Carissimo Padre Maurizio Patriciello,

Ho sofferto molto nell’ascoltare la tua audizione parlamentare riportata solo da Il Fatto Quotidiano.

Ti ho conosciuto una sera di giugno 2009 quando fui invitato dai tuoi fedeli a tenere una conferenza su Terra dei Fuochi nella tua Chiesa di San Paolo al Parco Verde di Caivano. Trovai una Chiesa affollatissima come mai avevo trovato prima pur nelle mie centinaia di conferenze su Ambiente e Salute. Non mi fosti presentato subito, ma ti facesti trovare seduto tra i tuoi fedeli ad ascoltare con attenzione e ti riconobbi soltanto perché, alzandoti per fare domande, nella Chiesa cadde un improvviso e totale silenzio mentre la tua voce rimbombava potente nel silenzio assoluto di un migliaio di fedeli.

Io avevo iniziato a fare formazione su Ambiente e Salute nel 2006 su mandato dell’Avvocato Gerardo Marotta e quale ombudsman all’interno dell’eccezionale gruppo di Maestri e Difensori Civici delle Assise di Palazzo Marigliano (Presidente Magistrato Raffaele Raimondi) studiando il fenomeno “rifiuti tossici” in regione Campania ma uscendo dal chiuso dei miei laboratori di ricerca del Pascale, girando per i territori martirizzati.

Stavamo lavorando già dal 2006 a fare denunce e cercare di farci ascoltare, ma i risultati erano veramente modesti nonostante l’elevatissimo spessore culturale e civile dei Maestri delle Assise di Palazzo Marigliano. Quella sera mi resi conto che un semplice sacerdote di periferia di un ghetto abbandonato a se stesso come il Parco Verde aveva avuto il dono di comprendere tutto subito, di saperlo rendere comprensibile a tutti e di sapersi fare ascoltare con rispetto da chiunque, innanzitutto dal Potere: è il dono dei Profeti.

Da quella sera del giugno 2009 ad almeno il 2018, anno della mia malattia, abbiamo cosi iniziato un percorso di combattimento insieme, con l’unico e comune scopo di difendere la vita, l’ambiente e la salute dei nostri “indios caivanì”, come vi ho chiamati io da subito. Educato dai Padri Gesuiti, appena mi resi conto che nulla si voleva fare in concreto per combattere la malagestione tossica dei rifiuti industriali e non urbani, e soprattutto come e quanto si negava oltre ogni limite di scienza e di ragione l’esistenza del massacro sanitario dovuto all’inquinamento, ho scelto di accompagnarti nel combattimento a difesa della “reducciones” della Chiesa di San Paolo e dei tuoi “indios caivanì” come un Padre gesuita del film Mission a documentare, illustrare tecnicamente e dare indicazioni a soluzione dovunque fossimo riusciti a farci ricevere, dal Parlamento italiano a quello europeo!

E’ stato un percorso bellissimo, durissimo e faticosissimo, ma insieme abbiamo combattuto e cambiato il destino non solo dei tuoi “indios caivanì” ma dell’Italia intera. Sono onorato di averti accompagnato e di essere diventato tuo amico innanzitutto, tuo allievo di fede ma anche tuo “Maestro” di munnezza.

Insieme abbiamo spiegato il problema a tantissimi ministri e a tantissimi politici di tutti i partiti. Il ministro Orlando nella tua Chiesa ci chiese pubblicamente scusa, il ministro Balduzzi in pubblico convegno disse che soltanto grazie a me aveva compreso il problema sanitario in Terra dei Fuochi, la ministro Cancellieri ci donò i preziosi Prefetti antiroghi. Il pentito Carmine Schiavone davanti a te riconobbe che per questa battaglia io dovevo essere ammazzato anni prima, ma che non lo avevano fatto perché mi riconoscevano il merito disinteressato di combattere anche per la tutela della salute dei loro stessi figli.

Da quando mi sono ammalato nel 2018, ho dovuto per forza limitare la mia azione e non essere più spesso presente presso la tua Chiesa. Terra dei Fuochi nel frattempo non si è mai spenta, grazie al negazionismo imperante tra i medici e i politici della mia terra, anzi, approfittando della mia malattia e della individuazione del problema Terra dei Fuochi nella sola tutela del buon nome e della salute delle nostre pummarole, la situazione sanitaria tra i nostri concittadini è peggiorata e si è spostata come zona.

Grazie a te, grazie alla tua unica capacità di sapere farti ascoltare, gli “indios caivanì” non sono stati massacrati come gli indios guaranì delle reducciones dei Gesuiti dell’America Latina del XVII secolo, ma anzi, Caivano è stata scelta dal potente di turno a diventare in tempi brevi modello di rinascita delle periferie degradate del nostro Paese. Io per primo non amo la politica della nostra “destra” italiana (e penso in primis alla vergogna assoluta della autonomia differenziata contro il Sud) ma è sin troppo giusto e doveroso ringraziare chi in concreto non è venuto solo a darti pacche sulle spalle, premi ed onorificenze, ma ha operato in tempi brevissimi e in concreto per restituire dignità e ambiente salubre ai tuoi concittadini.

Il danno sanitario altrove peggiora, e, nel limite della mia salute attuale, sono costretto a combattere non più per gli “indios caivanì” che tu stai salvando, ma per gli “indios acerranì” sui quali al degrado continuo e costante dell’ambiente del loro territorio si è aggiunto l’inceneritore più grande di Italia. Tale impianto rende oltre 600mila euro al giorno al solo gestore A2a e non meno di 58 milioni di euro di soli extraprofitti nel solo 2023, ma gli acerrani non riescono neanche ad avere con regolarità annuale e aggiornati per singolo distretto i dati del registro tumori locale, ora che sanno che per degrado ambientale sono diventati la città italiana record di incidenza di cancro nel 2018.

Ti voglio bene padre Maurizio, so che sei sincero e onesto quando, come avrei fatto pure io, devi riconoscere e ringraziare chi ha agito per migliorare il Parco Verde di Caivano. Ti ringrazio per averci ricordato che, quando si deve, dire “grazie” non è tradire né sminuire il lavoro degli altri, ma è rendere il giusto tributo a Cesare onorando Dio con la parola più dolce e bella che Gesù ci ha insegnato: “grazie!”.

Tuo amico e compagno di lotta,
Antonio

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