Tutte le bici sdraiate per terra, da una parte 5-6 caschetti, i campanelli che suonano tutti insieme. Sono i simboli del presidio di un centinaio di ciclisti sotto al Pirellone, la sede del consiglio regionale della Lombardia, organizzato per chiedere le dimissioni di Vittorio Feltri, che è direttore editoriale del Giornale ma anche consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Feltri nei giorni scorsi aveva detto che i ciclisti gli “piacciono solo quando vengono investiti”, una frase pronunciata a Milano, città nella quale nel 2023 sono stati travolti da auto 954 persone che viaggiavano in bicicletta. Tra queste sei hanno perso la vita. Le parole di Feltri sono state “infami” hanno detto i manifestanti durante il presidio. “Per alcune persone non siamo cittadini, ma ‘solo’ ciclisti e quindi da derubricare” è stato detto.

Al presidio ha partecipato anche Paolo Pozzi, padre di una vittima della strada, Lucia Pozzi, uccisa a 17 anni nel 2004 a Melegnano mentre rincasava dopo la messa di Natale. “Francamente le dichiarazioni di Feltri potremmo definirle con un eufemismo sconcertanti – dice Pozzi – ma si inseriscono in un quadro politico aggressivo che inventa nuovi reati e non ha nessun intenzione di andare a rimuovere i motivi per cui molti reati vengono commessi”.

In consiglio regionale il centrosinistra ha anche depositato una mozione urgente per chiedere le dimissioni di Feltri: “Le sue parole – ha detto il capogruppo Pd in Lombardia Pierfrancesco Majorino – sono un insulto a chi non c’è più e a chi a sofferto”. Alla manifestazione erano precedenti anche altri consiglieri democratici, oltre a Paola Pizzighini e Paola Pollini del M5s, Luca Paladini del Patto Civico.

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