La CEO di BioViva si è sottoposta per prima al trattamente che abbassa l'età biologica delle persone
A vedere le foto non si può negare che dimostri meno anni di quanti ne abbia (anche se forse non 28 in meno). Ma si sa le apparenze ingannano, e ingannano ancora di più di questi tempi. Ecco perché il caso di Liz Parrish, la donna che afferma di essere letteralmente ringiovanita fino a raggiungere quota 25 anni (e anche meno), va preso con tutte le dovute precauzioni. Anche perché in questo caso non si tratta della solita sponsorizzazione di qualche crema miracolosa in grado di ridonare la cute di una giovinetta: no, in questo caso la Parrish afferma di aver visto scendere la sua intera età biologica grazie ad una nuova terapia genetica.
La Parrish, a capo di una società che ha sviluppato il trattamento, vi si è sottoposta una prima volta nel 2015. Il trattamento consisteva in due iniezioni endovenose e si è svolto senza incidenti. È seguita un’attesa di diverse settimane per i risultati. Quanto riferito poi dalla Parrish è che prima del trattamento, i biomarcatori indicavano che la sua età biologica era di 66 anni, ben 22 anni in più rispetto alla sua età anagrafica di allora. Dopo il trattamento, la sua età biologica sarebbe scesa fino a corrispondere alla sua età effettiva. Parrish ha ripetuto il trattamento nel 2020 e riferisce che dal 2015 la sua età biologica è diminuita in media di cinque anni ogni anno. È scesa di nuovo bruscamente dopo il secondo trattamento attestandosi intorno ai 25 anni.
La donna ha reso questi dati disponibili al pubblico, ma il suo approccio si è rivelato controverso. George Martin, professore di patologia presso l’Università di Washington, era un consulente della ditta BioViva di Parrish, ma si è dimesso quando ha saputo della decisione della donna di provare la cura su se stessa. Maria Blasco, la scienziata spagnola il cui lavoro pionieristico è alla base del trattamento di Parrish, insiste sul fatto che nessuna terapia dovrebbe essere distribuita senza rigorosi studi convalidati dalle agenzie di regolamentazione. La Parrish dal conto suo non si pente. Non contesta la necessità di rendere la pratica medica il più sicura possibile, ma sottolinea che non potrà mai essere completamente priva di rischi: “Le persone vengono uccise da farmaci regolamentati tutti i giorni”. Il tipo di terapia che ha seguito aveva ottenuto risultati straordinari nei topi per oltre un decennio. I topi e gli esseri umani sono ovviamente specie molto diverse, ma la terapia aveva anche dimostrato di non danneggiare le cellule umane.
La Parrish ha citato una cifra dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “41 milioni di persone stanno morendo in questo momento a causa di malattie non trasmissibili associate all’invecchiamento. Potremmo salvarle. Dobbiamo stare dalla parte giusta della storia”. Il principale trattamento di terapia genica a cui si è sottoposta Parrish era progettato per estendere i suoi telomeri. (Ha anche assunto un inibitore della miostatina che combatte la perdita di massa muscolare.) I nostri geni sono costituiti da stringhe intrecciate di molecole di DNA chiamate cromosomi. Quando le nostre cellule si dividono, queste stringhe si sfilaccerebbero se non fosse per la protezione offerta dai telomeri. I telomeri sono sezioni di DNA che ripetono le informazioni e sono quindi sacrificabili.
Quando una cellula si divide più di una certa quantità (il cosiddetto limite di Hayflick, che di solito è di 50-70 volte), i telomeri si esauriscono di fatto e il cromosoma stesso viene danneggiato. Una sostanza chiamata telomerasi può prevenire questo decadimento e preservare la stabilità genetica della cellula. La Parrish non crede che l’allungamento dei telomeri sia la soluzione definitiva per combattere l’invecchiamento. Ci sono specie longeve i cui telomeri si accorciano rapidamente, e viceversa.
La biologia umana è incredibilmente complessa e l’invecchiamento non sarà sconfitto da una sola soluzione miracolosa. Ma è convinta che l’allungamento dei telomeri abbia un ruolo significativo da svolgere nella lotta. Negli anni successivi al suo trattamento, la Parrish ha incontrato presidenti, ministri della salute e decisori politici in tutto il mondo. C’è molto interesse nei suoi argomenti, ma c’è anche il timore che il suo approccio sia infondato.