Calcio

“Spedizioni punitive e affari”: i rapporti tra Fedez e il capo ultras Lucci nell’inchiesta sulla curva del Milan. Arrestato pure il bodyguard del rapper

Ancora pochi giorni fa giravano in auto assieme per Milano a bordo di un suv nero. Alla guida Luca Lucci, alias il Toro, arrestato oggi per associazione a delinquere, di fianco Federico Leonardo Lucia in arte Fedez. A dimostrazione casomai ce ne fosse ancora bisogno, degli stretti rapporti non solo di amicizia ma anche di affari, secondo la Procura, tra l’ex Ferragnez, che non risulta minimamente indagato nell’indagine della Direzione distrettuale antimafia, e membri del direttivo della Curva sud. Tra questi Cristian Rosiello e Islam Hagag, anche loro in carcere da oggi, con cui ha condiviso vacanze in Costa Smeralda e solo pochi giorni fa un bel viaggio a Parigi.

Del resto però, secondo l’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro, i rapporti tra Lucci e Fedez risalgono a ottobre del 2023, quando Fedez per spingere la sua bibita Boem, creata in condivisione con il cantante Lazza, anche al Meazza chiama Lucci. Lo vedremo. Perché tali rapporti di amicizia, scrive il gip, permetteranno di fare luce su un fatto che ha occupato per giorni le cronache dei giornali, ovvero l’aggressione al personal trainer Cristiano Iovino avvenuta in via Ulpio Traino a Milano. Aggressione cui hanno partecipato lo stesso Fedez e Cristian Rosiello. E che, scrive il gip, ha rilevanza “non certo per la presenza di Fedez quanto piuttosto perché l’episodio comprova come una frangia degli ultras del Milan si sia trasformata in una sorta di gruppo violento dedito a spedizioni punitive, anche su richiesta”.

L’aggressione a Iovino – L’aggressione, per la quale Luca Lucci non è indagato, avviene il 23 aprile scorso. Ed emerge da una telefonata tra Andrea Beretta e Orial Kolaj, già vicino alla curva Nord della Lazio. Fin da subito si comprende che tra i coinvolti vi siano membri della curva Sud del Milan. E questo emerge da una chiacchiera all’interno del bar di Daniele Cataldo dette “sette pistole”, personaggio vicinissimo a Lucci. Nel locale sono presenti anche Luca Lucci e Matteo Norrito, il Chuck della curva interista. E qui “hanno fatto diretto riferimento in ordine al coinvolgimento nei fatti di Rosiello e Fedez, al quale il primo farebbe ormai da guardia spalle su direttiva di Lucci”. Il fatto di cronaca è ormai noto. Iovino sarà aggredito davanti a casa dopo una lite avvenuta poche ore prima alla discoteca The Club. Ad assistere al pestaggio alcuni testimoni, tra cui una signora che prova a filmare con il cellulare. Ascoltata dagli inquirenti spiegherà di aver sentito queste parole rivolte a Iovino ancora per terra: “Chiedi scusa, devi chiedere scusa, noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa”.

Due giorni dopo Fedez si reca a casa di Lucci. Con loro c’è anche Alex Cologno al secolo Islam Hagag, oggi arrestato. Emergerà poi, secondo gli atti, il vero motivo dell’aggressione e cioè il fatto che Iovino è il personal trainer del rapper Tony Effe con cui recentemente Fedez si è scontrato con alcuni dissing musicali e che (Tony Effe) in quei giorni di aprile aveva avuto qualche screzio con il cantante Lazza. Dirà Fedez: “Tony e l’amico Jimmi palestra”.

Fedez intercettato: “L’amico di Tony si fa male” – Il 30 aprile poi gli inquirenti che stanno indagando su Lucci e sullo stadio intercettano una conversazione tra Fedez e il capo della curva Sud. In particolare Fedez spiega: “Son proprio tutti stupidi, vabbè niente, quando, quando torna il Tony.. eh..eh…(ride) niente dobbiamo e basta…e il tipo…..allora, è semplice la cosa frate! Tony ha un amico, tutti sanno che quello è amico di Tony, l’amico di Tony si fa male (…) Tony siccome deve fare il ragazzetto ghetto (…) non può permettersi, che in pubblico si sappia che un suo amico si è fatto male senza che lui poi l’abbia difeso! Perché a casa mia, lo difendi quando c’ha bisogno non dopo (…) e quindi niente, adesso ha imbruttito Lazza mi ha detto…cioè ha imbruttito, Lazza gli ha scritto e gli ha detto (…) se ci sono problemi ne parliamo (…) ma zio, ma non può far brutto a Lazza, vuol dire far brutto a mio figlio, ma ti pare!?”.

La richiesta di una guardia del corpo “più pirotecnica” – Insomma, secondo il gip, la chiacchiera tra Fedez e Lucci avvenuta una settimana dopo i fatti, illustra i moventi di quella serata. Poi Fedez spiega che Tony Effe ha “chiamato il Lazzino” e gli ha “detto che lui e i suoi amici della curva non devono rompere il cazzo! Una roba simile, adesso non è che mi posso ricordare le parole incise di Tony Eeffe però ti assicuro che la parola Milan c’era! Il tema è l’atteggiamento che loro hanno, e l’atteggiamento è: Onore! e va bene, bella li, e basta! Ma tanto li becchiamo prima che vengano al bar!”. Lucci chiede: “Ma chi?”. Fedez: “Tony e l’amico Jimmi palestra”. I quali, risulterebbe, pochi giorni dopo probabilmente dovevano partecipare alla festa di un altro cantante. Fedez allora chiede a Lucci di fornirgli un alta guardia del corpo “più pirotecnica”. Lucci: “Ne vuoi uno brutto, un bestione”. Fedez: “Esatto, bravo senza gli Hitler”. Nulla poi avverrà. Quel che resta certo è che alle 3 della mattina del 23 aprile i cellulari di Fedez e Iovino agganciano la stessa cella di via Ulpio Traino.

L’amicizia tra Lucci e Fedez – Ma torniamo all’amicizia e ai rapporti tra Fedez e Lucci che, per quel che risulta, iniziano nell’ottobre del 2023 quando si comincia a parlare di portare allo stadio la bibita Boem. Dice Fedez intercettato sul telefono di Lucci: “Ma se voi avete una società di consulenza o una società con la quale possiamo lavorare, ma se io vi appalto a voi la distribuzione di Boem? All’interno dello stadio e vi prendete una percentuale eh capito?”. A quel punto, scrive il gip, “Lucci si è detto non soltanto disponibile a intercedere per il suo interlocutore”, spiegando testualmente: “Potrei parlare con il responsabile che c’ha tutti i bar dentro allo stadio, che lo conosco bene! Con i bar, con i bar, mi posso muovere (…) se vuoi mi muovo anche con l’inter, perché lui fa anche quelli dell’Inter (…) se vuoi, te le faccio mettere in entrambe le partite per dentro lo stadio, non c’è problema!”.

Poche settimane dopo di nuovo Fedez dice a Lucci: “Boem? Fammi sapere se ti devo tenere in considerazione dai che io sono uno rapido capito! Ti disegno lo scenario cioè io ti subappalto per così dire la gestione della distribuzione di Boem per quanto concerne tutto lo Stadio San Siro e anche baracchini limitrofi e poi troviamo un accordo su come gestirci le cose”. Lucci è chiarissimo: “Sta settimana ti garantisco che sento e mi informo va bene”. E così pochi giorni, a colloquio con la moglie, Lucci spiega di aver contattato l’amministratore delegato della società che distribuisce in appalto con Mi Stadio le bevande dentro a San Siro, mostrando “qualche criticità”. E però Fedez pare non mollare la presa. E a dicembre del 2023 è ancora al telefono con Lucci per illustragli il suo piano.

Fedez: “Sì sì al 100%, guarda, noi facciamo un sacco di beneficenza” – Dice Fedez: “Per Boem so che uno dei nostri è in contatto con Pacio (Marco Pacini, componente del direttivo non indagato) allora, io volevo fare una roba! Dimmi se per te ha senso (…) siccome noi abbiamo la lattina in collaborazione con il Milan, che dobbiamo fare secondo me in primavera (…) ed io, non voglio guadagnare nulla da sta roba qua, voglio che sia una cosa di beneficienza, dobbiamo costruirla, dobbiamo costruirla, volete come curva, vi interessa partecipare a questa cosa? Di beneficenza?”. Luca Lucci si mostra entusiasta anche perché, scrive il gip, “orientato a ricostruirsi una propria immagine pulita che gli possa evitare, nel suo futuro prossimo, una nuova detenzione carceraria”. Per cui dice a Fedez: “Sì sì al 100%, guarda, noi facciamo un sacco di beneficenza (…) se troviamo un’idea carina, molto volentieri e se vuoi possiamo anche marchiarle una parte con la roba della Curva (…) ti do io l’ok sul marchio (…) pensa a quello che vuoi e si può fare (…) tanto i club sono messi in tutti Italia e lo portiamo ovunque, non c’è problema”.

La bibita Boem – Ma sul taccuino del duo Lucci-Fedez “ormai più che amici” non c’è solo la bibita Boem, ma anche la gestione comune dello storico locale Old Fashion che si trova all’interno degli spazi della Triennale di Milano, il cui direttore è l’archistar Stefano Boeri. Per pianificare questo nuovo affare, secondo il giudice, Fedez addirittura quasi si auto invita nella villa di Lucci in provincia di Bergamo. Fedez: “ a posso venire con un mio caro amico? Che non mi va di guidare che non sono bravo a guidare la sera eh hai capito, faccio cagare”. Il 2 gennaio scorso così sarà ripreso dalle telecamere arrivare a bordo di una Ferrari a villa Lucci. Due giorni dopo Fedez è di nuovo al telefono con il Toro: “Io Boeri lo conosco benissimo (…) lui adesso mi fa (…) avevamo in mente di fare un po’ di musica dal vivo (…) io gli ho detto ascolta Stefano (…) cioè gli ho detto va bene che voi siete sofisticati e tutto ho detto però non potete fare le orchestre la dentro ma chi cazzo vi viene gli ho detto! Fate un club figo!”. E qui, secondo il giudice, interviene il dubbio di Fedez e probabilmente la consapevolezza dello status criminale di Lucci. Dice infatti: “Il tema che ti pongo è questo? Come introduco la tua figura?”. Chiara la risposta di Lucci: “Non la introduci, sono con te cosa devo fare? Ma tu sai già a chi farlo gestire? Perché io una persona l’avrei”.

Lucci, gli artisti amici e gli imprenditori di origine calabrese – A conclusione il giudice osserva: “Sono emerse le ambizioni imprenditoriali di Lucci: il suo ruolo di capo della Curva Sud gli ha consentito di tessere, soprattutto con noti artisti italiani (Fedez, Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Gue Pequeno), relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale: ciò gli ha consentito di aumentare, in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (ed in particolare in Calabria), sia internazionale, facendo leva sull’intraprendenza del suo fedelissimo Hagag, già in contatto con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese”.

Tra questi, gli inquirenti segnalano Giovanni Galluzzo, figlio incensurato di Laura Procopio arrestata nel 2022 per droga reato aggravato dall’aver favorito la locale di ‘ndrangheta di Rho (Milano). Scrive il gip: “Le attività tecniche hanno documentato come, nel recente periodo, a tessere i rapporti con Galluzzo sia stato l’indagato Islam Hagag, tant’è che il suo nome è comparso sul sito ticketone.it in qualità di organizzatore del concerto di Fedez previsto per il 6 agosto 2024 al Calura di Roccella Jonica (RC) e di tutti gli altri eventi previsti in quel locale nel mese di agosto, oltre che quello di altri artisti attivi nel settore che si esibiranno, grazie alla mediazione di Hagag e della Why Event di Lucci”. I locali in lista sono: Miraya di Catanzaro Lido, White Different Club di Corigliano Calabro e il Copacabana Beach Club sul lungomare di Gioia Tauro”.

Le entrature calabresi – Inoltre l’ultras milanista Hagag “grazie alle sue entrature calabresi ha ottenuto l’autorizzazione allo svolgimento di una serie di eventi in Calabria, segnatamente nel Comune di Roccella Jonica, interfacciandosi direttamente con soggetti dell’amministrazione locale”. In una intercettazioni, infatti, “ha svelato di essere a Roccella Jonica al fine di organizzare un buon numero di eventi musicali relativi all’esibizione dei “suoi” rapper, previo accordo con la classe politica locale”. Volano di tutto è la società White Event controllata all’80% da Valeria Bonomelli, moglie di Lucci e al 20% da Marianna Tedesco, compagna di Matteo Norrito membro del direttivo della curva interista. Mentre tra le cosiddette “entrature calabresi” legate alla ‘ndrangheta risulta un tale “cugino Ciccio” che secondo il giudice risulta essere Francesco Barbaro, figlio del boss Rocco Barbaro alias U Sparitu già a capo del manadamento ‘ndranghetista della Lombardia. Insomma per Luca Lucci nuovi affari, tanti soldi e molti nuovi amici vip. Almeno fino a oggi.