governo su cui la maggioranza degli elettori cosentini ha espresso fiducia nella proiezione del progetto "Cosenza 2050'", concludono i dirigenti dem.
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Oggi si vota in 101 province per il congresso di Azione, un esercizio organizzativo molto complesso, ma necessario per riportare i partiti a essere quello che erano: luoghi di confronto democratico sulle idee e sulla linea politica. Siamo molto felici di come è andato". Lo dice Carlo Calenda.
"Ringrazio tutti i militanti, gli iscritti, i garanti congressuali e le persone che in questi mesi si sono attivati per tenere viva e rendere più forte la nostra comunità", aggiunge il leader di Azione.
Sanremo, 15 feb. - (Adnkronos) - “Tradizione, italianità e vicinanza sono valori del Festival di Sanremo e anche di Generali che li applica nel quotidiano per essere partner dei nostri clienti e costruire insieme il loro futuro”. Lo ha detto Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, dal famoso e ormai iconico ‘Balconcino’ dell’Agenzia di Sanremo “che idealmente rappresenta tutte le piazze, tutti i balconcini, tutti i luoghi dove tutta la nostra eccezionale rete di agenti opera tutti i giorni per progettare il futuro” con gli italiani". "Proprio “la rete di 2mila agenzie e 20mila colleghe e colleghi presenti sul territorio, è il cuore del nostro business - sottolinea Monacelli - È grazie a loro se riusciamo a tenere fede alla nostra ambizione, che è quella di essere ‘Partner di Vita’ delle persone, in ogni momento rilevante, accompagnandole, con la consulenza di valore, a fare scelte consapevoli e responsabili con l’obiettivo di proteggere il loro futuro e il futuro delle persone che stanno loro a cuore”.
Per il terzo anno consecutivo “siamo felicemente presenti a Sanremo” con vista sull’Ariston “perché vogliamo essere dove succedono le cose che contano - aggiunge Marco Oddone, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia - Milioni di persone seguono Sanremo ogni sera e noi vogliamo essere vicini agli Italiani, nei vari momenti di vita, anche in un momento leggero, come si vede nello spot che abbiamo lanciato in questa occasione: mentre ‘tutti cantano Sanremo’, ci sono persone che prendono decisioni importanti della loro vita e noi, con i nostri agenti siamo loro vicini”. Con Sanremo “è scoccata una vera e propria scintilla - racconta Oddone - C’è una condivisione di valori: tradizione, passione, ma anche innovazione, con nuovi linguaggi dedicati a tutte le generazioni. Abbiamo raccontato il Festival con la voce di Caterina Ferioli, protagonista della nuova serie TV Belcanto, che è diventata portavoce di una prospettiva privilegiata sul Teatro Ariston attraverso i social, per coinvolgere ed entusiasmare persone di tutte le età. Un racconto a 360 gradi - conclude - da una prospettiva unica sull’Ariston al quale siamo molto felici di dare il nostro contributo”.
Generali ha partecipato anche al FantaSanremo con la lega #BalconcinoGenerali per accogliere tutte le persone che sceglieranno di giocare durante i giorni della kermesse all’iniziativa social più popolare, coinvolgente e divertente.
Torino, 15 feb. - (Adnkronos) - “Sui dazi la storia dimostra che fanno male a tutti, anche a chi li impone. Poi naturalmente colpiscono di più i paesi che hanno una forte capacità di esportazione, quindi può essere che l’Italia sia un pochino più colpita di altri Paesi come primo impatto. Ma non dimentichiamo che l’Italia ha sempre dimostrato una capacità molto elevata di riorientare le proprie esportazioni in funzione dell’andamento dai mercati e dei prezzi. Quindi io sono abbastanza ottimista sulla capacità dell’Italia di minimizzare o comunque contenere i danni che possano derivare da questa guerra delle tariffe che si preannuncia". Lo ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine del congresso Assiom Forex in corso a Torino." Naturalmente - osserva - nessun paese riuscirà a sfuggire al fatto che una guerra delle tariffe fa sempre male a tutti".
Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - Sono in corso verifiche dell'Ambasciata italiana a Bogotà sulla presunta morte del boss Giovanni Motisi, inserito nella lista dei latitanti mafiosi più pericolosi. La Procura di Palermo ha allertato i poliziotti del Servizio centrale operativo. A lanciare la notizia è il sito del giornale 'Gente'. Secondo il settimanale sarebbe morto di tumore in una clinica di Cali. Motisi aveva fatto perdere le sue tracce dal 1998.
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Mariano Turigliatto
Docente, scrittore, pedagogista, coltivatore di speranza
Economia & Lobby - 30 Settembre 2024
Ospedali in Piemonte, rieccoci al punto di partenza: il Pd dovrebbe chiederne conto a Cirio
Il gioco dell’oca degli ospedali-chimera del Piemonte si arricchisce di una nuova puntata: tre anni di proclami, progetti, incarichi e fiumi di denaro spesi, dirigenti rimossi e altri dimessi, rieccoci ora alla casella di partenza. Due giornali online, Lo Spiffero di Torino e La Guida di Cuneo – a seguire La Stampa – hanno informato i lettori che i nuovi ospedali del Santa Croce di Cuneo e quello dei Ss. Antonio, Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria non saranno più realizzati con l’apporto dei privato. Questo perché le proposte di partenariato, a partire da quella di Cuneo della Società Inc del Gruppo Dogliani, presentata nel maggio 2022, non sarebbero economicamente sostenibili.
Ma come, mi son detto: lo vado sostenendo da quattro anni a questa parte con corredo di dati e analisi finanziarie abbastanza raffinate, pure mandate a tutti i consiglieri e assessori e dirigenti della Regione… e solo adesso si rendono conto di ciò che è evidente da tempo a chiunque?
La soddisfazione di aver avuto ragione, seppure tardivamente, è durata poco perché mi sono ricordato che, immediatamente dopo il suo insediamento (maggio 2019), l’allora neo assessore Icardi (centrodestra) aveva dichiarato che i partenariati con i privati messi in campo dalla precedente giunta Chiamparino (centrosinistra) a lui non piacevano perché erano troppo costosi. Perciò, si impegnò con il Ministero della Salute e con Inail affinché finanziasse i nuovi ospedali del Piemonte nell’ambito del suo programma di edilizia sociale, con costi ben più convenienti. Così nel gennaio 2022 la Giunta fece approvare dal Consiglio Regionale l’intesa con Inail per la realizzazione in Piemonte di sei nuovi ospedali. Costo totale ai prezzi del tempo: € 1.285.000.000, interamente finanziati da Inail. Tra questi, quello di Cuneo.
Nel volgere di poche settimane gli orientamenti cambiarono in modo repentino. A metà maggio ‘22, il Gruppo Dogliani presentò all’Azienda Ospedaliera di Cuneo una proposta per costruire il nuovo ospedale con le modalità previste dal Partenariato Pubblico Privato (Ppp): 410 mln il costo dell’opera, 148 milioni il contributo pubblico, 261 milioni l’investimento privato. Il privato otteneva la concessione per 20 anni in cambio di un canone di 25,5 milioni annui. Sicché il solo costo finanziario della concessione arrivava a 657 milioni di euro. L’opzione Inail, che veniva accantonata, prevedeva un costo totale nei 20 anni di canone pari a 450 milioni. La differenza di costo tra la concessione di Ppp (656.800.000) e l’affitto Inail (450.180.000), è pari a 206.620.000 di euro: sarebbe un bel risparmio per i contribuenti piemontesi.
Il caso dell’Ospedale di Cuneo ha tuttavia qualcosa in più, a cominciare dalle indebite pressioni esercitate dalla Regione Piemonte nei confronti dell’intera direzione generale dell’Azienda Ospedaliera, poi dimessasi, perché accettasse la proposta di Ppp del Gruppo Dogliani, di Narzole (CN), che a parere del Presidente Cirio e dell’allora Assessore alla Sanità Icardi era vantaggiosa.
Ne erano così certi che, insieme all’ing. Petruzzi, Direttore Regionale degli investimenti nell’edilizia ospedaliera, andarono a sostenerla più volte, fino alla presentazione pubblica della proposta Dogliani, fatta al Centro Incontri della Provincia di Cuneo nel gennaio di quest’anno. Nel 2028 Cuneo avrebbe avuto il nuovo ospedale, cotto e mangiato. Ora si ricomincia da capo, l’ospedale torna ad allontanarsi. Qualcos’altro però non quadra.
Il Gruppo Dogliani dichiara una spesa vicina ai 5 milioni di euro per la predisposizione degli elaborati della proposta del piano che ha presentato, nonostante sapesse che il Consiglio Regionale aveva già deciso per Inail, più conveniente. Scelta poco logica, parrebbe. Intanto lo stesso gruppo, oltre alle proposte di partenariato per i due ospedali di Cuneo e Alessandria, al termine della gara in corso realizzerà il Parco della Salute della Ricerca e della Scienza di Torino. Si è anche aggiudicato le concessioni delle principali autostrade piemontesi, scalzando il Gruppo Gavio, con sede a Tortona (AL).
Le indiscrezioni fatte trapelate dall’assessorato alla Sanità del Piemonte e dalle Direzioni Generale delle due Aziende Ospedaliere interessate mi informano che anche il nuovo assessore alla Sanità, Riboldi, ex sindaco di Casale Monferrato (AL), ritiene i partenariati troppo costosi. Dopo che, con i loro comportamenti, Cirio e Icardi hanno fatto perdere a Cuneo e ad Alessandria altri tre anni di tempo, non vorrei che il nuovo assessore Riboldi si mettesse sulla loro scia.
Sarebbe ora che le opposizioni ricordassero ciò che hanno combinato in passato Cirio, il suo assessore Icardi – ora premiato con la presidenza della Commissione Sanità a tenere il sacco aperto – e tutto il cucuzzaro al seguito facendo il loro mestiere, senza compiacersi delle nuove chiacchiere spifferate dal neo assessore Riboldi pensando che si tratti di un loro risultato, perché non è così. In materia di edilizia ospedaliera il Pd piemontese, quando non ha condiviso, è stato distratto, lasciando che i costi crescessero a dismisura come sta avvenendo a Novara, limitandosi a prese di posizione del tutto ininfluenti.
Passare dall’ignoranza alla connivenza è un amen, per questo dovrebbero chiedere a Cirio di dare conto dei guasti che ha provocato insieme ai suoi assessori. Se non dovesse accadere, i piemontesi continueranno ad aspettare ancora per molto tempo i nuovi ospedali, accrescendo la convinzione che votare non serve un granché perché alla fine “pensano tutti solo per sé”, polizze sanitarie comprese.
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Roma, 15 feb (Adnkronos) - "I vigliacchi di Hamas ancora una volta esibiscono ostaggi, ma si mostrano a volto coperto. Perché sono dei codardi. Sono protagonisti di un’azione terroristica che dimostra la loro impossibilità di proporsi come uno Stato". Lo dice Maurizio Gasparri.
"O i palestinesi si liberano di questa setta di terroristi vigliacchi o non potranno essere interlocutori della comunità internazionale. Non si può parlare di due popoli e di due Stati quando c'è uno stato democratico, un popolo perseguitato, Israele e gli israeliani, e c'è un popolo palestinese che si fa comandare da questi vili criminali, che si nascondono perché non hanno il coraggio di mostrare il loro volto da assassini al mondo intero", aggiunge il presidente dei senatori di FI.
Roma, 15 feb. (Adnkronos) - Non saranno sempre "una cosa bellissima", come diceva l'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, ma le tasse restano stabilmente nella top ten dei temi 'divisivi' del centrosinistra. L'ultima accesa discussione, e non è certo la prima volta, è scoppiata sulla patrimoniale. Un 'evergreen', dall'Ulivo al campo largo. Che adesso vede, appunto, coinvolti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e tutto il fronte alternativo al centrodestra.
A far (ri) scoppiare la polemica è stato lo stesso Fratoianni che, ad un convegno sui sistemi fiscali si è rivolto ai compagni di viaggio, seduti al suo fianco per ascoltare le relazioni del premio nobel Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e dell'economista Hayati Ghosh. "Mi rivolgo a voi: verrà presto il momento di formulare una proposta per l’alternativa e bisogna dire che per una patrimoniale sulle grandi ricchezze è arrivato il momento, non si può rinviare", ha detto il leader di SI a Schlein e Conte.
Da lì, il dibattito è partito incontenibile. Ai leader di sinistra, c'è da dire, è arrivato l'abbrivio di Stiglitz che, citando il Papa, ha sottolineato: "Le tasse sono uno strumento importante per proteggere i poveri". Ma a sinistra non c'era certo bisogno dell'endorsement di un premio Nobel per accendere la miccia sul fisco. I più 'nostalgici' ricordano la mossa elettorale di Rifondazione comunista. Correva l'anno 2006, il partito di Nichi Vendola era al governo (quello con Padoa Schioppa ministro) e per le elezioni pensò di riempire le città con i manifesti con la foto di un panfilo e lo slogan preso da una telenovela degli anni '70: 'Anche i ricchi piangano'. Da lì a poco la stagione dell'Ulivo arrivò al capolinea.
(Adnkronos) - Eppure l'idea del 'prelievo forzoso' sulla quale i progressisti sono messi da sempre all'indice dagli avversari politici non è una idea di sinistra. A inventarlo, in Italia, è il governo Nitti nel 1919 per far quadrare i conti traballanti. Ma lo fa anche Mussolini, dopo la guerra in Etiopia, nel '36. Per gli stessi motivi. Eppure è sempre a sinistra che si guarda (e si polemizza) quando si parla di tasse. Silvio Berlusconi ha costruito una campagna anti sinistra, una costante della sua carriera politica, sin quando parlava del prelievo "con il favore delle tenebre" a proposito del 6xmille retroattivo sui conti correnti imposto dal governo Amato nel '92 per arginare le falle dei conti pubblici.
E le polemiche su Matteo Renzi e l'Imu? "Elimineremo noi, perché gli altri hanno fatto la finta, la tassa sulla prima casa, l'Imu agricola e sugli imbullonati", annunciò l'allora premier all'assemblea del Pd, finendo nel mirino con l'accusa di 'berlusconismo'. Ma gli esempi sono tanti, anche più recenti. Alle elezioni del 2022 Enrico Letta lanciò la proposta della dote ai 18enni, un capitale di circa 10mila euro da spendere in formazione, casa o per avviare una attività. "Sarà finanziata con la tassa di successione per i patrimoni plurimilionari", spiegò il segretario del Pd, subito accusato di voler introdurre la patrimoniale in maniera surrettizia.
A distanza di anni i progressisti si trovano ancora, sempre, alle prese con la discussione sul fisco e sulle varie ricette per le tasse. Con Schlein che oggi dice: "Non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni", indicando però una soluzione "almeno a livello europeo" sulle orme di quella suggerita dal presidente brasiliano Lula al G20. E Conte che invita a parlare di tasse ma "in modo intelligente", per "contrastare il capitalismo parassitario".
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Nella giornata di oggi, 15 febbraio, presso i locali della federazione provinciale del Pd in corso Mazzini, si è svolto l’incontro fra la delegazione del Partito democratico, composta da Vittorio Pecoraro, segretario provinciale, Rosi Caligiuri, segretaria cittadina, e Francesco Alimena, capogruppo Pd in Consiglio comunale, con il sindaco di Cosenza, Franz Caruso". Lo spiegano in una nota congiunta gli stessi Pecoraro, Caligiuri e Alimena.
"Nell’esprimere il proprio sostegno all’esperienza amministrativa, il Partito democratico, ribadendo la propria unità, ha rappresentato al sindaco la sua proposta per il completamento della giunta con l’indicazione dell’avvocata Maria Locanto quale vicesindaca", proseguono i dem.
"Il sindaco ha ascoltato la valutazione del Pd e, nel rispetto delle proprie prerogative, si è riservato di esaminare con attenzione tale richiesta. L’indicazione di Maria Locanto è l’espressione del territorio ed è stata formulata a livello cittadino, provinciale e regionale del Partito, nonché dalle rispettive rappresentanze istituzionali. La scelta di Maria Locanto testimonia in modo chiaro l’unità del Pd, essendo presidente provinciale del Partito e avendo sempre lavorato con equilibrio e senso di responsabilità per la crescita della nostra comunità", sottolineano ancora gli esponenti Pd.
(Adnkronos) - "La delegazione del Pd ha, nel contempo, espresso al Sindaco la volontà di un impegno unitario perché la riorganizzazione della giunta non si espliciti soltanto attraverso una mera sostituzione assessorile ma sia opportunità per un rilancio strategico dell'azione amministrativa, affinché la seconda metà della consiliatura possa essere la fase di pieno compimento della attuazione del programma di governo su cui la maggioranza degli elettori cosentini ha espresso fiducia nella proiezione del progetto "Cosenza 2050'", concludono i dirigenti dem.
Roma, 15 feb (Adnkronos) - "Oggi si vota in 101 province per il congresso di Azione, un esercizio organizzativo molto complesso, ma necessario per riportare i partiti a essere quello che erano: luoghi di confronto democratico sulle idee e sulla linea politica. Siamo molto felici di come è andato". Lo dice Carlo Calenda.
"Ringrazio tutti i militanti, gli iscritti, i garanti congressuali e le persone che in questi mesi si sono attivati per tenere viva e rendere più forte la nostra comunità", aggiunge il leader di Azione.
Sanremo, 15 feb. - (Adnkronos) - “Tradizione, italianità e vicinanza sono valori del Festival di Sanremo e anche di Generali che li applica nel quotidiano per essere partner dei nostri clienti e costruire insieme il loro futuro”. Lo ha detto Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, dal famoso e ormai iconico ‘Balconcino’ dell’Agenzia di Sanremo “che idealmente rappresenta tutte le piazze, tutti i balconcini, tutti i luoghi dove tutta la nostra eccezionale rete di agenti opera tutti i giorni per progettare il futuro” con gli italiani". "Proprio “la rete di 2mila agenzie e 20mila colleghe e colleghi presenti sul territorio, è il cuore del nostro business - sottolinea Monacelli - È grazie a loro se riusciamo a tenere fede alla nostra ambizione, che è quella di essere ‘Partner di Vita’ delle persone, in ogni momento rilevante, accompagnandole, con la consulenza di valore, a fare scelte consapevoli e responsabili con l’obiettivo di proteggere il loro futuro e il futuro delle persone che stanno loro a cuore”.
Per il terzo anno consecutivo “siamo felicemente presenti a Sanremo” con vista sull’Ariston “perché vogliamo essere dove succedono le cose che contano - aggiunge Marco Oddone, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia - Milioni di persone seguono Sanremo ogni sera e noi vogliamo essere vicini agli Italiani, nei vari momenti di vita, anche in un momento leggero, come si vede nello spot che abbiamo lanciato in questa occasione: mentre ‘tutti cantano Sanremo’, ci sono persone che prendono decisioni importanti della loro vita e noi, con i nostri agenti siamo loro vicini”. Con Sanremo “è scoccata una vera e propria scintilla - racconta Oddone - C’è una condivisione di valori: tradizione, passione, ma anche innovazione, con nuovi linguaggi dedicati a tutte le generazioni. Abbiamo raccontato il Festival con la voce di Caterina Ferioli, protagonista della nuova serie TV Belcanto, che è diventata portavoce di una prospettiva privilegiata sul Teatro Ariston attraverso i social, per coinvolgere ed entusiasmare persone di tutte le età. Un racconto a 360 gradi - conclude - da una prospettiva unica sull’Ariston al quale siamo molto felici di dare il nostro contributo”.
Generali ha partecipato anche al FantaSanremo con la lega #BalconcinoGenerali per accogliere tutte le persone che sceglieranno di giocare durante i giorni della kermesse all’iniziativa social più popolare, coinvolgente e divertente.
Torino, 15 feb. - (Adnkronos) - “Sui dazi la storia dimostra che fanno male a tutti, anche a chi li impone. Poi naturalmente colpiscono di più i paesi che hanno una forte capacità di esportazione, quindi può essere che l’Italia sia un pochino più colpita di altri Paesi come primo impatto. Ma non dimentichiamo che l’Italia ha sempre dimostrato una capacità molto elevata di riorientare le proprie esportazioni in funzione dell’andamento dai mercati e dei prezzi. Quindi io sono abbastanza ottimista sulla capacità dell’Italia di minimizzare o comunque contenere i danni che possano derivare da questa guerra delle tariffe che si preannuncia". Lo ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, a margine del congresso Assiom Forex in corso a Torino." Naturalmente - osserva - nessun paese riuscirà a sfuggire al fatto che una guerra delle tariffe fa sempre male a tutti".
Palermo, 15 feb. (Adnkronos) - Sono in corso verifiche dell'Ambasciata italiana a Bogotà sulla presunta morte del boss Giovanni Motisi, inserito nella lista dei latitanti mafiosi più pericolosi. La Procura di Palermo ha allertato i poliziotti del Servizio centrale operativo. A lanciare la notizia è il sito del giornale 'Gente'. Secondo il settimanale sarebbe morto di tumore in una clinica di Cali. Motisi aveva fatto perdere le sue tracce dal 1998.