“Vedere scorrere vicende così importanti nel mondo e vedere quanto è irrilevante la voce europea oggi in Medio Oriente è davvero umiliante, siamo molto al di sotto di ciò che potremmo fare. Se pensiamo che quelli di Ventotene, Spinelli in testa, quando lanciarono il progetto di integrazione, dissero che ciò che contava era mettere insieme politica estera, politica di sicurezza, politica di difesa. Siamo qui e non l’abbiamo ancora fatto“. Sono le parole dell’ex presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato sul fallimento della Ue nelle controversie internazionali, durante la presentazione del libro di Giampiero Massolo e di Franco Bechis, “Realpolitik Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia”.
“L’Europa – spiega Amato, commentando il saggio – ha vissuto benissimo per decenni su una piattaforma: la sicurezza appaltata agli Stati Uniti, l’energia appaltata alla Russia, i mercati di sbocco. Dio ci ha dato la Cina che all’origine non c’era. Il mondo sconvolto ci ha tolto questa prospettiva e l’Europa ora è davvero in grande difficoltà”.
L’ex presidente del Consiglio commenta anche la guerra in Ucraina: “Oggi Putin ha perso ciò che voleva in Ucraina, ma in Ucraina sta vincendo, perché non c’è stata la blitzkrieg che aveva in mente, non ha raggiunto Kiev nel giro di una settimana, né ha sostituito il governo eletto dagli ucraini con un governo fantoccio amico suo. Dall’altra parte, a furia di resistere, l’Ucraina, che ha evitato quella sconfitta rovinosa, sta andando verso la sconfitta sul campo. Ancora oggi se si chiede formalmente a Zelensky e ai suoi alleati che siamo noi – continua – che cos’è una pace giusta per l’Ucraina, si deve dire che è una pace che ricaccia Putin al di là dei confini dell’Ucraina, compresa la Crimea. Tutti sanno che questo non accadrà. E allora la difficile condizione, che può essere resa più difficile dalla vittoria di Trump, è fare in modo che l’Ucraina ci perda il meno possibile in un cessate il fuoco, sperabilmente non seguito subito da un trattato di pace, ma trascinando le cose avanti per vedere cosa succede”.
Pungente l’analisi di Amato sul ruolo dell’Italia in politica estera: “L”Italia ha sempre abolito in politica estera, come in politica interna, il principio di non contraddizione. Noi non amiamo Aristotele, ma amiamo il ‘ma anche’, cioè stiamo su entrambi i lati. Abbiamo pagato duramente questo, perché la inaffidabilità dell’Italia storicamente nasce non tanto dalla logica del “ma anche” quanto dal fatto di stare prima su un lato e poi passare all’altro, prima che la guerra sia finita. Questo è capitato poco dopo la nascita del Regno d’Italia e ci ha perseguitato anche con la Seconda Guerra Mondiale. Noi non siamo affidabili, anche perché non vogliamo esserlo: vogliamo trarre i vantaggi da un lato e i vantaggi dall’altro“.
E alla giornalista Maria Latella che replica ricordando anche l’inaffidabilità della Germania e la sua dipendenza dal gas russo, Amato risponde: “La Germania, come altri grandi paesi, hanno più forza di noi e quindi si impongono per quello. Noi più degli altri siamo esposti al giudizi. A noi viene chiesto: ‘Con chi stai?’. Alla Germania viene fatta meno questa domanda, perché la Germania può stare con la Germania“.