Decenni di scontri, guerre, incursioni e invasioni hanno trasformato la Linea Blu nel vero confine terrestre tra Israele e Libano. Come confermano anche le ultime operazioni militari di Tel Aviv, pur non essendo una frontiera riconosciuta a livello internazionale è questo l’unico ostacolo, per quanto semplice da oltrepassare, per evitare l’innesco di nuovi conflitti tra Israele e il Paese dei Cedri. Su quella linea, infatti, rimangono operative le forze di interposizione delle Nazioni Unite (Unifil) a guida italiana.
L’escalation di questi giorni ha di nuovo riportato all’attenzione internazionale il ruolo della Linea Blu che si estende per 120 chilometri lungo la frontiera meridionale del Libano separandola da Israele e dalle Alture del Golan occupate dallo ‘Stato ebraico’. Si tratta di una linea di demarcazione fissata nel 2000 proprio per confermare l’allora ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale, dopo la guerra del 1982. Originariamente, si trattava del confine stabilito da Gran Bretagna e Francia negli anni Venti, tra Libano, Siria e Palestina. Oggi, qualsiasi attraversamento non autorizzato della Linea Blu – via terra o via aerea da qualsiasi parte – costituisce una violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. Esattamente ciò che Israele ha fatto nella notte tra lunedì e martedì.
Le forze di pace delle Nazioni Unite, i cosiddetti Caschi Blu, sono state dispiegate per pattugliare il confine meridionale nel 1978. Il mandato per l’operazione viene rinnovato ogni anno dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, composto da 15 membri. A seguito di una guerra durata un mese tra Israele e i militanti libanesi di Hezbollah nel 2006, il mandato dell’Unifil è stato ampliato quando il Consiglio ha adottato la Risoluzione 1701. L’area in cui operano le forze di interposizione è delimitata dal fiume Litani a nord e dalla Linea Blu a sud. La missione conta più di 10.000 truppe provenienti da 50 Paesi (1.200 dall’Italia) e circa 800 membri del personale civile.
La Linea Blu si basa su diverse mappe storiche, alcune risalenti a quasi 100 anni fa, ma non sempre si traduce in chiarezza sul terreno. Dopo la guerra del 2006, l’Unifil ha lavorato con le parti per installare dei marcatori visivi, detti barili blu, che mostrano il percorso preciso della Linea Blu. Ognuno dei 272 barili blu che attualmente segnano la linea è stato posizionato solo dopo un complesso esame e l’accordo di entrambe le parti.