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Sono ottomila i siriani alla fame in un campo per sfollati controllato dagli Usa

Almeno 8000 siriani sono letteralmente alla fame in un campo per sfollati sotto il controllo degli Usa al confine con la Giordania e l’Iraq e intorno al quale l’esercito di Damasco ha imposto un assedio sin dal 2015. Rukban, questo il nome del campo oggetto di una recente ricerca di Amnesty International, è situato nei pressi della base militare statunitense di Tanf. Gli Usa controllano – tra base e campo – un territorio di circa 55 chilometri quadrati.

Inizialmente Rukban ospitava 80.000 sfollati, in fuga dagli attacchi russi e siriani e dalla violenza dello Stato islamico. Molti di loro appartenevano a gruppi di opposizione o avevano disertato dalle forze di sicurezza governative. A causa delle condizioni di vita impossibili acuite dall’assedio, la popolazione si è progressivamente ridotta del 90 per cento. La Giordania ha sigillato i suoi confini nel 2016 e da allora espelle ogni anno in media 100-150 siriani che hanno provato a superare la frontiera. Si stima che attualmente siano 1400 i siriani detenuti nei centri di espulsione giordani.

I residenti di Rukban vivono in alloggi di fortuna, che non offrono la minima protezione dalle temperature estreme del deserto e dagli insetti, che irrompono nel campo a frotte.

“D’inverno fa freddissimo. Per proteggerci usiamo carta di giornale e strati di nylon. Non abbiamo soldi per comprare cherosene da riscaldamento”, ha raccontato Nidal, uno degli sfollati.

Mancano cibo e acqua potabile a sufficienza. L’ultimo convoglio umanitario autorizzato dal governo siriano è entrato nel settembre 2019. Le rotte del contrabbando, le uniche su cui gli sfollati di Rukban potevano contare per sopravvivere, non sono più utilizzabili. I neonati vengono alimentati solo con latte di capra e molti di loro muoiono di malnutrizione. I casi di ittero sono almeno 500. Sono stati segnalati casi di morbillo e di mpox.

Nel centro medico del campo lavorano alcune infermiere, stipendiate dagli Usa, che non sono qualificate per eseguire interventi chirurgici. Non hanno a disposizione neanche il paracetamolo. Chi si avventura nelle zone della Siria controllate dal governo in cerca di cure mediche adeguate spesso non fa più ritorno e sparisce nel nulla.

Amnesty International ha sollecitato le autorità siriane a porre fine all’assedio e a consentire il ripristino degli aiuti umanitari. Ma fino a quando ciò non accadrà, dovranno essere gli Usa – a causa della loro prossimità al campo – a garantire le minime condizioni di vita. Negli ultimi due anni, le forze Usa hanno saltuariamente consegnato al campo aiuti aviotrasportati alla base di Tanf. Segno che controllano la situazione e che hanno i mezzi per poter aiutare la popolazione di Rukban a sopravvivere.