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“Vivere più a lungo e bene? Fare 5 chilometri al giorno, mangiare un po’ di tutto e diminuire la quantità del cibo del 30%”: i consigli di Silvio Garattini

Il presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri ha pubblicato un libro con alcuni preziosi consigli per migliorare la qualità della vita

Vivere Bene e più a lungo? Ecco i consigli del 95enne Silvio Garattini, il presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Ha scritto il libro “Vivere bene”, che dà preziosi consigli su come migliorare la propria vita con il movimento e lo sport

Cerco di fare almeno 5 chilometri al giorno, anche su base annuale provo a mantenere questo obiettivo – ha detto a Il Corriere della Sera -. Sì, ma deve essere un’andatura relativamente rapida, altrimenti non c’è l’effetto aerobico. Deve esserci un po’ di fatica, che consiste nel respirare in affanno e avere un aumento dei battiti cardiaci. Camminare per vedere le vetrine non è attività fisica”.

E ancora: “Poiché i cibi sono inquinati, mangiare una varietà di cose vuol dire evitare l’accumulo di un determinato inquinante. La varietà però deve essere accompagnata dalla moderazione. Come dicevano i nostri vecchi: bisogna alzarsi da tavola con un po’ di fame. Le ricerche hanno mostrato che con una diminuzione del 30% di cibo, si vive il 20% in più. Mangiare poco è un fattore di longevità”.

E ancora: “Molte patologie croniche dipendono dalle cattive abitudini di vita. Abbiamo 4 milioni e mezzo di diabetici, che poi hanno problemi visivi, cardiovascolari, renali, che potrebbero essere evitati. Così come si potrebbe evitare il 40% dei tumori, eppure ogni anno in Italia muoiono 180mila persone. Comporta una migliore circolazione anche cerebrale. E favorisce la socializzazione, l’attività fisica può essere considerata una forma di movimento collettivo. Per esempio, ci si trova a camminare insieme, a chiacchierare, favorisce le relazioni sociali”.

Di certo nel nostro Paese c’è un deficit in merito alla cultura dello sport: “È indietro, e questo lo si misura valutando il fatto che nell’età giovanile, ma anche in quella adulta, abbiamo un numero rilevante di persone in sovrappeso o con obesità”.