“Con Rutte la Nato è in buone mani”. Con queste parole il segretario generale Jens Stoltenberg cede il testimone all’olandese Mark Rutte alla guida dell’Alleanza Atlantica, nel corso di un punto stampa congiunto che sancisce la fine del suo mandato durato dieci anni esatti. L’ex primo ministro di Amsterdam eredita un’organizzazione che si è compattata dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ma che deve adesso trovare un modo per arrivare a un tavolo di pace, con più di un occhio puntato anche sul Medio Oriente in fiamme. Il tutto a un mese dalle elezioni americane, con lo spettro Donald Trump che, come per il suo precedente mandato, promette grandi stravolgimenti nei rapporti tra gli Alleati.
“Con Mark Rutte lavoriamo insieme da molti anni – ha detto il norvegese – Lui conosce bene la Nato ed è molto conosciuto in tutta l’Alleanza. Mark ha il background perfetto per diventare un grande segretario generale. Ha servito come primo ministro per 14 anni, ha guidato quattro diversi governi di coalizione. Quindi sa come scendere a compromessi, creare consenso. E queste sono competenze che sono molto apprezzate qui alla Nato. Quindi Mark, la Nato sarà in mani sicure con te al timone. E questo rende anche più facile per me lasciare l’Alleanza sapendo che assumerai il ruolo di segretario generale”.
Stoltenberg tiene a ricordare che in questi dieci anni di servizio “la Nato è cambiata come è cambiato il mondo e Mark ha fatto parte di questo cambiamento”. Nel suo intervento, Rutte traccia subito la linea dell’organizzazione sotto la sua gestione. E il primo punto è ovviamente la guerra Russia-Ucraina: “Non vedo l’ora di iniziare, ringrazio Jens per l’amicizia. L’Ucraina resta una priorità per l’alleanza. Ma anche la Difesa e la deterrenza, dobbiamo spendere di più. Inoltre entrambi crediamo che il legame transatlantico sia alla base della Nato”. Il nuovo segretario generale ha aggiunto che “sostenere l’Ucraina è la cosa giusta da fare ed è anche un investimento nella nostra sicurezza, perché un’Ucraina indipendente e democratica è fondamentale per la pace e la stabilità e il costo del supporto in Ucraina è di gran lunga inferiore al costo che affronteremmo se permettessimo a Putin di farsi strada”. E si dice favorevole all’uso delle armi europee e americane per colpire obiettivi in Russia, pur sottolineando che ogni alleato può decidere in piena autonomia i limiti da imporre riguardo alle proprie forniture: “Conosciamo il diritto internazionale e, secondo il diritto internazionale, questo non finisce al confine. Quindi, ciò significa che sostenere il diritto dell’Ucraina all’autodifesa vuol dire anche che è possibile per loro colpire obiettivi legittimi del territorio di aggressione”.
Attenzione, però, anche alla pericolosa evoluzione in Medio Oriente, con Israele che, dopo l’operazione a Gaza, ha invaso anche il Libano: “Seguiamo da vicino cosa succede in Libano, la Nato non ha ruolo specifico ma siamo in contatto con i partner nell’area e spero che le ostilità finiscano il prima possibile”.
Sullo sfondo ci sono le elezioni americane, con il più importante Stato membro che potrebbe cambiare radicalmente atteggiamento nei confronti dell’Alleanza e dei suoi componenti in caso di vittoria di Donald Trump. Ma Rutte si dice tranquillo: “Non sono preoccupato – ha detto – Conosco bene entrambi i candidati. Trump ci ha spronato a spendere di più e lo abbiamo fatto e ci ha spinto anche sulla Cina e aveva ragione”.