Dopo le polemiche, sono arrivate le scuse dello stesso profilo X della Camera per il post dove si parlava di “1.800 civili”che a Marzbotto “restano uccisi” il 29 settembre del 1944. A contestare l’uso delle parole era stato il deputato Pd Andrea De Maria: “Furono trucidati da truppe naziste guidate da fascisti complici”. Poco dopo è stato lo stesso account social di Montecitorio a diffondere una card di giustificazione: “Ci scusiamo per l’inadeguata sintesi”, si legge, “che non corrisponde al sentimento reale che si voleva trasmettere, come dimostra anche il richiamo, nello stesso post, agli “indici dei documenti declassificati dalla Commissione d’inchiesta sull’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti”, con relativo link, che non lascia dubbi sulla responsabilità dell’orribile massacro dei civili. Ciò è espresso ancor più chiaramente nei post pubblicati su Facebook, Instagram e LinkedIn”.

Sotto accusa era stata appunto la formulazione iniziale del testo da parte dei canali di comunicazione di Montecitorio. “Ho letto con sconcerto e rammarico le parole del profilo X”, aveva commentato subito dopo De Maria. “Furono trucidati da truppe naziste guidate da fascisti complici. La storia non si riscrive e non lo fanno le istituzioni democratiche. Quelle nate dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione a cui dobbiamo la forza della nostra democrazia”. De Maria ha anche contestato il numero di vittime: “Risulta errato anche il numero delle vittime che è stato certificato dal Comitato Regionale Onoranze ai Caduti di Marzabotto a 775, fra il 29 settembre ed il 5 ottobre 1944, come hanno correttamente riportato ieri i presidenti Mattarella e Steinmeier. Come deputato ed ex sindaco di Marzabotto – conclude De Maria – faccio appello al Presidente Fontana perché la nostra istituzione dia ai cittadini le giuste informazioni su una pagina così drammaticamente significativa per la storia del Paese”.

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