Calcio

Dal cognato di Paolo Maldini al rapper Emis Killa: le perquisizioni nell’inchiesta sugli ultras di Inter e Milan

Spuntano anche i nomi dei fratelli Aldo e Mauro Russo, uno cognato di Paolo Maldini e l’altro socio in affari dello stesso capitano del Milan e di Christian Vieri, nell’elenco delle persone perquisite lunedì 30 settembre durante il blitz contro i capi ultras di Inter e Milan. Mauro Russo, secondo quanto si apprende, è indagato, il fratello Aldo no. Come si legge nella richiesta di misura cautelare della Procura di Milano, Mauro Russo avrebbe corrotto, per il capitolo che riguarda gli affari sui parcheggi vicino allo stadio, Manfredi Palmeri, esponente di ‘M.I Stadio srl’ e consigliere regionale della Lombardia, ora indagato. Nel maxi blitz di ieri, che ha portato all’arresto di 19 persone, è stato perquisito anche il rapper milanese 34enne Emis Killa, all’anagrafe Emiliano Rudolf Giambelli, il cui nome compare negli atti come in “rapporti”, così come Fedez e altri cantanti, con Luca Lucci, capo degli ultras rossoneri della Curva sud, ora in carcere.

Nell’inchiesta dei pm Storari e Ombra, condotta da Polizia e Gdf, sono state effettuate oltre 50 perquisizioni, a carico degli arrestati, di non indagati e di indagati, come Nino Ciccarelli, uno degli storici esponenti della curva nerazzurra. Tra i perquisiti anche Loris Grancini, capo ultras della Juventus, già con condanne alle spalle e da sempre vicino agli ambienti delle curve milanesi. Obiettivo delle perquisizioni anche Giancarlo Lombardi, detto Sandokan ed ex capo ultrà rossonero. Perquisita anche la casa a Pioltello, nel Milanese, di Antonio Bellocco, l’erede dell’omonima cosca della ‘ndrangheta, ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta, capo ultras nerazzurro. Infine, perquisito anche il consigliere regionale lombardo Manfredi Palmeri, accusato di corruzione tra privati in una tranche dell’indagine.

Nel corso delle perquisizioni a Emis Killa sono stati sequestrati 40mila euro in contanti, oltre a coltelli, tirapugni, mazze e uno storditore. Dalle indagini, si legge negli atti, “sono emerse le ambizioni imprenditoriali di Lucci: il suo ruolo di capo della Curva Sud gli ha consentito di tessere, soprattutto con noti artisti italiani (Fedez, Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Guè Pequeno),relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale“. Nell’ordinanza si legge anche della presenza di Emis Killa a San Siro per il match Milan-Torino dello scorso 17 agosto assieme a Lucci, che avrebbero “preso posto negli Skybox“. Lucci era là “in virtù di un’autorizzazione rilasciata dal Tribunale di Sorveglianza, perché ‘affidato in prova’”.

Il rapper Emis Killa, perquisito da non indagato nell’inchiesta milanese sugli ultrà delle curve, è stato identificato, assieme ad ultras rossoneri, come Francesco Lucci, fratello di Luca, nel contesto di una “aggressione” ad uno steward a San Siro per il match Milan-Roma dell’11 aprile scorso. Un episodio che, scrivono i pm nella richiesta cautelare, delinea “la pericolosità del tifo organizzato del Milan” e “conferma che lo stadio di San Siro è fuori controllo“. Lo steward aveva “cercato invano di impedire che ai tornelli transitassero due individui muniti di un unico biglietto (cosiddetta doppietta), venendo per tale ragione aggredito dagli ultras”. Il rapper, come si legge, in base alle “immagini estrapolate” delle telecamere di sorveglianza sarebbe risultato presente assieme ad una quindicina di ultras.